Dal car sharing agli aggregatori: tutte le app per la mobilità urbana

Tecnologia
Enjoy, uno dei servizi di car sharing più diffusi in Italia (Fotogramma)
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Auto private o flotte condivise, ma anche biciclette e scooter. Senza dimenticare gli strumenti che aiutano a ottimizzare il proprio percorso fondendo trasporto pubblico e altri servizi. Ecco tutte le applicazioni più popolari per gli spostamenti in città

La condivisione dell'auto ha molti vantaggi: fa risparmiare, evita i fastidi della manutenzione e rende più semplice trovare parcheggio. Tutte comodità che possono essere garantite da un semplice tocco di smartphone. Non sorprende allora che i servizi di car sharing, così come altre app per la scelta e l'ottimizzazione del proprio percorso, si siano notevolmente moltiplicate negli ultimi anni, sfruttando la crescita del settore della "Sharing mobility".

Le app di car sharing

Si sono affermati, partendo da Roma e Milano per poi ampliarsi anche in altre città della penisola, gli operatori di car sharing: società con un propria flotta di auto e con una propria applicazione. Il meccanismo è, salvo variazioni per la gamma di auto disponibili, sempre lo stesso: ci si registra con lo smartphone e, tramite l'app, si mappano e si prenotano le vetture disponibili. Il pagamento è "a consumo", in base al tempo di utilizzo o alla distanza percorsa: primi esempi sono Enjoy e Car2Go, ma il numero di operatori conta tantissime altre aziende.

Gli aggregatori

Perché il car sharing funzioni, la copertura deve essere più possibile capillare. Un obiettivo che le singole flotte non riescono sempre a raggiungere. Ecco perché si stanno imponendo gli aggregatori, ovvero applicazioni che raggruppano in una sola mappa tutte le vetture disponibili dei diversi operatori, offrendo anche l'opportunità di prenotare le auto disponibili. Free2Move è un'app per Android e iOS che fa capo a Psa, il gruppo che controlla i marchi Peugeot, Citroën e Opel. Permette di trovare e confrontare le opzioni disponibili. A Bologna, Cagliari, Firenze, Genova, Milano, Palermo, Padova, Parma, Roma, Torino e Venezia è attiva Urbi. Il servizio permette all'utente di consultare non solo il car sharing ma l'intera offerta di mobilità condivisa: scooter e bike sharing, taxi e ride sharing (come Uber) e trasporto pubblico. Con una stima dei prezzi per ciascuna alternativa. Anche Google Maps sta andando in questa direzione: il servizio di Big G sta via via integrando il suggerimento del percorso con auto privata e mezzi pubblici al carpooling di BlaBlaCar e alle app come MyTaxi e Uber.

Le app per i taxi e Uber

MyTaxi è l'app che ha dato un nuovo volto digitale al servizio taxi: vanta 10 milioni di utenti e una rete di 45mila vetture. Si prenota l'auto e, sempre con il proprio smartphone, è possibile seguire il percorso del tassista in avvicinamento e pagare al termine della corsa. WeTaxi ha funzioni simili, ma offre in più la possibilità di condividere una corsa con chi ha intenzione di prendere la stessa vettura e fare lo stesso percorso. Per la legge, i taxi italiani non possono prendere "al volo" altri passeggeri e devono partire da stazioni prestabilite. L'app aggira questo vincolo individuando tratte fisse: la prima è stata inaugurata da e verso l'aeroporto Caselle di Torino. Uber, invece, dopo l'abolizione del servizio "UberPop", che consentiva a chiunque di fare da tassista, resta operativa con la sua funzione iniziale: il noleggio di vetture con autista.

Le mappe intelligenti

Moovit si focalizza invece sul trasporto pubblico. Per numeri (60 milioni di utenti) e diffusione globale (1600 città) è il leader del settore. Concentra le diverse opzioni per il trasporto pubblico - dai tram alla metropolitana fino al bike sharing - in una sola app e aggiorna in tempo reale le informazioni su orari, scioperi, fermate soppresse. Anche Transit, piuttosto diffusa in Nord America, svolge una funzione simile: in Italia è disponibile solo a Milano e Roma e indica il percorso migliore con i mezzi pubblici, fornendo costantemente aggiornamenti e dati. L'applicazione offre la possibilità di prenotare una Smart "Car2Go" o una corsa di Uber.

Il carpooling

Se il car sharing è la condivisione pubblica di una flotta, il carpooling permette l'utilizzo "in comunione" delle auto private. Il più famoso servizio di questo tipo è BlaBlaCar: il proprietario della vettura fissa punto di partenza, di arrivo e quota per un posto a bordo. Eventuali utenti interessati possono così unirsi e viaggiare in compagnia. Al termine del viaggio sia driver che ospiti compilano una recensione che si aggiunge al profilo di ogni iscritto. Alla fine ci guadagnano (quasi sempre) tutti: i costi del viaggio si abbattono, l'impatto positivo sull'ambiente è evidente e potrebbe moltiplicarsi ulteriormente. Se il carpooling si espandesse su scale urbana ogni auto condivisa significherebbe una o più vetture in meno in circolazione. Numeri facilmente traducibili in minor traffico e smog. JoJob è una startup italiana che fa proprio questo: propone alle aziende una piattaforma e un sistema di incentivi che spinga i dipendenti a condividere il tragitto casa-lavoro.

Non solo auto: il bike sharing

La condivisione non è solo su quattro ruote. Sono ormai piuttosto diffusi i servizi di bike sharing (cioè l'uso di biciclette comunali). Fino ad ora, però, richiedevano di prelevare e lasciare il mezzo in punti prestabiliti della città. In queste settimane sta prendendo piede a Firenze e Milano Mobike, il primo servizio free floating, cioè senza stazioni fisse. Funziona esattamente come il car sharing. La bici è dotata di gps. Viene individuata, prenotata e sbloccata con lo smartphone. E, alla fine, dopo aver pagato via app, si può parcheggiare in un qualsiasi punto della città.

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