
Le microplastiche hanno contaminato anche l'Antartide. A confermarlo una recente spedizione di Greenpeace, che ha rilevato la presenza di queste minuscole particelle inquinanti e altre sostanzin mare e nella neve. FOTOGALLERY - LO SPECIALE: UN MARE DA SALVARE

"Siamo abituati a pensare all’Antartide come a una terra remota e incontaminata, ma ormai l’impronta dell’uomo è evidente". Così Frida Bengtsson, di Greenpeace, ha commentato i risultati preoccupanti delle analisi svolte su alcuni campioni raccolti dall'associazione durante l'ultima spedizione, tra gennaio e marzo 2018 (foto: Greenpeace) -
SPECIALE "Sky Un mare da salvare"
Analisi che hanno portato alla luce la presenza di microplastiche e di altre sostanze pericolose sia in mare che nei ghiacci antartici: in sette campioni su otto di acque superficiali sono state trovate infatti particelle di plastica e microfibre (foto: Greenpeace) -
Allarme microplastiche
Le analisi - importanti perchè al momento disponiamo di pochi dati riguardo alle microplastiche in Antartide - hanno documentato anche la presenza di sostanze contaminanti come i Pfas. L'associazione ambientalista ha inoltre trovato (e raccolto) rifiuti dell'industria ittica come boe, reti e teloni (foto: Greenpeace) -
Cosa sono i Pfas
L'Antartide è contaminato a causa dell’inquinamento, dei cambiamenti climatici e dagli effetti della pesca industriale del krill. "È fondamentale agire alla radice per porre fine alla presenza delle sostanze inquinanti", prosegue Frida Bengtsson (foto: Greenpeace) -
L'iniziativa Plastic Radar di Greenpeace
La proposta è quella di istituire un Santuario antartico per "garantire protezione a pinguini, balene e all’intero ecosistema", un progetto già sottoposto al vaglio dell'Unione europea che prevede la creazione di un'area protetta di 1,8 milioni di chilometri quadrati, pari a cinque volte l'estensione della Germania (foto: Greenpeace) -
Antartide, ghiacci a rischio