Facebook, Zuckerberg al Congresso: cosa aspettarsi e cosa rischia

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Foto: Archivo Ansa
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Il Ceo del social media testimonierà domani, 10 aprile, e dopodomani sul caso Cambridge Analytica: ecco quali saranno le domande che gli saranno rivolte e cosa potrebbe succedere al Ceo e alla sua piattaforma

Dopo lo scandalo che ha coinvolto Facebook e Cambridge Analytica, arriva per Mark Zuckerberg il momento di testimoniare davanti alle commissioni del Congresso degli Stati Uniti d’America. Il Ceo della piattaforma, risponderà prima alle domande della Commissione Commercio del Senato (il 10 aprile) e il giorno successivo dovrà affrontare la Commissione Commercio della Camera.

Zuckerberg accompagnato da esperti di comunicazione e avvocati

Zuckerberg, che più volte si è scusato per gli errori, dovrà spiegare le misure che intende adottare per proteggere i dati degli utenti. Secondo quanto riferisce il New York Times, ad assisterlo ci sarà una squadra di consulenti composta da esperti di comunicazione e alcuni avvocati dello studio Wilmer Hale. Ogni sua risposta, probabilmente sotto giuramento, verrà analizzata e potrebbe avere effetti legali e politici.

Le indagini aperte

Il punto di partenza saranno le indagini aperte in ogni parte del mondo nei confronti di Facebook. Negli Stati Uniti la Federal Trade Commission (la Commissione federale per il commercio) ha confermato a fine marzo di aver aperto un fascicolo su possibili violazioni della privacy. Il social network rischia dunque sanzioni molto salate: secondo un calcolo del Washington Post, in linea teorica, si potrebbe anche arrivare a una cifra di 40mila dollari per violazione, da moltiplicare per il numero di utenti interessati. Per questa ragione, non è escluso che la testimonianza di Zuckerberg potrebbe indurre il Congresso ad adottare nuove leggi per regolare l'industria tech.

I temi sul tavolo: privacy e manipolazione per propaganda

Due sono i temi principali: la privacy degli utenti e il controllo che esercitano sui loro dati, ma anche il rischio di manipolazioni della piattaforma a fini di propaganda da parte di attori ostili.  "La mia preoccupazione principale è che la questione della privacy e quella della propaganda siano troppo grosse per Facebook da risolvere", ha dichiarato il senatore repubblicano John Neely Kennedy alla Cbs, aggiungendo di avere molte domande, tra cui se gli utenti debbano poter cancellare le loro tracce digitali su Facebook e se non debbano avere più controllo sui dati raccolti. "I termini di servizio sono scritti in Swahili, nessuno li capisce", ha aggiunto. E ancora: "Sanno davvero chi c’è dietro le pubblicità che sono diffuse dalla loro piattaforma?". Un altro senatore, il repubblicano John Thune, ha dichiarato di voler sapere "la visione di Zuckerberg sulle responsabilità che Facebook intende prendersi, come proteggerà i dati degli utenti, come intende fermare in modo proattivo comportamenti pericolosi invece di essere obbligato a risponderne mesi o anni dopo".

Le contromosse

Per questo motivo, Facebook ha cercato di correre ai ripari negli ultimi giorni introducendo una serie di modifiche. Sul fronte del rischio di manipolazioni e propaganda, il social network ha annunciato che richiederà a chi acquista pubblicità politiche di verificare la propria identità. La piattaforma ha anche introdotto una serie di misure per dare agli utenti più possibilità di controllare i propri dati, limitando l'accesso delle app ai loro dati.

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