Siccità, inondazioni e ondate calore: il 2024 del clima in Europa

Se non fosse che sulla copertina c’è scritto European State of the Climate 2024, quello che si legge nelle pagine e si vede nei grafici sembra la sceneggiatura dell’ambientazione di un thriller catastrofico. Lo scorso anno è stato, dal punto di vista climatico, decisamente brutto a livello globale e ancor peggiore per il Vecchio continente. I dati, raccolti ed elaborati da Copernicus e dall’Organizzazione meteorologica mondiale, registrano record di cui avremmo fatto volentieri a meno. E descrivono un continente diviso a metà, con le regioni nord-occidentali afflitte prevalentemente da un eccesso di precipitazioni mentre quelle sud-orientali da ondate di calore e siccità estrema. Un record poco invidiabile Il primo dato che preoccupa è il record di temperatura media continentale, mai così alto da quando si prendono le misurazioni. Il 2024 è primo anno in cui è stata infranta la fatidica quota di 1,5 gradi di innalzamento delle temperature fissata come obiettivo da evitare a tutti i costi dagli accordi di Parigi del 2015. E invece non solo le temperature superficiali dell’aria sono state superiori di più di un grado e mezzo rispetto alla media preindustriale , ma sono state superiori di 1,28 gradi rispetto alla media del periodo 1990-2020. Siamo quindi entrati in un territorio inesplorato e di cui nemmeno gli esperti conoscono le conseguenze. Solo 59 giornate in tutto l’anno hanno registrato temperature sotto la media, mentre per quasi metà anno i termometri hanno segnato temperature ben al di sopra della media, e per quasi un mese e mezzo ci si è trovati a fare i conti con record assoluti. Il culmine è stato toccato il 18 luglio, quando la media giornaliera di tutte le stazioni meteo in Europa ha toccato i 22,6 gradi. Un’estate bollente anche di notte La regione europea che più ha sofferto il caldo è stata quella sud-orientale, che comprende i Balcani e l’Italia meridionale. In questa regione l'estate nel suo complesso è stata di 3,3 gradi superiore alla media. Ci sono stati 66 giorni di almeno "forte stress da calore" , il numero più alto mai registrato e ben al di sopra della media di 29 giorni del periodo preso come riferimento . Al culmine dello stress da calore, il 13 agosto, il 99% della regione è stato colpito da almeno "forte stress da calore" e il 53% da almeno "fortissimo stress da calore" . Per metà dell'estate l'Europa sud-orientale ha patito ondate di calore, con un altro spiacevole record, quello dell’ondata di calore più lunga mai registrata, con 13 giorni consecutivi a metà luglio. E se di giorno si boccheggiava, non andavano meglio le cose durante le notti, quando solitamente si dovrebbe alleviare lo stress da calore diurno. Sono state infatti 23 le cosiddette notti tropicali, quelle in cui il termometro non scende mai sotto i 20 gradi. Un altro record ben al di sopra della media del periodo 1990-2020 che è di otto all’anno. Siccità mediterranea Tanto calore ha coinciso con precipitazioni inferiori alla media a partire dalla primavera, una penuria che si è intensificata durante l'estate, in concomitanza con il caldo. Le precipitazioni sono aumentate dall'inizio di settembre, ma senza modificare le condizioni di siccità, che sono persistite. L'Osservatorio europeo sulla siccità del Copernicus Emergency Management Service ha emesso avvisi per tutta l'estate per condizioni di siccità persistenti e stabili nell'Europa meridionale e orientale. I laghi e i fiumi della regione hanno registrato livelli d'acqua inferiori alla media rispetto all'estate del 2023, e le portate fluviali medie estive sono state "notevolmente" o "eccezionalmente basse" nel 35 per cento dei fiumi, soprattutto nel sud-est del continente. Alluvioni tutto l’anno E laddove non è piovuto troppo poco, è piovuto davvero troppo e troppo in fretta. Se un terzo dei bacini d'acqua era a secco, infatti, nel 2024 quasi un altro terzo è stato teatro di inondazioni. Nel 30 per cento della rete fluviale europea, le portate hanno superato la soglia di piena. La percentuale di allagamenti più alta dal 2013. Gli eventi alluvionali più estremi hanno costellato tutto il calendario e si sono concentrati nelle regioni dell’Europa settentrionale e occidentale. Hanno avuto inizio a gennaio, con la tempesta Henk che ha portato forti precipitazioni in Francia settentrionale, in Inghilterra e Galles, dove ha causato inondazioni lungo il Severn e il Tamigi. A febbraio, forti piogge hanno causato inondazioni nel nord della Spagna e a marzo, condizioni di umidità molto superiori alla media in Francia hanno portato a molteplici inondazioni. Una serie di tempeste durante il mese di maggio ha causato diverse inondazioni nella Francia orientale, nella Germania occidentale, in Belgio e nei Paesi Bassi. A giugno, la Germania meridionale ha subito inondazioni diffuse e la Svizzera ha visto inondazioni e frane. Una delle inondazioni più distruttive mai registrate in Europa si è verificata a settembre a causa della tempesta Boris, che ha colpito otto paesi dell'Europa centrale e orientale. La peggiore inondazione in Bosnia-Erzegovina dal 2014 si è verificata poco dopo, all'inizio di ottobre. Alla fine del mese, un sistema di bassa pressione isolato ha portato piogge intense e, in alcuni casi, da record causando inondazioni catastrofiche nella Spagna orientale, in particolare nella regione di Valencia. Un disastro continentale di cui è possibile, almeno in parte, misurare gli effetti nefasti. Nel 2024, tempeste e inondazioni hanno colpito circa 413mila persone, causando 335 vittime. E si stima che i danni causati da tempeste e inondazioni in tutta Europa siano ammontati ad almeno 18 miliardi di euro.

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