Attenti all’uomo! Lupi, cinghiali e l’arte della convivenza. La nuova puntata di Overview
AmbienteLa nuova puntata di "Overview - sguardo sui tempi che corrono", la serie di approfondimenti prodotta da Sky TG24 e realizzata da Tiwi, è un focus sul rapporto con animali che ormai incrociano sempre più spesso la nostra vita quotidiana. I numeri dicono che questi animali sono in aumento. Cerchiamo di capire se questa crescita rappresenta davvero un problema e come dovremmo comportarci
Gennaio, aeroporto di Torino. Un volo Ryanair sta per atterrare ma viene dirottato su Malpensa. Il motivo? Un cinghiale è riuscito a superare le barriere di sicurezza finendo sulla pista. È soltanto uno degli episodi di cronaca più recenti ed eclatanti. Se negli ultimi anni ci sembra di leggere sempre più notizie che riguardano i cinghiali – ma anche i lupi e gli orsi e il loro intreccio con la nostra vita di tutti i giorni – non si tratta soltanto di una sensazione. Anche i numeri ci dicono che questi animali sono in aumento. Ma questa crescita è un problema? E come dovremmo comportarci?
Un milione e mezzo di cinghiali
Partiamo dai cinghiali. Secondo l'Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale sarebbero un milione e mezzo quelli presenti nel nostro Paese. Si tratta di una specie tipica in Italia così come nel resto d’Europa. La popolazione si era ridotta notevolmente. Poi, nel secondo dopoguerra, è tornata in espansione grazie all’uomo che, per cacciarlo, ne ha immesso un gran numero nel territorio. Negli anni però le aree di montagna e rurali si sono spopolate, i cinghiali hanno potuto così proliferare senza ostacoli provocando anche danni all’agricoltura. Danni che dal 2015 al 2021 sono stati stimati in 120 milioni di euro. Anche per questo è aumentato l’abbattimento dei cinghiali che, sempre tra il 2015 e il 2021, è aumentato del 45%. L’86% degli abbattimenti (circa 1,8 milioni di animali) è avvenuto in attività di caccia e il restante 14% (circa 295.000 animali) in attività di controllo faunistico.

Non sono pericolosi ma...
Ma come arrivano i cinghiali nelle nostre città? Sono animali che si spostano e si nutrono di tutto. Se li vediamo sulle nostre strade è anche perché lì trovano scarti e rifiuti: insomma, disponibilità abbondante di cibo. I cinghiali, spiega Barbara Franzetti dell'Ispra, "non devono essere considerati pericolosi. Non attaccano volontariamente l'uomo. Anzi, se ci avviciniamo troppo, fuggono immediatamente e si allontanano da noi". Ma, aggiunge, Franzetti, "se dovessimo essere in una posizione per cui precludiamo agli animali qualunque via di fuga, in quel caso lì l'animale tenterà di fuggire, ovviamente puntando l'unico punto di passaggio in cui però siamo noi".
I lupi, sempre meno protetti
Se c’è un animale che ha nel cinghiale il suo, diciamo così, piatto preferito, questo è il lupo. Il lupo, così come le altre cinque specie di grande carnivoro che vivono in Italia, sono aumentate negli ultimi anni. Secondo un report realizzato per l’Unione Europea dal Large Carnivore Initiative for Europe (LCIE), gruppo specialistico dell'Unione internazionale per la conservazione della natura (IUCN), in Italia sono poco più di 2500 gli esemplari. Aumenta dunque la popolazione e fa discutere il fatto che il Comitato permanente della Convenzione di Berna abbia declassato il lupo da specie “strettamente protetta” a “specie protetta”.
Questo, spiega la naturalista e giornalista Valeria Barbi, "non significa che d'ora in poi sarà possibile cacciare liberamente il lupo, ma saranno gli Stati a fissare delle quote di prelievo su base annuale, con numeri che dovranno essere sempre ovviamente compatibili con lo stato di conservazione della specie. Sarà possibile cacciare i Lupi anche qualora non vi sia un reale rischio per la zootecnia oppure per l'essere umano". Qual è il problema? "Il naturale corollario del prelievo venatorio della caccia - aggiunge Barbi - è da sempre il bracconaggio che, insieme all'ibridazione con i cani domestici, è il principale fattore di rischio per la specie". L’espansione dei lupi va tenuta d’occhio ma non rappresenta un problema per l’uomo. Negli ultimi decenni infatti non si registrano casi di persone uccise dai lupi.

E gli orsi?
C’è un altro grande carnivoro su cui negli ultimi tempi si è concentrata l’attenzione della politica, cioè l’orso. È iniziato tutto con il caso di Andrea Papi, il runner ucciso da un orso nel 2023 in Val di Sole. Un gruppo di sindaci della zona si è mobilitato per chiedere un intervento del governo. I rappresentanti dei cittadini hanno portato a Roma i risultati di un referendum consultivo che, con maggioranza schiacciante, ha definito i grandi carnivori “un grave pericolo per la sicurezza pubblica” e un “danno per l’economia e la salvaguardia di usi, costumi e tradizioni locali”. La popolazione alpina è una delle due presenti in Italia con un centinaio di esemplari. L’altra è quella appenninica, con la sottospecie di orso bruno marsicano, la più piccola e minacciata in Europa. Che non si può dire rappresenti un danno per l’economia. Anzi. Una ricerca di qualche anno fa ha valutato il "servizio ecosistemico culturale" gratuito offerto dall'orso, in termini di pubblicità indiretta. Gli oltre 400 tra articoli e video sull'orso marsicano censiti tra il 2015 e il 2020 hanno generato un valore promozionale di pubblicità indiretta stimato in oltre 9 milioni di euro. Per quanto riguarda invece la popolazione alpina, stava per scomparire. Alla fine degli anni Novanta erano rimasti soltanto tre esemplari. Da qui è partito il progetto di ripopolazione che ha portato alla situazione attuale e al tema spinoso della convivenza con l’uomo.
L'arte della convivenza
Ma dunque, quali dovrebbero essere i confini tra zona urbanizzata e quella selvatica. Dobbiamo smettere di costruire vicino ai boschi oppure dobbiamo abbattere gli animali? "È necessario - spiega ancora Valeria Barbi - promuovere la coesistenza andando a lavorare con le comunità locali, promuovendo la conservazione di prossimità e incentivando l'educazione e l'adozione di tutti quegli strumenti di dissuasione e di prevenzione come possono essere le recinzioni elettriche o i cani da guardiania. In questo modo si potrà passare davvero da un approccio emergenziale. Quindi che porta ad agire solo quando c'è un problema ad una reale coesistenza".