Negoziati Brexit, Juncker al Parlamento Ue: "Progressi insufficienti"
MondoCon una risoluzione, l'Unione boccia l'andamento delle trattative. Il presidente della Commissione avverte: "I discorsi non sono posizioni negoziali. Resta molto da fare". E, d'accordo con il negoziatore dell'Ue Barnier, fa il punto sulle tre priorità per l'uscita
"Nei negoziati per la Brexit non abbiamo ancora fatto il progresso richiesto". Questo è quanto affermato dal presidente della Commissione europea Jean-Claude Juncker durante una seduta plenaria del Parlamento europeo, riunita per votare una risoluzione a riguardo. Risoluzione che, d'accordo con le parole di Juncker, ha bocciato, con una larghissima maggioranza (557 voti a favore, 92 contrari e 29 astenuti) l'andamento dei negoziati per i "progressi insufficienti" compiuti durante il quarto round. E il negoziatore capo dell’Ue Michel Barnier ha aggiunto: "Restano divergenze serie, in particolare per quanto riguarda il regolamento finanziario: non accetteremo di pagare in 27 ciò che è stato deciso a 28".
Juncker: "Rimane del lavoro da fare"
Juncker nonostante giudichi positivo il discorso "ottimista" tenuto lo scorso 22 settembre dalla premier britannica, Theresa May a Firenze, ha sottolineato che "i discorsi non sono posizioni negoziali. Rimane del lavoro da fare". "Non possiamo ancora parlare delle relazioni future, senza chiarezza sulle procedure di separazione", ha aggiunto il presidente della Commissione. "Le condizioni dell'articolo 50 e il mandato datoci dai leader dell'Ue a 27 sono molto chiari: prima dobbiamo metterci d'accordo sui termini del divorzio e solo poi possiamo vedere se possiamo nuovamente avere una relazione amorevole", ha avvertito Juncker.
Le tre priorità fissate dall'Ue
"Ancora non c'è accordo sui punti chiave". La posizione di Barnier riflette quella del presidente della Commissione Ue. "Non abbiamo raggiunto progressi sufficienti per iniziare una nuova fase di negoziati". Jean-Claude Juncker e Michel Barnier hanno quindi fatto il punto sulle tre priorità fissate dall'Ue.
Per quanto riguarda i diritti dei cittadini, anche se sono stati "buoni progressi", il ruolo della Corte europea di giustizia "deve ancora essere concordato", ha detto Juncker. Sugli obblighi finanziari assunti dal Regno Unito, "i contribuenti dei 27 non devono pagare per le decisioni britanniche", hanno sottolineato entrambi. E sulla questione irlandese, Juncker ha ricordato la necessità di rispettare l'integrità dell'ordinamento giuridico dell'Ue e l'accordo del Venerdì Santo, punto chiave del processo di pace in Irlanda del Nord.
L'Europa è più importante della Brexit
Barnier ha promesso "un'attitudine costruttiva" nel quinto round di negoziati la prossima settimana. Ma ha escluso di fare concessioni maggiori, che potrebbero mettere in discussione il mercato unico o altri principi dell'Ue. "Il futuro dell'Ue è molto più importante della Brexit", ha avvertito Barnier. Sulla stessa linea è Juncker: "È un buon segno che il dibattito sul futuro dell'Europa si allarghi perchè il nostro futuro non è la Brexit, è l'Europa". "Dopo l'uscita del Regno Unito - ha continuato Juncker - si gira una pagina e se ne apre un'altra, per lungo tempo abbiamo rimandato questioni cruciali".
Le divisioni tra May e Johnson
Nei negoziati con il Regno Unito sull'uscita dall'Ue è "difficile fare progressi sufficienti per le divisioni interne al governo britannico", ha detto il coordinatore per l'Europarlamento sulla Brexit, Guy Verhofstadt, riferendosi anche alle divisioni tra Theresa May e il suo ministro degli Esteri Boris Johnson. A questo proposito, il presidente del gruppo del Partito Popolare Europeo, Mandred Weber, ha chiesto a Theresa May di "licenziare" Boris Johnson e fare così chiarezza sui chi sia a capo dei negoziati per la Brexit. Ma Theresa May ha fatto sapere: "Non voglio un governo di yesman", lasciando intendere di non temere le divisioni.
Farage accusa May di "implorare" l'Ue
Sull’altro fronte, il leader anti-europeo Nigel Farage, durante la seduta dell'Europarlamento, ha chiesto la cacciata di Theresa May dalla leadership dei conservatori e dal governo, accusando la premier britannica di "implorare" l'Unione Europea per un accordo sulla Brexit. "Ci state trattando come un ostaggio - ha detto Farage - se non pagheremo un riscatto, se non accetteremo tutte le vostre richieste, non avremo una conversazione intelligente" per arrivare a un accordo commerciale.