Inno di Mameli, polemiche su Luca Zaia

Politica
Il governatore del Veneto Luca Zaia
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Secondo diverse testimonianze il governatore del Veneto avrebbe fatto sostituire l'inno nazionale con il Va' Pensiero nel corso di un'inaugurazione. Ignazio La Russa: "'E' un fatto grave". Andrea Ronchi: "Oltraggio alla nazione". Interrogazione del Pd

Luca Zaia, il governatore del Veneto eletto lo scorso marzo, è finito nell'occhio del ciclone delle polemiche dopo che, nel corso dell'inaugurazione di una scuola a Treviso, avrebbe chiesto di sostituire l'Innno Nazionale con il Va' Pensiero di Giuseppe Verdi. A riportare la notizia è stata La Tribuna di Treviso, che riporta come un portavoce dell'ex ministro dell'Agricoltura avrebbe imposto il cambio di programma.

Immediate le reazioni, anche dai compagni di coalizione di Zaia. Ignazio La Russa si è detto stupito e ha tentato una difesa d'ufficio dell'ex collega: "Zaia ha fatto sostituire l'Inno di Mameli con il Va' pensiero? Non mi sembra possibile, anche perché il Va' pensiero è ancora più patriottico dell'Inno di Mameli, e dunque sarebbe contraddittorio per un leghista. Comunque, se fosse vero, sarebbe grave, perché non spetta a un governatore far sostituire l'inno italiano". Critiche anche dalla Fondazione di Gianfranco Fini, FareFuturo, che sul suo sito web definisce quella del governatore veneto, "l'ultima sparata trita e ritrita". Da parte sua Zaia cerca di gettare acqua sul fuoco, tentando di smentire l'accaduto e in una nota afferma di non essere "intervenuto sul programma della manifestazione; l'Inno di Mameli è stato regolarmente cantato dal coro al momento del taglio del nastro".

Ma secondo le testimonianze raccolte l'Inno nazionale sarebbe stato eseguito quando ormai Zaia non era più presente. Marco Titotto, il direttore del coro Polifonico di Salvarosa, 60 appassionati di canto cooptati per la cerimonia d'inaugurazione della nuova scuola primaria di Fanzolo di Vedelago, ha raccontato all'Ansa che "l'applauso al termine dell'Inno di Mameli ci è stato fatto dai pochi rimasti, tra cui non ho visto il presidente Zaia". Titotto riferisce che ai canti di un gruppo di bambini sono seguiti i discorsi pubblici, tra cui quello del presidente della Regione Veneto Luca Zaia. "Al termine - ha aggiunto - abbiamo cantato il Va' Pensiero come ci avevano detto. Finita l' esecuzione, il Governatore, il sindaco e le altre autorità si sono incamminate verso la scuola dove c'è stato poi il taglio del nastro". "Dalla posizione in cui ci trovavamo noi - spiega infine Titotto - vedevamo poco. Ho solo intravisto la coda finale del gruppo di persone che era già entrata per visitare la scuola. A quel punto ho dato il là per l'Inno nazionale, ricevendo alla fine un applauso solo da quelli che erano rimasti fuori".

Anche secondo altri testimoni il programma ufficiale che prevedeva l'inno di Mameli al taglio del nastro e successivamente, a fine cerimonia, il Va' Pensiero sarebbe stato ribaltato. Una testimone ha riferito che due persone dello staff del presidente avrebbero fatto presente agli ammministratori e agli organizzatori che Zaia non avrebbe gradito l'inno nazionale nel clou dell'evento. Il giornalista de La Tribuna che ha sollevato il caso ha ribadito di aver sentito cantare solo il Va' Pensiero, mentre un'altra testimone ha confermato che l'Inno di Mameli e' stato eseguito dopo l'aria verdiana, quando le autorita' erano gia' nella scuola per una visita, preceduti dal sindaco di Vedelago.

Andrea Ronchi che si dice sopreso e meravigliato. "Se rispondesse al vero sarebbe emblematico e preoccupante. Aver deciso che l'Inno di Mameli  fosse suonato senza la presenza delle autorità è un oltraggio alla  nazione italiana. Quello che preoccupa è la sospetta consequenzialità di atteggiamenti simili da parte di esponenti della Lega tutti tesi a mettere in discussione nella forma e nella sostanza  il concetto di unità d'Italia".

"La Lega -dice Ronchi- è certamente un alleato importante. Ma  si sappia che sul concetto di unità nazionale, dall'inno d'Italia al  federalismo, non faremo sconti a nessuno. La Lega partito di lotta e  di governo - conclude - rischia di diventare sempre più elemento di  tensione e contraddizione. Un'alleanza si fonda su principi e valori  prima culturali che politici. E il concetto di nazione è il primo".

Durissimo il commento di Massimo Donadi, capogruppo Idv alla Camera: "Se corrisponde al vero che il presidente Zaia ha fatto sostituire l'inno di Mameli durante un'inaugurazione ufficiale siamo di fronte ad un un fatto gravissimo che condanniamo con forza e chiediamo al governo di prenderne le distanze  e di condannare il gesto di Zaia senza se e senza ma. Questa volta si tratta di un gesto sprezzante ed intollerabile che umilia il Paese e la Costituzione".

Il Partito Democratico, per bocca di Andrea Martella, annuncia un'interrogazione parlamentare. "Si tratta di un atto sovversivo, - dice il deputato - che va contro l'Italia e gli italiani. Ed è ancora più imperdonabile perche' compiuto, durante l'inaugurazione di una scuola pubblica, per volontà di un uomo che guida un'istituzione democratica. Non ci può essere alcuna giustificazione: domani stesso presenterò subito un' interrogazione parlamentare perché il presidente del Consiglio e il ministro dell'Istruzione dicano cosa ne pensano e prendano una posizione ufficiale di condanna a nome del governo italiano".

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