Restaurato il telescopio Schiaparelli, precursore della planetologia

Scienze
Il telescopio Merz-Repsold di Schiaparelli (foto: Museo Nazionale della Scienza e della Tecnologia)
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Una nuova vita per lo strumento che alla fine dell'800 venne usato dall’astronomo omonimo per mappare la superficie di Marte nella cupola dell'Osservatorio di Brera. Dal 29 settembre sarà esposto al Museo nazionale della Scienza e della Tecnologia a Milano

A distanza di oltre un secolo dal suo utilizzo, nuova vita per il telescopio Schiaparelli che alla fine dell'800 venne utilizzato per mappare la superficie di Marte nella cupola dell'Osservatorio di Brera. Lo strumento è stato recuperato grazie a un lavoro partito nel 2010 di Arass-Brera (Associazione per il Restauro degli Antichi Strumenti Scientifici Onlus) e dal prossimo 29 settembre, in occasione della Notte europea dei ricercatori, sarà esposto al Museo Nazionale della Scienza e della Tecnologia Leonardo da Vinci di Milano.

La storia di uno strumento all'avanguardia

Fu Giovanni Virginio Schiaparelli, direttore dell'Osservatorio Astronomico di Brera dal 1862 al 1900, a volere questo telescopio. Costruito da una collaborazione tra le officine tedesche Merz (per la parte ottica) e Repsold (per la montatura), venne finanziato dal Parlamento italiano nel 1878 e giunse a Brera quattro anni più tardi, nel 1882. Si trattò di un investimento di 250mila lire (equivalente a poco più di un milione di euro oggi), che rese l'Osservatorio fra i più avanzati al mondo. Il telescopio aveva una lente obiettivo del diametro di 49 centimetri che oggi non è più presente, una lunghezza focale di sette metri ed era caratterizzato da una colonna di supporto alta circa cinque metri. Il peso totale dello strumento si aggirava intorno alle sette tonnellate. Venne utilizzato, in particolare, tra il 1886 e il 1890 per approfondire gli studi di Schiaparelli su Marte già avviati precedentemente con uno strumento di dimensioni inferiori. Nel 1936 venne trasferito all'Osservatorio di Merate per poi essere smantellato definitivamente all'inizio degli anni '60. Nel 2010, in occasione del centenario della morte di Schiaparelli, l'Osservatorio Astronomico di Brera ha avviato un progetto di restauro e, a partire dal prossimo 29 settembre, il telescopio sarà di nuovo visibile al pubblico presso il Museo Nazionale della Scienza e della Tecnologia Leonardo da Vinci.

L'eredità del telescopio Schiaparelli

Al telescopio Schiaparelli sono legate le osservazioni del Pianeta Rosso che, per precisione e dettaglio, hanno segnato un punto di svolta nello studio dei pianeti. "Con questo strumento - spiega Gianpiero Tagliaferri, direttore dell'Osservatorio astronomico di Brera dell'Istituto Nazionale di Astrofisica (Inaf) - Schiaparelli ha sviluppato un nuovo metodo scientifico per studiare i pianeti, con mappe geografiche così accurate che ancora oggi hanno rilevanza e sono confrontabili con quelle moderne". La planetologia moderna oggi sfrutta strumenti sempre più potenti a caccia di tracce di vita nell’Universo. È il caso, come ricorda ancora Tagliaferri, del telescopio ottico più grande al mondo, E-elt dell'Eso, che sta prendendo forma in Cile anche grazie a un importante contributo italiano.

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