Blitz di naziskin a Como, Renzi: "Condannare senza se e senza ma"

Politica
Un frame tratto da YouTube del blitz di un gruppo di naziskin a Como (Ansa)

Il segretario del Pd commenta l’irruzione di un gruppo di skinheads a una riunione sul tema dell’accoglienza per leggere un volantino contro l’immigrazione. Replica di Salvini: "Il problema dell'Italia è lui, non presunti fascisti". In 4 denunciati per violenza privata

“Non soltanto il Pd condanna con fermezza, ma chiede a tutte le forze politiche di essere unanimi nel condannare ogni tipo di violenza di impianto fascistoide". Il segretario del Pd Matteo Renzi ha commentato così il blitz di alcuni naziskin del gruppo di estrema destra “Veneto Fronte Skinheads”, che martedì sera a Como hanno interrotto una riunione pubblica di una organizzazione attiva nelle politiche di accoglienza dei migranti per leggere un volantino di accuse nei confronti della rete stessa e contro l’immigrazione. "Il Pd è in prima fila a dire che è uno scandalo e una vergogna, ma mi piacerebbe lo fossero tutte le forze politiche”, ha proseguito Renzi. Poco dopo, sono arrivate le repliche del leader della Lega Nord, Matteo Salvini, che ha attaccato lo stesso segretario del Pd, e di Giorgia Meloni, di Fratelli d'Italia. E mentre i denunciati per violenza privata sono quattro, il vicesegretario dem Maurizio Martina ha annunciato per sabato 9 dicembre "una grande manifestazione a Como contro ogni intolleranza". Il ministro della Giustizia Andrea Orlando, invece, ha dichiarato: "Credo che la minimizzazione sia uno dei presupposti al fatto che questi comportamenti stanno riprendendo piede e riacquistando cittadinanza".

La condanna di Renzi

Matteo Renzi ha parlato in occasione della tappa ad Asti del suo tour “Destinazione Italia” dicendo che "su questi temi non devono esserci divisioni”. Si è poi detto "preoccupato per alcune considerazioni fatte in queste ore. C'è un atteggiamento quasi timido nel condannare gesti come questi che invece vanno condannati da tutte le parti politiche. Poco dopo, Renzi è tornato sulla vicenda twittando che "qualsiasi gesto di violenza va condannato senza se e senza ma. Intimidazioni e provocazioni di segno fascistoide vanno respinti non solo dalla sinistra ma da tutta la comunità politica nazionale, senza eccezione alcuna. Su questi temi non si scherza”. "Nessuno può banalizzare e minimizzare i tanti episodi di intolleranza e razzismo che stanno emergendo da più parti nel Paese. Occorre ora una reazione popolare, partecipata e aperta capace di coinvolgere tutte le persone che non vogliono accettare questa deriva pericolosa. Il Pd c'è. Non giriamoci dall'altra parte", ha aggiunto più tardi Martina annunciando la manifestazione.

Sala: serve condannare in modo radicale 

Una netta condanna è arrivata anche dal sindaco di Milano Giuseppe Sala: "Io non sono tra quelli che sottovalutano questi fatti, anzi bisogna porre molta attenzione e sono meravigliato che negli ambienti di destra non predano radicalmente le distanze”, ha detto il primo cittadino a margine del Consiglio metropolitano. "Bisogna condannare in maniera radicale fatti del genere. Bisogna porre la massima attenzione e intervenire. Da quello che vediamo non è stata un'iniziativa isolata, anche Milano infatti è stata interessata da questi sentimenti nostalgici che fanno solo male. Secondo me non è mai abbastanza lo sforzo per evitare rigurgiti fascisti".

Boldrini: "Serve mobilitazione civile"

Critica anche la residente della Camera, Laura Boldrini: "Ritengo che sia necessario ricorrere a delle misure adeguate ma anche che sia necessario che ci sia una mobilitazione civile su questo, perché non possiamo permettere a questi gruppi di sporcare la nostra bella Costituzione e la nostra democrazia, che non è compatibile con questi estremisti", ha detto da Firenze.

Le repliche di Salvini e Meloni

"Il problema dell'Italia è solo Renzi, non i presunti fascisti. Lui si occupa di fake news e del ritorno del fascismo che non esiste", ha replicato il leader della Lega Matteo Salvini, "certo che entrare in casa di altri non invitati non è elegante, ma il tema dell'invasione dei migranti sottolineato dai skinheads è evidente. Da una settimana assistiamo a dibattiti surreali”. Secondo Giorgia Meloni di FdI, “È stato un atto di intimidazione e per me è inaccettabile. Trovo abbastanza ridicolo l'appello di Renzi, perché la violenza non è oggettivamente quello che ieri si è visto a Como: è un atto di intimidazione ma non è un atto di violenza. La violenza noi l'abbiamo invece vista un sacco di volte dai compagni dei centri sociali, quelli che distruggono intere città e bruciano le macchine degli italiani, e nessuno ha mai fatto gli appelli per la condanna delle violenze dei centri sociali".

Le denunce

La Digos, intanto, grazie ai video girati durante il blitz ha identificato 8 dei 13 skinheads che martedì sera hanno interrotto una riunione pubblica della rete “Como senza frontiere” per leggere un volantino di accuse nei confronti della rete stessa e contro l'immigrazione. Quattro di loro sono stati denunciati per violenza privata. Si tratterebbe di giovani già noti alla Digos in quanto legati agli ambienti degli ultrà del Como. Anche gli altri identificati, persone già note in ambienti neofascisti e che gravitano nel Mantovano e nel Bresciano, saranno denunciati come gli altri. Per dare un nome agli altri cinque partecipanti al blitz è stato chiesto l'aiuto della Questura di Vicenza perché l'associazione firmataria del documento ha sede a Lonigo (Vicenza). Per ora, come detto, la Questura di Como procede per il reato di violenza privata (articolo 610 c.p.), che punisce con la reclusione fino a 4 anni "chiunque, con violenza o minaccia, costringe altri a fare, tollerare od omettere qualche cosa". Quanto accaduto a Como potrebbe inoltre configurare l'aggravante prevista dal Codice (art. 339 cp) qualora la violenza o la minaccia sia commessa "da più persone riunite, con scritto anonimo, in modo simbolico o valendosi della forza intimidatrice derivante da associazioni segrete, esistenti o supposte".

Le indagini

Gli investigatori, coordinati dalla pm Simona De Salvo e dal procuratore Nicola Piacente, stanno anche lavorando su come il gruppo di skinheads sia venuto a conoscenza della riunione di "Como senza frontiere" e come sia nata l'idea del blitz. Se necessario, potrebbero anche essere sentiti i volontari presenti alla riunione. L'irruzione è avvenuta durante una riunione della rete di gruppi impegnati a favore del'l'integrazione dei migranti, nata dopo l'emergenza dell'estate 2016 alla stazione di Como. I militanti di estrema destra, tutti con teste rasate e giubbotto nero, hanno interrotto l'assemblea e letto un "proclama" contro "l'immigrazionismo". Il documento si conclude con "basta invasione!" e con l'avverbio "ferocemente" messo prima della firma. Dopo la lettura della nota, i militanti di estrema destra si sono allontanati. Il tutto è avvenuto senza violenza. La vicenda è anche oggetto di un'interrogazione al ministro dell'Interno Minniti firmata da alcun deputati Pd. "I nostri attivisti non hanno reagito alle provocazioni e hanno atteso la fine della squallida buffonata cui erano loro malgrado testimoni dimostrando forza d'animo e fermezza", scrive Como Senza Frontiere. "Ci auguriamo una ferma condanna da parte delle istituzioni per questo attentato alla libertà collettiva, chiedendo che non sia lasciata agibilità politica a chi viola i principi della Costituzione".

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