
Nel report annuale di Legambiente è emerso che solo un litorale su tre è free in Campania. E anche in Emilia-Romagna e Liguria quasi il 70% del bagnasciuga è occupato da stabilimenti balneari

Legambiente ha lanciato l'sos sulle spiagge libere: le concessioni balneari sono "troppe, toccano quota 12.166". È quanto emerge dal Report 2022 dedicato agli arenili dell'associazione che sollecita l'approvazione dei decreti attuativi del dl Concorrenza
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“Tra i nodi da risolvere - per Legambiente - la scarsa trasparenza sull'affidamento in concessione, i canoni irrisori e l'assenza di un regolare censimento sul numero di stabilimenti presenti sul demanio marittimo”. Secondo il Rapporto, con quasi il 43% delle spiagge occupato da stabilimenti balneari e il 7,2% interdetto alla balneazione per l'inquinamento, resta disponibile liberamente appena la metà delle coste sabbiose del Paese
In Calabria la prima spiaggia naturista autorizzata
A pesare è anche l'aumento dell'erosione costiera che riguarda circa il 46% delle coste sabbiose, con i tratti di litorale soggetti a erosione triplicati dal 1970. Legambiente però sottolinea anche che la situazione è ben diversa tra regione e regione: "Non si possono mettere assieme situazioni come quelle di Ostia, Terracina e Pozzuoli - dove il controllo della criminalità organizzata su alcuni stabilimenti è confermato da sentenze della magistratura" con la Romagna dove comunque è garantito il libero accesso agli arenili

Riguardo alle regioni dove è più difficile trovare una spiaggia libera, veri e propri record a livello europeo sono toccati da Liguria, Emilia-Romagna e Campania. Anche i canoni sono ritenuti decisamente troppo bassi: secondo la Corte dei Conti per il 2020 le previsioni definitive sull'ammontare dei canoni per le concessioni balneari indicavano un totale di 104,8 milioni di euro, di una cifra accertata di 94,8 milioni, di cui 92,5 milioni riscossi

In queste tre regioni, secondo i dati del monitoraggio del Sistema informativo demanio marittimo (S.I.D.) effettuato a maggio 2021, quasi il 70% delle spiagge è occupato da stabilimenti balneari

Nel Comune di Gatteo, in Provincia di Forlì e Cesena, tutte le spiagge sono in concessione, ma anche a Pietrasanta (LU), Camaiore (LU), Montignoso (MS), Laigueglia (SV) e Diano Marina (IM) siamo sopra il 90% e rimangono liberi solo pochi metri spesso in prossimità degli scoli di torrenti in aree degradate

Mentre il 68% delle aree costiere sabbiose della Campania è occupato da stabilimenti, campeggi e complessi turistici e dunque sottratto alla libera fruizione, significa che solo una spiaggia su tre è free a causa del dilagare delle concessioni date ai lidi

Per risolvere la situazione, Legambiente ha avanzato 5 proposte: garantire il diritto alla libera e gratuita fruizione delle spiagge; premiare la qualità dell'offerta di quelle in concessione; ristabilire la legalità e fermare il cemento; definire una strategia nazionale contro erosione e inquinamento e un'altra per l'adattamento dei litorali al cambiamento climatico

Infine, nel Rapporto, Legambiente cita anche alcune buone pratiche in uso: si va dalla Sardegna con il riforestamento della Posidonia nel Golfo degli Aranci al Piano Comunale delle Coste di Lecce. Da Rimini arriva l'esempio del progetto "Parco del Mare" che si pone come obiettivo quello di rigenerare i 16 km costieri

In Veneto l'Associazione Unionmare Veneto, fra gli operatori balneari, ha avviato da tempo percorsi virtuosi che interessano le spiagge di Bibione, Jesolo, Caorle, Venezia, Eraclea, Sottomarina e Rosolina. Inclusività è la parola chiave della Terrazza "Tutti al mare!" di San Foca, nel comune di Melendugno in Salento, è una spiaggia accessibile per persone con gravi patologie neuromotorie di San Foca