Comunali 2017, Taranto: 10 candidati per la corsa a sindaco

Politica
L'Ilva di Taranto (Fotogramma)
Fotogramma_Taranto_elezioni

Sono 170.173 gli elettori chiamati ad esprimersi sulla scelta del successore di Ippazio Stefàno. Alle elezioni partecipano anche 1149 aspiranti ai 32 seggi da consiglieri comunali. Al centro del dibattito c'è il futuro dell'Ilva. IL LIVEBLOG

 

Taranto è uno dei 54 Comuni pugliesi, nonché uno dei due capoluoghi di provincia assieme a Lecce, chiamati al voto nella tornata elettorale del prossimo 11 giugno (con possibile ballottaggio il 25 giugno). Una partita politica importante in cui si deciderà il successore di Ippazio Stefàno, il sindaco in quota Sinistra italiana che lascia il suo posto dopo dieci anni e due consiliature. A contendersi il suo posto ci sono 10 candidati appoggiati da 37 liste, due in più del 2012, affiancati da ben 1149 pretendenti alla carica di consigliere comunale, per i quali sono disponibili 32 seggi. (Affluenza e risultati in tempo reale).

Centrosinistra diviso su cinque nomi

Sul versante politico di sinistra sono cinque i nomi sui quali saranno chiamati ad esprimersi di 170.173 elettori tarantini. Il Partito democratico ha puntato su una figura “esterna” scegliendo l'imprenditore Rinaldo Melucci. Sulla sua candidatura sono confluiti anche gli appoggi di Psi, centristi, il Campo progressista di Giuliano Pisapia e quattro liste civiche. Si presenta anche l'ex giudice di sorveglianza e volto televisivo Massimo Brandimarte, con il pesante appoggio diretto del sindaco uscente Stefàno. Nella galassia del centrosinistra orbitano anche le candidature di Pietro Bitetti, ex Pd e presidente uscente del Consiglio comunale, che ha deciso di tentare la corsa con sette liste civiche; Franco Sebastio, ex Procuratore della Repubblica in quota Rifondazione comunista; e l'imprenditore agricolo Vincenzo Fornaro che corre con i Verdi e altre sigle tra cui Dema, il partito del sindaco di Napoli Luigi De Magistris.

La destra e il centrodestra

Stefania Baldassari, ex direttrice della casa circondariale cittadina, è la candidata di punta del centrodestra con Forza Italia che per l'occasione è diventata Forza Taranto e l'appoggio di altre sette liste, a partire da Direzione Italia, partito fondato da Raffaele Fitto e che, per la tornata, cambia nome in Direzione Taranto. Il presidente dell'Aci, Pino Lessa è il secondo candidato dell'area di centrodestra con la lista civica Lessa Sindaco. Mario Cito, ripropone per la seconda volta la sua candidatura dopo la sconfitta del 2012, in quota At6-Lega d'azione, partito di destra radicale fondato dal padre Giancarlo.

Il Movimento 5 stelle e l'unica candidatura “civica”

La formazione di Beppe Grillo schiera l'avvocato ambientalista Francesco Nevoli, vincitore delle “comunarie” del movimento, le consultazioni online tenute per scegliere i candidati sindaco. Ultima candidatura, ma terza in ordine di presentazione, è quella di Luigi Romandini, ex dirigente della Provincia, che scende in campo con tre liste civiche di area cattolico-moderata.

Il caso Ilva

Al centro dei programmi e del dibattito politico ci sono le differenti posizioni dei vari candidati sull'Ilva, l'acciaieria più grande d'Europa che, solo a Taranto, dà lavoro a circa 13mila persone. Ma che costituisce anche un problema sanitario e ambientale di vaste proporzioni. Sull'utilità del colosso la magioranza dei candidati sembrano essere d'accordo, così come sulla necessità che vengano apportate quanto prima delle modifiche per rendere la produzione ecosostenibile e sicura. Per Baldassarri il problema della chiusura non si pone: è necessario mantenere quelli che sono gli attuali livelli occupazionali, avendo un occhio particolare per le questioni legate all'ambiente e alla salute. Melucci ha invece ammesso la possibilità di chiudere il colosso se è tutta la comunità interessata a chiederlo apertamente. Sebastio, l'ex procuratore a capo dell'inchiesta che nel 2012 rivelò i danni provocati dall'azienda, ha sostenuto che lo stabilimento deve continuare a produrre, ma con standard di sicurezza già impiegati negli altri poli siderurgici europei all’avanguardia. Nel suo programma, il pentastellato Nevoli propone una chiusura delle fonti inquinanti, una bonifica del territorio una riconversione economica dell'area che tenga conto dei lavoratori attualmente impiegati. Simile la posizione dell'ambientalista Fornaro che, a causa dell'inquinamento prodotto dall'azienda, fu costretto ad abbattere 600 capi di bestiame. E che oggi si dice per la totale chiusura dell'Ilva e per costruire a Taranto un'economia basata su turismo, artigianato, agricoltura e cultura.

Porto, sicurezza e rilancio economico

Dalla riqualificazione portuale, alla sicurezza fino al rilancio economico del territorio. Sono tante le questioni sul piatto che il prossimo sindaco dovrà affrontare. Attualmente il banchina container del grande scalo portuale è vuota perchè non c'è un concessionario selezionato per lo smistamento delle merci e le infrastrutture (soprattutto i fondali) sono insuffcienti. Una proposta concreta è arrivata da Brandimarte che propone di velocizzare l'opera di dragaggio dei fondali e la costruzione della diga foranea frangiflutti, per favorire il rientro del commercio. Sulla questione sicurezza tutti d'accordo nella necessità di riportare il livello cittadino sotto il livello di guardia. Qui la proposta della Baldassari è quella di costituire una sorta di task force permanente di contrasto alla criminalità che operi grazie a nuovi sistemi di videosorveglianza. Infine, la quesitone di un più ampio rilancio economico, con più di un candidato deciso a percorrere la strada della Zes (Zona economica speciale), ovvero un'area a tassazione agevolata per favorire la circolazione di beni e servizi.

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