Banca Etruria, indagato padre Boschi. Pm Arezzo: non ho nascosto nulla

Cronaca

Roberto Rossi si difende dall'accusa di aver nascosto la notizia nella sua audizione alla Commissione d'inchiesta e scrive a Casini che dice: "Risposta chiara e esauriente". Maria Elena Boschi: "Usano vicenda per attaccare me e il Pd"

Pierluigi Boschi, padre del sottosegretario Maria Elena, sarebbe indagato dalla procura di Arezzo per falso in prospetto e ricorso abusivo al credito in merito alla vendita di obbligazioni subordinate ai clienti retail, in quanto ex componente del Cda di Banca Etruria, liquidata nel 2015. La notizia ha fatto scaturire nuove polemiche sulla questione Banca Etruria, che spesso ha acceso lo scontro fra le forze politiche, perché la notizia non era stata fornita dal procuratore di Arezzo Roberto Rossi nella sua audizione del 30 novembre alla Commissione di inchiesta sulle banche. Rossi ha poi commentato: “Tutto quello che avevo da dire l’ho detto”, e ha scritto una lettera al presidente della Commissione Pier Ferdinando Casini per chiarire la sua posizione su Pierluigi Boschi. La notizia ha fatto discutere i partiti: il Movimento 5 Stelle chiede cosa abbia da dire il partito di Renzi dopo l'esultanza della scorsa settimana. Il Pd replica: “I pentastellati fanno solo confusione, noi vogliamo la verità per il bene dei risparmiatori” e il sottosegretario Maria Elena Boschi su Facebook scrive: "Usano questa vicenda per attaccarmi".

La lettera del procuratore alla Commissione: "Sul falso in prospetto ho risposto"

Nella missiva inviata a Casini, Rossi ha spiegato che nella sua audizione in Commissione aveva escluso Boschi dall’inchiesta per la bancarotta di Banca Etruria, perché non aveva partecipato alle riunioni degli organi della banca che hanno deliberato finanziamenti finiti poi in sofferenza. Nel testo della lettera il pm sottolinea di aver risposto correttamente a tutte le domande e ricorda di aver risposto sulla posizione di Pierluigi Boschi precisando che non è tra gli ex del cda Etruria rinviati a giudizio, ma di aver annuito quando gli è stato chiesto se lui e altri potrebbero essere indagati. Rossi afferma poi di aver specificato alla Commissione che l'ex vicepresidente di Banca Etruria era escluso dal processo per bancarotta che è in svolgimento. Per quanto attiene invece gli altri procedimenti Rossi avrebbe ricordato che la posizione di non imputato non vuole dire non essere iscritto nel registro degli indagati. Rossi afferma di aver risposto alle domande sul reato di falso in prospetto, ma quando la discussione davanti alla Commissione è passata su quell'argomento, spiega nella lettera il procuratore, è stato lui stesso a chiedere la secretazione di quella parte di audizione perché sul fatto sono in corso indagini preliminari, coperte da segreto. Casini, in una nota, ha definito "la lettera del Procuratore della Repubblica presso il Tribunale di Arezzo, Roberto Rossi, chiara ed esauriente" precisando che domani, 5 dicembre, nell'Ufficio di Presidenza si parlerà comunque dell'eventualità di richiamare il pm davanti alla commissione.

Il nuovo fascicolo

Il nuovo fascicolo che coinvolge Pierluigi Boschi nascerebbe da uno spezzone di indagine sulla vendita di obbligazioni considerate rischiose a clienti retail che non avrebbero avuto il profilo per acquisirle. Nel registro degli indagati, secondo quanto riporta il quotidiano La Verità, ci sarebbero membri del cda della Banca, tra cui proprio Pierluigi Boschi, che è stato all'epoca vicepresidente, sebbene senza incarichi operativi. Il nuovo filone sarebbe partito dalle sanzioni da 2,8 milioni di euro elevate da Consob a settembre agli amministratori, sanzioni per le quali sono già scattati i ricorsi.

Le reazioni

Non sono mancate le reazioni della politica su una vicenda che spesso ha acceso lo scontro tra le diverse forze. Il senatore del Movimento 5 Stelle Carlo Martelli ha commentato: "Dopo l'esultanza dei giorni scorsi, oggi dal Pd assistiamo a un silenzio assordante rispetto alle nuove rivelazioni da parte della stampa, relative al procuratore di Arezzo e all'avviso di garanzia nei confronti di Pierluigi Boschi. Per quanto i renziani cerchino di gettare fumo negli occhi è evidente a tutti che ci sono aspetti relativi alla vicenda dell'istituto di credito toscano che non tornano e che lambiscono molto da vicino il partito di Renzi e il suo entourage”. La risposta del Pd è affidata a una nota di Franco Vazio, parlamentare Pd e componente della Commissione d'inchiesta sulle banche: “Insistere nel fare confusione su Banca Etruria nasconde l'obiettivo di non parlare dei veri problemi delle Banche. I 5 Stelle sono incompetenti e non conoscono regole e leggi. Il Pm Rossi in Commissione ha descritto i fatti, i documenti e le ragioni per le quali non è stato chiesto il rinvio a giudizio di Boschi per bancarotta”, spiega Vazio. “Rossi ha anche spiegato il perché: i crediti deteriorati che sono alla base del crack di Banca Etruria sono datati 2007/2010 quando Boschi non era nel suo Cda e perché Boschi non mai ha dato il via libera all'erogazione di crediti deteriorati, che poi non sono stati rimborsati. Su questo è stato audito il pm Rossi in Commissione Banche. Ai 5 stelle interessa solo la famiglia Boschi. A noi interessano le famiglie italiane”.

Boschi: usano vicenda per attaccare me il Pd

Maria Elena Boschi ha risposto con un lungo posto su facebook: "Chi ha sbagliato ad Arezzo ha pagato e pagherà. Spero che accada anche altrove. Ma se vogliamo difendere i cittadini che hanno perso i risparmi da Ferrara a Vicenza, nelle Marche come in Toscana, dobbiamo verificare le vere responsabilità. Noi siamo interessati agli atti, non alle strumentalizzazioni. Qualcuno usa questa vicenda da due anni per attaccare me e il PD. Io penso che sarebbe più giusto fare chiarezza sugli errori fatti da tanti per non sbagliare più". La sottosegretaria ha annunciato inoltre l'azione civile di risarcimento danni nei confronti di Ferruccio De Bortoli e di altri giornalisti. 

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