Oggi a Barcellona la manifestazione della “maggioranza silenziosa”, i cittadini spagnoli e catalani contrari alla secessione della Generalitat. Il premier spagnolo non esclude l’opzione dell’articolo 155 della Costituzione che sospenderebbe l’autonomia della regione
Prou!, recuperem el seny. “Basta, recuperiamo il senno”: è questo lo slogan che ha accompagnato la manifestazione tenutasi a Barcellona in difesa dell’unità della Spagna e contro l’indipendenza della Catalogna, votata nel referendum del 1 ottobre che sta spaccando il Paese. E il premier Mariano Rajoy, in un'intervista a El Pais, ha dichiarato che "non esclude" di adottare l'art. 155 della Costituzione che porterebbe alla sospensione dell'autonomia della Generalitat catalana.
La piattaforma unionista Società Civile Catalana, che ha organizzato la manifestazione, ha stimato una partecipazione di circa 950mila persone alla marcia che si è svolta fra piazza Urquinaona e la stazione di Francia. Non sono ancora state rese note le stime della polizia urbana di Barcellona.
La manifestazione
Oggi ha sfilato in piazza la cosiddetta maggioranza silenziosa, i catalani e gli spagnoli contrari all’indipendenza della Catalogna. La manifestazione, iniziativa di Societat Civil Catalana appoggiata da Pp e Ciudadanos, ha percorso per un chilometro il centro di Barcellona, raggiungendo il Parlamento catalano. Lì, previsti gli interventi del Premio Nobel per la Letteratura Mario Vargas Llosa, con la lettura di un manifesto anti-indipendentista, e un discorso dell'ex presidente del Parlamento europeo, Josep Borrell. Il Psc (Partito Socialista della Catalogna) non si è unito alla protesta, ma ha spronato i suoi militanti a partecipare. Su Twitter il premier Rajoy ha mostrato il suo sostegno alla manifestazione promettendo che "preserveremo l'unità di Spagna". Ha poi aggiunto l'hashtag: "Non siete soli".
Rajoy: “Non escludo la sospensione dell’autonomia catalana”
Il premier conservatore Mariano Rajoy ha dichiarato, in un’intervista a El Pais, che Madrid non esclude l’adozione dell’articolo 155 della Costituzione, ribattezzato “l'arma nucleare”, che di fatto porterebbe alla sospensione dell'autonomia della Catalogna. "Non escludo assolutamente nulla che sia previsto dalla legge ma quello che farò sarà fatto al momento opportuno - ha dichiarato il primo ministro - In un mondo ideale non ci dovrebbero essere soluzioni drastiche ma dobbiamo reagire". Mantiene riservatezza invece sull’ipotesi dell'adozione dell'art. 116 sullo stato d'emergenza: "Non posso anticipare decisioni che saranno prese nel Consiglio dei Ministri", ha detto Rajoy.
Le possibili mosse di Puigdemont
Resta quindi alta la tensione a pochi giorni dalla riunione del Parlamento catalano, chiesta dall’indipendentista Carles Puigdemont per un intervento sulla “attuale situazione politica” dopo che la Corte Costituzionale ha sospeso l’incontro previsto per lunedì accogliendo il ricorso presentato contro la convocazione dal partito socialista catalano. Il presidente della Generalitat potrebbe dichiarare la secessione da Madrid o, visti gli ultimi sviluppi, come la fuga delle banche e di alcune imprese dalla regione, tornare a chiedere una mediazione, ma sotto ricatto: indicando una data entro la quale l'indipendenza entrerà in vigore nel caso Madrid continui a rifiutare una trattativa.