Elon Musk: "Intelligenza artificiale potrebbe causare guerra mondiale"

Tecnologia
Il Ceo di SpaceX e Tesla, Elon Musk (Getty Images)

Il Ceo di Tesla e SpaceX ha spiegato in una serie di tweet perché la competizione per lo sviluppo dell'AI comporta rischi per l'esistenza della civiltà  

Altro che Corea del Nord: i maggiori rischi per lo scoppio di una terza guerra mondiale arriverebbero dall'intelligenza artificiale. A dirlo è il Ceo di Tesla e SpaceX, Elon Musk, in una serie di tweet molto espliciti: “La Corea del Nord - scrive - dovrebbe essere in basso nella nostra lista di preoccupazioni sul rischio dell'esistenza della civiltà”.

La terza guerra mondiale

Dopo aver condiviso un articolo di Russia Today nel quale il presidente russo, Vladimir Putin, metteva in risalto l'importanza dell'AI per il dominio del mondo, Musk ha commentato in un tweet le parole giunte dal Cremlino: “Cina, Russia, [saranno] presto tutti Paesi con una forte computer science. La competizione per la superiorità AI a livello nazionale sarà la causa più probabile della terza guerra mondiale, a mio avviso”. Putin, da parte sua, aveva dichiarato: “Chiunque diventi leader in questa sfera, sarà il dominatore del mondo”.

L'origine dei rischi

In risposta ad alcuni commenti, Musk ha chiarito meglio la natura del rischio che l'intelligenza artificiale porta con sé: l'inizio della terza guerra mondiale “potrebbe non essere decisa dai leader di stato, ma da una delle AI, se quest'ultima decide che un attacco preventivo sia il più probabile percorso verso la vittoria”. Per ottenere le tecnologie necessarie, inoltre, i vari Stati potrebbero minacciare le compagnie private, in quanto “i governi non seguono le leggi normali”, ha scritto Musk in risposta a un utente che si era detto scettico sulle reali capacità degli stati in materia di AI. Il fondatore di Tesla non è nuovo a questo genere di affermazioni, avendo parlato già in precedenza dei grandi rischi dell'intelligenza artificiale per l'uomo. Musk è direttamente impegnato nella sfida dell'AI. Ha già avviato una nuova startup, Neuralink, il cui ambizioso obiettivo è raggiungere la comunicazione diretta fra uomo e macchina tramite l'installazione di una sorta di chip nel cervello.


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