Inquinamento da plastica, l'Onu premia idee salva-oceani di studenti

Ambiente
Sono quattro le sezioni del concorso #CleanSeas: ingegneria, comunicazioni, economia, previsione e recupero (archivio Getty Images)
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Svelati i vincitori del concorso #CleanSeas Innovation Challenge indetto dal programma Ambiente dell'organizzazione delle Nazioni Unite e da Think Beyond Plastic. Una sfida a cui hanno partecipato quasi 200 progetti. Lo speciale SKY: Un mare da salvare

Dai piatti di biomateriale fatto con gli albumi delle uova, alle bottiglie di plastica riutilizzate per creare canoe. Sono queste due delle idee vincitrici della #CleanSeas Innovation Challenge, la competizione universitaria lanciata dal Programma Ambiente dell'Onu, che premia le idee creative per la lotta alla diffusione della plastica in mare: uno dei temi ambientali più urgenti del nostro tempo.

I vincitori delle varie sezioni

Lanciata nel giugno 2017 dall'UN Environment in collaborazione con Think Beyond Plastic, la competizione invitava gli studenti universitari alla ricerca di soluzioni innovative al problema dei rifiuti in mare. I concorrenti erano chiamati a presentare idee in quattro campi distinti: ingegneria, comunicazioni, economia, previsione e recupero. Gli organizzatori hanno reso noto che sono state presentate quasi duecento proposte di progetti originali. Una giuria di leader nel campo della scienza, economia, arti visive e dello spettacolo, cinema ed economia, ha poi decretato i quattro vincitori. Nel settore comunicazione ha vinto l'idea di produrre borse riutilizzabili per contrastare la diffusione dei sacchetti monouso. Le borse, chiamate Tasini, raffigurano animali marini per rappresentare gli ecosistemi da proteggere. Per il design ha vinto il progetto Eggxellent: nel quale viene promosso l'utilizzo di albumi di uova di scarto per la creazione di una plastica ecologica con cui realizzare piatti e bicchieri. Per l'economia è stato premiato Ecoboat, progetto ideato in Camerun che prevede uno schema di riciclo di bottiglie di plastica con cui produrre canoe per i piccoli pescatori. Per il recupero, infine, il progetto vincitore prevede l'uso di sistemi di telerilevamento per individuare i rifiuti lungo le coste del Cile.

L'appoggio della Nuova Zelanda

"I vincitori della sfida hanno mostrato grande creatività nel proporre nuove soluzioni per affrontare quello che è uno dei problemi ambientali più urgenti del nostro tempo. Auguro loro il meglio della fortuna nel portare avanti le loro idee", ha dichiarato il capo dell'UN Environment, Erik Solhiem. Il programma Onu ha inoltre reso noto che ogni anno finiscono negli oceani circa 8 milioni di tonnellate di plastica: l'equivalente di un camion pieno di rifiuti ogni minuto. Una quantità di inquinamento enorme che minaccia la sopravvivenza di pesci, di altre creature, e degli ecosistemi marini e costieri che supportano oltre tre miliardi di persone in tutto il mondo. In questo quadro è nata l'idea di #CleanSeas che il 12 marzo ha ottenuto anche l'appoggio ufficiale della Nuova Zelanda. Ad annunciarlo è stato il ministro dell'Ambiente associato, Eugenie Sage. "Le tartarughe e altri animali selvatici vengono uccisi dai rifiuti nei nostri oceani. - ha detto il ministro - Anche il problema della microplastica nei nostri oceani e il suo effetto sulla catena alimentare è una preoccupazione per tutte le specie ed è un potenziale rischio per la salute umana. La Nuova Zelanda è orgogliosa di unirsi a questa campagna per impedire che ciò accada".

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