Renzi e le alleanze: "Se Pd prende voti, larghe intese non servono"

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Il segretario dei Dem parla da Napoli: “No veti al centro, niente limiti nel centrosinistra, non siamo partito di plastica”. L’ex premier rivendica di aver portato l’Italia fuori dalla crisi: “Con noi le tasse sono scese”. Poi attacca Lega e M5s

"Puntiamo a governare da soli, come coalizione. Più voti prende il Pd, meno possibilità ci sono di larghe intese". Il segretario del Pd Matteo Renzi parlando da Napoli alla Conferenza programmatica del partito, è tornato sul nodo alleanze. "Non si possono mettere veti sulle realtà che vengono dal centro. E non possiamo permetterci veti alla nostra sinistra”, ha spiegato il leader Dem. “Se qualcuno pensa che fuori dal Pd sia più facile difendere gli ideali della sinistra, rispondiamo che fuori dal Pd, non c'è la rivoluzione socialista ma Di Maio. Se però c'è disponibilità a centro e sinistra di creare strutture e aprire ragionamento sui contenuti ci siamo. Ma non rinunciamo alle nostre idee". 

Renzi: Pd perno governo, no veti ma più importanti voti

"La legge elettorale che il Parlamento ha approvato impone le coalizioni”, spiega Renzi. “Io condivido il discorso di Gentiloni: il Pd deve essere il perno del prossimo governo”. L’ex premier aggiunge: "Io i veti non li metto e chiedo al Pd di non metterli nei confronti di nessuno, di superare gli insulti che abbiamo ricevuto perché non si vive di risentimenti o di rancore. Siamo in totale e trasparente disponibilità. Ma per le prossime elezioni sono più importanti i voti dei veti”. Secondo Renzi, "siamo una squadra: il problema non è chi di noi sarà al governo ma se ci saremo noi o ci saranno gli altri. L'unica cosa che mi interessa è riportare il Pd al governo del Paese”.

“Ripartiamo da Paese fuori da crisi”

Matteo Renzi, durante il suo discorso alla Conferenza programmatica del Partito Democratico che si tiene a Portici (Napoli), ha rivendicato di aver portato l'Italia fuori dalla crisi: “Nel 2014 c'era chi voleva portare il Paese fuori dall'euro e chi lo ha portato fuori dalla crisi. Chi lo ha fatto si chiama Partito democratico, non altri. Dirlo non è arroganza ma consapevolezza di quel che abbiamo fatto”. L’ex premier ha poi lanciato una stoccata agli avversari: "Parlano di flat tax ma poi le tasse le riduciamo noi. Loro le aumentano, noi le riduciamo. Berlusconi si è ripresentato sulla scena dicendo che abbasserà le tasse. Il milione di posti di lavoro non l'ha potuto dire perché l'abbiamo fatto noi, l'Imu l'abbiamo fatta noi. Ha detto il bollo sulla prima auto perché non ne aveva altre”.

“Non siamo un partito di plastica”

“Non siamo un partito di plastica, e il nostro viaggio in treno dimostra che ci mettiamo in discussione confrontandoci con chi ci aspetta nelle stazioni”, ha proseguito Renzi. “Chiedere un'Europa diversa non è populismo. Sì che vogliamo più Europa, ma non l'Europa della tecnocrazia e della burocrazia soltanto. C'è una frizione e una tensione costante in Europa. Porre questi temi non è da populisti ma da quelli che vogliono sconfiggere i populisti sennò vincono gli altri".

Messaggi per Gentiloni e Grasso

Renzi ha poi inviato un abbraccio al presidente del Consiglio Paolo Gentiloni, con cui ammette di aver discusso per Bankitalia. "Non entro nelle dinamiche di questa settimana, perché siamo un Partito democratico, abbiamo discusso, le istituzioni hanno deciso e ieri abbiamo accolto Gentiloni con un abbraccio, oggi gli facciamo un applauso. Quella vicenda è chiusa, finita". L’ex premier ha poi detto di aver vissuto "con dolore il fatto che il presidente del Senato Grasso abbia lasciato la tessera del Pd e mi dispiace, non dobbiamo fare polemiche. Ma non possiamo accettare che si dica che la fiducia è un atto di violenza: non lo è stato, un atto di violenza". 

Frecciate a Lega e M5s

Il segretario Dem ha infine lanciato frecciate a Lega e M5s. "Lega ladrona. Loro sono diversi solo quando non scendono a valle. Perché quando scendono a valle rubano più degli altri”, ha detto l’ex premier. Il M5s invece dà la colpa a "quelli di prima" anche dove governa ormai da tempo, come a Roma e Torino. "A Roma sono 500 giorni che governa Virginia Raggi, eppure la colpa è sempre di quelli di prima. A Torino è sempre colpa di Fassino: la multa che non hanno pagato è stata colpa di Fassino? Hanno fatto un falso in bilancio, è colpa di Fassino", ha concluso Renzi.

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