Dalla trasformazione degli spazi urbani all'analisi dei Big data, dalla mobilità di servizio al geofecing. Ecco i trend globali su cui in questo nuovo anno verranno tracciate le direttrici per rivoluzionare il settore dei trasporti e abbattere il riscaldamento climatico
Complice la pandemia da Covid 19 (TUTTI GLI AGGIORNAMENTI - MAPPE E GRAFICI DEI CONTAGI IN ITALIA E NEL MONDO - I DATI DEI VACCINI IN ITALIA), il 2022 sembra destinato a essere un anno di profonde trasformazioni nel settore dell’automotive a livello globale. Non a caso anche l’Unione europea ha accelerato sui provvedimenti in ambito energetico, con politiche di incentivazione alla mobilità elettrica. In questo senso lo sviluppo si muove con due obiettivi principali: sia per velocizzare il cambiamento delle abitudini di consumo, sia per trovare nuove soluzioni tecnologicamente all’avanguardia per il settore dei trasporti.
Il settore trasporti tra le maggiori cause del cambiamento climatico
Il fine ultimo è quello di intervenire concretamente sull’impatto che l’uomo ha sul clima del pianeta, un traguardo che per quanto riguarda i trasporti si divide in quattro trend globali: la mobilità condivisa, la ridefinizione degli spazi urbani, l’individuazione di soluzioni innovative per la mobilità elettrica, IoT e Geofencing. Alcune recenti ricerche hanno dimostrato che il 24% di anidride carbonica prodotta a livello planetario dipende dal comparto dei trasporti, che è di fatto una delle maggiori cause del cambiamento climatico. In particolare, in Europa e negli Usa, questo settore pesa per il 30% delle emissioni di CO2 totali.
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Parigi, Amsterdam e Copenaghen le città più bike-friendly
Uno studio condotto durante il Mobility Futures 2030 Forecast da Kantar ha svelato come l’uso della bicicletta stia “guadagnando slancio in molte città di tutto il mondo, dato che le persone sono sempre più alla ricerca di modi di trasporto più verdi e sani”. Tra le città che più investono in questo senso, spiega il report, ci sono Parigi, Amsterdam e Copenaghen, che continuano a investire continuano a investire nel bike-sharing e nelle piste ciclabili. Secondo Kantar, infatti, entro il 2030, il settore della mobilità dovrebbe essere ripartito così: il 7% si muoverà usando la bicicletta, il 10% a piedi, il 32% coi mezzi pubblici e il 46% con l’automobile.
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Puntare sulla mobilità di servizio
Per il 2022, Kantar prevede un aumento dei sistemi digitali a sostegno della cosidetta mobilità di servizio (la Maas, Mobility as a Service), ossia quel tipo di trasporto a cui si accede tramite noleggio o abbonamento e che garantisce qualità in termini di impatto climatico. Secondo la ricerca, questa soluzione – che va dal car-sharing al bike sharing, può incidere in maniera concreta alla riduzione delle automobili private e alla diffusione di mezzi di traporto a emissioni zero.
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La trasformazione degli spazi urbani
Interventi come questo, assieme alle politiche di incentivo dello smart working, avranno un impatto importante alla trasformazione degli spazi urbani, in particolare in termini di viabilità. Come spiega lo studio “Mobility Report 2022” condotto da Stefan Carsten del Zukunftsinstitut, in Europa solo il 20% di tutti gli spostamenti in macchina si conclude davanti alla propria casa. Per questo servono politiche che trovino soluzioni ad hoc che impattino sul trasporto urbano attraverso una “architettura verde” dove, si legge nel reporto, “i parcheggi non domineranno più il paesaggio urbano. Invece, l’attenzione si concentrerà su concetti di condivisione”. Lo studio sottolinea quindi l’importanza “dell’ultimo miglio”, e cita Copenaghen e Amsterdam come esempi. Le due città, infatti, hanno puntato sul “cargo bike”, ridefinito la viabilità dei veicoli per corrieri e dei veicoli per pendolari e, in particolare, hanno incentivato soprattutto, stanno potenziando piste ciclabili e aree di interscambio per una mobilità multifunzionale.
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L’impatto delle auto a guida autonoma
Anche Singapore è una città che ha saputo ben interpretare i cambiamenti green in termini di mobilità. Come ha spiegato Carlo Ratti, professore universitario e direttore del Senseable city lab al Mit di Boston, il Comitato per il trasporto stradale autonomo di Singapore (CARTS) ha terminato la sperimentazione, durata sei anni, dei veicoli a guida autonoma, che secondo Ratti rivoluzioneranno il trasporto urbano e ridefiniranno le caratteristiche finora conosciute della città. Il MIT ha stimato che questa soluzione potrebbe abbattere l’80% dei posti auto a Singapore. Come spiega Ratti,“la maggior parte delle persone non ha bisogno che la loro auto sia parcheggiata fuori casa o in ufficio per tutto il giorno. Se quell’auto fosse a guida autonoma, potrebbe passare il suo tempo inattivo dando passaggi a membri della famiglia, vicini, conoscenti o chiunque altro in città”. Questo permetterebbe, quindi, nuove politiche per definire le aree pubbliche, liberate finalmente dalle file interminabili di auto parcheggiate.
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Il lavoro di Eni per spingere l’elettrico
Fondamentale, come è ovvio, sarà il ruolo che le aziende dei settori dell’energia e dell’automotive avranno sullo sviluppo innovativo e flessibile dei trasporti, sia nelle aree urbane sia in quelle extra urbane. non solo nelle aree urbane. Parlando del nostro Paese, Eni, da qualche mese sta mettendo a punto un cambiamento delle proprie stazioni di rifornimento per dare maggiore offerte alla mobilità elettrica, in particolare per l’incentivo del carsharing Eni “Enjoy” il cui parco vetture l’azienda sta progressivamente dotando di sole vetture elettriche. Infine, la congiunzione tra gli Eni mobility point ed il carsharing di Eni sta favorendo lo sviluppo non solo delle colonnine elettriche per la riscarica “fast” ed “ultrafast”, ma anche la diffusione di sistemi di ricarica per l’idrogeno sistemi di “battery swapping”.
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L'analisi dei Big Data e il geofecing
Secondo le previsioni degli esperti, la rivoluzione elettrica porterebbe con sé la necessità della raccolta e gestione dei dati, in particolare quelli delle vetture – sia pubbliche sia private - con l’obiettivo di renderle più efficienti in termini ambientali. In questo scenario, l’Internet of Things (IoT) e l’’intelligenza artificiale nel suo complesso giocheranno un ruolo fondamentale per analizzare i Big Data raccolti tra conducenti, auotomobili, aziende produttrici, centri di servizio e infrastrutture pubbliche. Anche i sistemi di geofecing avranno un ruolo determinante. In questo senso sono importanti i risultati della sperimentazione che si è conclusa alla fine dello scorso anno a Torino. Si è trattato del progetto “Turin Geofencing Lab”, a cui ha collaborato Stellantis: veicoli dotati di sensori sono stati monitorati in tempo reale sull’uso di sistemi elettrici per lo spostamento nelle aree ZTL. Una tecnologia che consentirebbe il passaggio automatico dal motore a combustione all’elettrico non appena la vettura varca un’area di geofencing all’interno di aree sensibili della città. Questo renderebbe possibile sia ridurre le emissioni di gas serra, sia migliorare la salute pubblica nei centri cittadini.