Berlusconi: "Alleanza con la Lega mai venuta meno"

Politica

"L'esperienza dei cosiddetti tecnici è finita, le dimissioni di Monti erano doverose" dice il Cavaliere dopo il vertice del Pdl sulle elezioni in Lombardia. E per le prossime politiche punta all'intesa col Carroccio. Attesa per la reazione dei mercati

"L'esperienza del governo dei cosiddetti tecnici è finita e i risultati sono stati assolutamente negativi". Così Silvio Berlusconi si è espresso sull'esecutivo guidato da Monti, dopo il vertice tenuto con il Pdl a Milano sulle prossime elezioni in Lombardia. Alla domanda se sia rimasto sorpreso dalle dimissioni di Monti: "Cambia poco - ha risposto Berlusconi - perché abbiamo l'anticipo di un voto di un mese, un mese e mezzo. Noi abbiamo tenuto fede agli impegni". "Pensavamo anzi che le dimissioni fossero doverose" ha poi aggiunto il Cavaliere.
Il leader del Pdl, dopo aver innescato la crisi del governo e dopo aver annunciato ufficialmente l'intenzione di tornare in campo "per vincere", si mostra dunque agguerrito. "Se Monti vuole scendere in campo, faccia pure, io non lo temo" avrebbe detto Berlusconi nel corso del summit. (LE FOTO). Da Berlusconi anche una strizzata d'occhio a Renzi: "Se vuole venire da noi è benvenuto".

Berlusconi: "Alleanza con la Lega mai venuta meno" - Al centro della riunione in particolare gli equilibri con la Lega Nord, sul cui sostegno il Cavaliere conta per le prossime elezioni politiche. "Con la Lega non è mai venuta meno l'alleanza - ha sostenuto Berlusconi - Stiamo cercando di risolvere il problema della Lombardia, che discende dall'alleanza a livello nazionale". "Abbiamo deciso di sederci ad un tavolo - ha proseguito - per affrontare il problema a livello nazionale, e poi penseremo a quello lombardo, ma non vedo possibilità di contrasti". Un ticket Maroni-Gelmini per la Regione Lombardia "potrebbe essere un punto di arrivo" ha poi aggiunto.

"Prima di parlare di candidato in Lombardia, bisogna parlare di contesto nazionale" ha spiegato anche il coordinatore lombardo del Pdl Mario Mantovani al termine del vertice. E per questo, ha aggiunto, "per noi è prioritario che la Lega esprima la sua posizione in un quadro nazionale". "L'incontro è stato molto costruttivo e non c'è chiusura verso Maroni" ha detto anche Berlusconi al termine della riunione.




Salvini: "Presenza di Berlusconi non aiuta" - La prima risposta dal Carroccio non è però incoraggiante. "La presenza di Berlusconi non aiuta a parlare di programmi e proposte concrete, speriamo in un centrodestra nuovo e pulito" ha commentato infatti il segretario della Lega in Lombardia, Matteo Salvini, dopo la presa di posizione del Pdl.

Attesa per la reazione dei mercati
- Intanto, sul piano nazionale, resta l'attesa per la reazione dei mercati con i timori che dopo le dimissioni annunciate dal premier Monti possano acuirsi quelle tensioni che già venerdì hanno riscaldato di qualche grado il termometro degli spread. "Vedremo cosa faranno" ha detto il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, rispondendo ad una domanda sugli allarmi per un possibile riaccendersi della speculazione. Ipotesi che hanno già animato tutti i media, nazionali e internazionali, intervenuti sulle dimissioni del premier arrivate al termine di una settimana in cui il differenziale tra i Btp italiani ed il bund tedesco, dopo essere precipitato ai livelli minimi da marzo a 292 punti, è risalito fino a quota 330 per chiudere, venerdì, a 324 punti.

Probabile voto in febbraio - I partiti intanto stanno facendo i conti sulla possibile data delle elezioni dopo l'accelerazione impressa da Mario Monti che, allo stato, ritiene inappellabile la sua decisione di dimettersi subito dopo il varo definitivo da parte del Parlamento della legge di stabilità. Il provvedimento sarà in Aula al Senato il 18 dicembre e poi alla Camera per l'ok finale. Il tutto potrebbe anche esaurirsi, con un accordo tra le forze politiche della maggioranza, nella settimana che va dal 17 al 21 dicembre. Sulla base di questo possibile iter, il Capo dello Stato potrebbe anche sciogliere le Camere e indire i comizi elettorali entro il 21. E a quel punto, sulla base della tempistica prevista dalla Costituzione, le elezioni si devono svolgere in un arco di tempo compreso tra i 45 e i 70 giorni, appunto tra il 10 e il 24 febbraio del 2013. Un range a cui ha fatto riferimento anche il presidente della Camera Fini, spiegando che la data delle politiche potrebbe anche essere quella del 10 febbraio. 

Altra incognita, la possibile discesa in campo alle prossime elezioni, a capo di una sua lista, del premier Monti. Alla domanda avanzata dal direttore del Corriere della Sera De Bortoli su una sua possibile candidatura infatti Monti non risponde. "Il silenzio dell’interlocutore è significativo, è chiaro che ora si sente libero di decidere" scrive il direttore del Corriere della Sera.

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