Corea del Nord, missile sopra il Giappone. Trump: Usa mai intimiditi

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Foto di archivio

Nuovo test balistico di Kim Jong-Un. Il missile, dopo un volo di 3.700 chilometri, è caduto nel Nord del Pacifico. Il consigliere alla sicurezza nazionale della Casa Bianca McMaster ha ribadito che l'opzione militare è in campo

La Corea del Nord ha lanciato un nuovo missile che ha sorvolato il Giappone, passando sopra l'isola settentrionale di Hokkaido, proprio come il 29 agosto scorso. Il nuovo razzo, secondo Seul e Washington, ha raggiunto un'altitudine di 770 chilometri, percorrendo 3.700 chilometri prima di inabissarsi nell'oceano Pacifico settentrionale, a circa 2.000 chilometri a Est di Erimo. Ciò significa che nel raggio di azione di questo ordigno c'era anche la base americana di Guam, distante  3.200 chilometri dalla costa nordcoreana. La minaccia di Pyongyang era arrivata ieri, 14 settembre: "Vi affonderemo", sono state le parole di Kim Jong-un. 

Casa Bianca: c'è un'opzione militare

A Washington intanto tutte le opzioni restano sul tavolo. Compresa quella militare, ha spiegato il consigliere alla sicurezza nazionale della Casa Bianca, il generale H. R. McMaster, ribadendo comunque che "non è la nostra preferita". McMaster ha sottolineato anche che il problema della Corea del Nord non è un"problema fra gli Stati Uniti e la Corea del Nord ma fra il mondo e la Corea del Nord". 

Trump: Usa non saranno mai intimiditi

Concetto ribadito dal presidente Usa: "Gli Stati Uniti non saranno mai intimiditi e difenderanno i loro cittadini da coloro che minacciano il loro stile di vita, compreso il regime della Corea del Nord" ha detto Donald Trump, sottolineando come "la Corea del Nord mostra un totale disprezzo per i Paesi vicini".

Forse un missile a medio raggio

Il missile è partito dai dintorni di Pyongyang, forse proprio dall’aeroporto della capitale. Secondo le prime analisi tecniche, diffuse da fonti militari di Seul, l'ordigno potrebbe essere un Hwasong – 12, un missile balistico a raggio intermedio (Irbm) e non un Icbm, intercontinentale, come i due Hwasong - 14 lanciati il 4 ed il 29 luglio ed in grado di raggiungere l'Europa e gli Usa.

Convocato il Consiglio di Sicurezza dell'Onu

Si tratta del 15esimo test nordcoreano dall’inizio dell’anno. Lo scorso lunedì, 11 settembre, il Consiglio di Sicurezza dell’Onu aveva approvato all’unanimità nuove sanzioni contro Pyongyang dopo l'ultimo test con una bomba all'idrogeno (effettuato domenica 3 settembre). Una riunione di emergenza del Consiglio è stata convocata nel pomeriggio del 15 settembre.

Gli Stati Uniti invocano nuove sanzioni

Il primo ministro giapponese Shinzo Abe ha detto che il Paese non potrà "mai tollerare" quelle che ha definito "pericolose azioni provocatorie che minacciano la pace nel mondo". "Se la Corea del Nord continuerà su questa strada – ha aggiunto – non avrà un brillante futuro". Dall’altra parte dell’Oceano, gli Stati Uniti invitano la Cina e la Russia, principali partner commerciali di Pyongyang, a rispondere con "azioni dirette" al nuovo lancio. Il capo del Pentagono, James Mattis, ha risposto con un "no comment su quella che sarà la risposta statunitense", mentre il segretario di Stato Rex Tillerson ha invitato "tutte le nazioni ad adottare nuove misure contro Pyongyang".

"Il dialogo è impossibile"

Il presidente sud-coreano Moon Jae-in sembra fosse stato preavvertito con qualche ora di anticipo dell’imminente lancio e aveva dato l’ordine di reagire con due missili balistici. I due Hyunmoo-2 sarebbero partiti da una base di lancio vicino al confine con la Corea del Nord appena sei minuti dopo il lancio di Pyongyang e quindi mentre il missile nord-coreano era ancora in volo. Successivamente Moon ha condannato con forza la "provocazione" nordcoreana e ha aggiunto che "in una situazione simile il dialogo è impossibile". Moon ha poi assicurato che la Corea del Sud ha la capacità di difendersi. "Nel caso in cui la Corea del Nord intraprendesse provocazioni contro di noi o contro i nostri alleati - ha sottolineato - abbiamo il potere di distruggerla e di renderla incapace di riprendersi".


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