Banca Etruria, Maria Elena Boschi: usano vicenda per attaccare me e Pd

Politica
Maria Elena Boschi e il padre Pier Luigi, ex vicedirettore di Banca Etruria
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La sottosegretaria alla Presidenza del Consiglio replica su Facebook alle polemiche che hanno investito il padre Pier Luigi. “Chi ha sbagliato ad Arezzo pagherà”, ha scritto annunciando anche “azioni civili di risarcimento danni" nei confronti di diversi giornalisti

Maria Elena Boschi è intervenuta in prima persona sulla vicenda Banca Etruria, i cui ultimi sviluppi hanno coinvolto di nuovo il padre Pier Luigi scatenando un’ondata di polemiche a livello politico. "Chi ha sbagliato ad Arezzo ha pagato e pagherà. Spero che accada anche altrove. Ma se vogliamo difendere i cittadini che hanno perso i risparmi da Ferrara a Vicenza, nelle Marche come in Toscana, dobbiamo verificare le vere responsabilità”, ha scritto la sottosegretaria alla Presidenza del Consiglio in un lungo post su Facebook. “Noi siamo interessati agli atti, non alle strumentalizzazioni. Qualcuno usa questa vicenda da due anni per attaccare me e il PD. Io penso che sarebbe più giusto fare chiarezza sugli errori fatti da tanti per non sbagliare più”.

Le parole della Boschi

"Torno di nuovo sulla vicenda Banca Etruria. Mi scuserete ma credo sia necessario. Ripeto ciò che ho sempre detto: il fatto che mio padre sia stato per qualche mese vicepresidente della Banca non ha impedito al nostro governo di commissariarlo, come avremmo fatto con chiunque altro si fosse trovato in analoga situazione. La legge è uguale per tutti. Altro che conflitto di interessi: abbiamo mandato a casa quel CdA”, ha scritto Maria Elena Boschi. “La verità è semplice: se mio padre ha commesso reati ne risponderà come privato cittadino. Con tutti i doveri e tutte le garanzie previste dalla legge. Al momento non è neanche rinviato a giudizio. Ma comunque è una sua vicenda personale, certo non del Pd. La legge è uguale per tutti. Dal punto di vista politico il nostro comportamento è stato ineccepibile”. 

Boschi annuncia azione civile contro giornalisti

Boschi ha poi annunciato di aver "firmato il mandato per l'azione civile di risarcimento danni nei confronti del dottor Ferruccio de Bortoli. A breve procederò anche nei confronti di altri giornalisti. Mi spiace dover adire le vie legali contro alcuni giornalisti, non lo avevo mai fatto prima. Nemmeno in presenza di affermazioni evidentemente diffamatorie. Ma credo che sia ormai necessario farlo perché sulla verità dei fatti si pronunci un tribunale in nome della legge. Perché la legge è uguale per tutti, davvero".

Gli ultimi sviluppi della vicenda

Nelle ultime ore il caso Banca Etruria è tornato alla ribalta per la notizia che Pier Luigi Boschi, sarebbe indagato dalla procura di Arezzo per falso in prospetto e ricorso abusivo al credito in merito alla vendita di obbligazioni subordinate. Le polemiche sono scaturite soprattutto contro il procuratore di Arezzo Roberto Rossi, accusato di non averne parlato nella sua audizione del 30 novembre alla Commissione di inchiesta sulle banche. Rossi ha poi replicato con una lettera al presidente Pier Ferdinando Casini per chiarire la sua posizione.

La lettera del procuratore: "Sul falso in prospetto ho risposto”

Nella missiva Rossi ha spiegato che non ha negato che il padre della Boschi fosse indagato. Il pm sottolinea di aver risposto a tutte le domande e ricorda di aver risposto sulla posizione di Pier Luigi Boschi precisando che non è tra gli ex del cda Etruria rinviati a giudizio, ma di aver annuito quando gli è stato chiesto se lui e altri potrebbero essere indagati. Quando la discussione è passata sul falso in prospetto è stato lui stesso a chiedere la secretazione di quella parte perché sul fatto sono in corso indagini preliminari, coperte da segreto. Casini ha definito "la lettera chiara ed esauriente”.

Il nuovo fascicolo

Il nuovo fascicolo che coinvolgerebbe Pier Luigi Boschi nascerebbe da uno spezzone di indagine sulla vendita di obbligazioni considerate rischiose a clienti retail che non avrebbero avuto il profilo per acquisirle. Nel registro degli indagati ci sarebbero membri dell'ex cda della Banca, tra cui proprio Pier Luigi Boschi.

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