Legambiente: nel 2022 aumentano i reati ambientali lungo le coste italiane

Ambiente
Nicola Veschi

Nicola Veschi

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Cemento illegale, inquinamento e mala depurazione, pesca di frodo mettono sotto scacco il mare italiano e le aree costiere. Sono 19.530 i reati ambientali accertati lo scorso anno lungo le coste del nostro Paese: il 3,2% in più rispetto al 2021

Gli antichi romani chiamavano il Mediterraneo “Mare Nostrum”, perché apparteneva loro. Storie di guerre e di conquiste. Oggi quel senso di appartenenza che troviamo in “nostrum”, che porta con sé anche il rispetto e la cura sembra sempre più a rischio. Non a caso il rapporto di Legambiente sul mare violato e minacciato dall’aggressione criminale all’ambiente si intitola “Mare Mostrum”. Un gioco di parole che dà il senso della trasformazione nel rapporto tra l’uomo e la natura che lo circonda.

I reati ambientali lungo le coste italiane nel 2022

Cemento illegale, inquinamento e mala depurazione, pesca di frodo mettono sotto scacco il mare italiano e le aree costiere. Sono 19.530 reati ambientali accertati nel 2022 lungo le coste del nostro Paese: il 3,2% in più rispetto al 2021. Gli illeciti amministrativi, invece, sono stati 44.444, cresciuti del 13,1%. Diminuisce il numero delle persone denunciate e arrestate (in totale 19.658, il 4% in meno rispetto ad un anno fa). Ma soprattutto diminuisce in maniera più significativa il numero dei sequestri: 3.590, ossia il 43,3% in meno in dodici mesi.

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Il rapporto "Mare Nostrum"

Il rapporto “Mare Monstrum 2023” è stato divulgato alla vigilia dell’anniversario della morte di Angelo Vassallo, il sindaco pescatore di Pollica (in provincia di Salerno) brutalmente ucciso il 5 settembre 2010 per il suo impegno per la tutela del mare e delle coste del Cilento contro speculazioni e illegalità.

Nel 2022 a farla da padrone è il ciclo illegale del cemento (dalle occupazioni di demanio marittimo alle cave illegali, dagli illeciti negli appalti per opere pubbliche fino all’abusivismo edilizio) che da solo rappresenta il 52,9% dei reati (per un totale di 10.337), seguito dai diversi fenomeni d’illegalità (mala-depurazione e smaltimento dei rifiuti in particolare) che Legambiente classifica con la voce “mare inquinato” con 4.730 illeciti penali; con 3.839 casi la pesca di frodo si classifica al terzo posto tra le violazioni più frequenti. Cui si aggiungono le 624 le violazioni del Codice della navigazione relative alla nautica da diporto, anche in aree protette: un dato in netta crescita rispetto ai 210 del 2021 (+197,1%).

Insomma, una fotografia preoccupante su cui per Legambiente è urgente intervenire. L’associazione ambientalista fa otto proposte al Governo Meloni per tutelare in maniera più efficace uno straordinario patrimonio ambientale del Belpaese. Vanno dalla demolizione degli edifici abusivi affidata ai Prefetti, agli investimenti sui depuratori, dalla messa in regola delle reti fognarie, all’individuazione di aree nelle quali vietare lo scarico delle così dette acque nere e grigie, la lotta alla pesca illegale.

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Le regioni più colpite

Il 48,7% dei reati è stato accertato nelle quattro regioni a tradizionale presenza mafiosa: Campania, seguita da Puglia, Sicilia, Lazio e Calabria. Per quanto riguarda la classifica delle infrazioni per km di costa la Basilicata si conferma come prima regione come numero di reati e illeciti amministrativi accertati (32,7 per ogni km) seguita quest’anno dall’Emilia Romagna, con 29,1 infrazioni (era al quarto posto nel 2021), dal Molise (28), dall’Abruzzo (27,8) e dal Veneto, con 24 reati e illeciti amministrativi per ogni chilometro.

La maladepurazione resta una delle principali emergenze croniche da affrontare. Ancora oggi, infatti, sono quattro le procedure d’infrazione decise dall’Unione europea e attive nei confronti dell’Italia in tema di collettamento, fognatura e depurazione. Nelle scorse settimane, dopo mesi di inspiegabili ritardi, è stato nominato il nuovo commissario straordinario per la depurazione. Secondo Legambiente all’Italia serve un piano nazionale per la depurazione con più risorse economiche e il completamento veloce degli interventi sulla rete.

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