Quanto inquinamento indossiamo? Cosa dice il report sulle fibre sintetiche

Le fibre sintetiche, prodotte utilizzando materiali derivati dal petrolio, sono la scelta predominante nell'industria tessile: rappresentano due terzi della produzione e si prevede che questa cifra aumenterà al 73% entro il 2030. In particolare, il poliestere è la fibra sintetica più utilizzata nel settore della moda, nonché quella che ha la maggiore impronta climatica, con 125 milioni di tonnellate di emissioni di anidride carbonica nel 2022. L'abbigliamento che contiene fibre sintetiche non solo causa emissioni, ma contribuisce fortemente all’inquinamento globale: solo nel 2019, l’industria della moda ha generato 8,3 milioni di tonnellate di rifiuti, il 14% del totale di tutti i settori. Inoltre, le fibre sintetiche rilasciano microplastiche nell'ambiente : si stima che tra le 200mila e 500mila tonnellate di microplastiche che finiscono negli oceani ogni anno e ne sono già state trovate tracce in vari tessuti e fluidi umani, come la placenta, il latte materno, le urine, il sangue e persino nel tessuto cerebrale. L’ultimo report di Changing Markets Foundation analizza come 50 marchi di moda di tutto il mondo, tra cui Benetton, Patagonia, Adidas e Inditex, tra le altre, utilizzano le fibre sintetiche, quanto sono trasparenti a riguardo e quanto si impegnano per smettere di usarle. Inditex in cima alla classifica Lo studio della Fondazione si basa sulla raccolta di dati aperti e sulla diffusione tra le principali aziende di abbigliamento al mondo di un questionario. Arrivati alla terza edizione del report, gli autori affermano che il livello di segretezza aziendale è triplicato dal 2021: circa la metà delle aziende che non ha risposto a tutte le domande della survey nel 2023, lasciando grandi incognite sul loro utilizzo delle fibre sintetiche. L’azienda che ha affermato di aver utilizzato il maggior numero di tonnellate di materiali sintetici l’anno scorso è stata la multinazionale spagnola Inditex: 212.886 tonnellate, in aumento rispetto alle 178.030 tonnellate dell'indagine del 2022. Gli autori del report segnalano tuttavia che il brand cinese Shein quest’anno non ha condiviso queste cifre: dato che però nel 2022 Shein ha superato H&M e Inditex conquistando un quinto del mercato globale del fast fashion, è altamente probabile che sia anche il più alto utilizzatore di fibre sintetiche in termini di volume. Dei 23 brand che hanno partecipato al questionario, cinque non hanno condiviso informazioni sulla percentuale media di fibre sintetiche che contengono i loro capi di abbigliamento e sette hanno dichiarato di non saperlo . Quattro aziende hanno dichiarato che la componente sintetica di ogni indumento è inferiore al 20%, mentre altre quattro hanno registrato una media del 20-40% . Bonprix si è attestato sul 40-60% e Mango e Boohoo sul 60-80%. Più della metà dei brand nella “zona rossa” Per classificare le 50 aziende analizzate nel report, i ricercatori hanno scelto di suddividerle in quattro categorie: Le “aziende pioniere” non utilizzano fibre sintetiche o vogliono ridurne l’uso in maniera drastica e convinta; Nelle imprese “promosse con riserva” , i materiali sintetici rappresentano meno del 25% del totale: i brand sono anche molto trasparenti rispetto a questo dato e si impegnano per eliminarli del tutto; Poco trasparenti o molto dipendenti dall’uso di fibre sintetiche: questi brand sono i “fanalini di coda” della ricerca ; Nella “zona rossa” troviamo infine le aziende che si rifiutano di condividere informazioni sull’uso che fanno di fibre sintetiche. Più della metà del campione rientra nella “zona rossa”, un terzo si classifica come “fanalino di coda” e il 6% delle aziende viene “promossa con riserva”: solo due brand, Reformation e Hugo Boss, si distinguono per il loro impegno. In particolare, Reformation aveva già ottenuto ottimi risultati nel 2022 per essersi impegnata a eliminare gradualmente i materiali sintetici vergini entro il 2030 e a ridurre tutti i sintetici a meno dell'1% dell'approvvigionamento totale entro il 2025. In questa edizione, anche Hugo Boss ha raggiunto i primi posti della classifica per i suoi piani di eliminazione del poliestere e della poliammide entro il 2030. Tuttavia, il volume dei materiali sintetici utilizzati all’interno dell’azienda è aumentato del 143% tra il 2020 e il 2023, e se questa traiettoria continuerà metterà a rischio lo status di leader del marchio.

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