
La mappa della contaminazione radioattiva in Europa: tracce anche in Nord Italia
Uno studio pubblicato nel luglio 2020 su Scientific Reports mostra che le tracce degli elementi radioattivi liberati dall'incidente di Chernobyl - avvenuto 35 anni fa, il 26 aprile 1986 - sono presenti con concentrazioni leggermente più elevate in Italia settentrionale, Alsazia, Francia orientale e Germania meridionale, mentre le tracce dei test nucleari degli anni '60 sono distribuite in modo più omogeneo. “Si tratta di concentrazioni che non hanno alcun effetto dannoso su ambiente e popolazione", assicurano

A 35 anni dal disatro di Chernobyl, la mappa della contaminazione radioattiva in Europa mostra che le tracce degli elementi radioattivi liberati dall'incidente del 26 aprile 1986 sono presenti con concentrazioni leggermente più elevate in Italia settentrionale, Alsazia, Francia orientale e Germania meridionale, mentre le tracce dei test nucleari degli anni '60 sono distribuite in modo più omogeneo, con punte nella Francia centro meridionale, nella regione del Massiccio Centrale, nella zona delle Ardenne e in Bretagna
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Pubblicato sulla rivista Scientific Reports nel luglio 2020, il report si deve ai ricercatori coordinati da Katrin Meusburger, dell'università svizzera di Basilea."Si tratta di concentrazioni che non hanno alcun effetto dannoso su ambiente e popolazione e che sono più basse di quelle che ci sono naturalmente in alcune zone, ma è importante conoscerle", ha dichiarato all’Ansa Alessandro Dodaro, direttore Dipartimento Fusione e Tecnologie per la Sicurezza Nucleare dell’Enea
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"Sapere come varia sulla crosta terrestre il livello di radioattività è sempre importante anche per vedere differenze dovute a eventuali incidenti nucleari", ha osservato. In generale "sapere quali sono le zone dove ci sono più elevate concentrazioni di radionuclidi è importante - ha aggiunto - per gli effetti sul ciclo vitale degli esseri umani. In quelle aree potremmo non coltivare o non far pascolare, ma questo problema riguarda solo l'area di Chernobyl”
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Infatti per quanto riguarda la salute, per esempio secondo l'Istituto francese di radioprotezione (Irsn), le ricadute radioattive associate a test nucleari e Chernobyl attualmente contribuiscono a meno dell'1% della dose media di esposizione dei cittadini francesi
L'incendio vicino Chernobyl di aprile 2020. VIDEO
La mappa comprende Svizzera, Francia, Italia, Germania, e Belgio e si basa sull'analisi di 160 campioni provenienti dalla banca europea del campione di suolo e ha una migliore risoluzione spaziale (di 500 metri) rispetto alle precedenti mappe di riferimento
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Inoltre si basa su un nuovo metodo di calcolo, che consiste nel rapporto fra i due elementi radioattivi, cesio e plutonio, che permette di risalire alle due fonti da cui sono stati liberati. Il plutonio infatti proviene dai test nucleari, mentre il cesio è il risultato sia dei test sia dell'incidente di Chernobyl

È emerso che il cesio derivante dai test nucleari, eseguiti nella stratosfera, compresa tra 12.000 e 50.000 metri, circolava nell'atmosfera prima di essere portato a terra dalle piogge in modo abbastanza omogeneo ma con quantità leggermente più elevate nelle regioni più piovose, come Massiccio Centrale, Ardenne o Bretagna

Il cesio dell'incidente di Chernobyl, invece, non ha raggiunto tali altitudini; è rimasto a livelli più bassi, entro i 12.000 metri

Le piogge che si sono verificate a fine aprile e inizio maggio 1986 l'hanno rapidamente portato a terra nelle zone che erano state raggiunte dalla nube radioattiva proveniente dall’Ucraina

La distribuzione delle ricadute radioattive è stata quindi molto più eterogenea, con concentrazioni localmente più elevate

Sono le ore 1:23 della notte del 26 aprile 1986 quando la centrale nucleare di Chernobyl è scossa da un'esplosione. Il sito si trova a 18 chilometri dalla città di Chernobyl, a 3 chilometri da Pripyat, nell’area settentrionale di un’Ucraina ancora parte dell’Unione Sovietica

È il più grave incidente mai verificatosi in una centrale nucleare, anche se il conteggio delle vittime è ancora incerto e largamente dibattuto, con cifre spesso enormemente diverse tra loro

L'esplosione innesca un incendio che produce un’enorme nube radioattiva. Il materiale radioattivo, trasportato lontano dalla nube, si deposita sul terreno. Piante e ortaggi sono i primi a farne le spese. Il raccolto analizzato, anche a centinaia di chilometri di distanza dall’incendio, è contaminato

L’emissione di vapore radioattivo cessa soltanto il 10 maggio 1986. 336mila persone sono state evacuate, molte delle quali non torneranno mai più a casa

L’ultimo reattore a essere spento è il numero 3, il 15 dicembre del 2000