Il portavoce del ministero degli Esteri: “Fornita ogni forma di aiuto”. Secondo il Nyt, gli Usa avrebbero dato a Roma prove delle responsabilità egiziane. Palazzo Chigi smentisce
L’Egitto torna a difendersi dalle accuse sul caso Regeni, a poche ore dalle rivelazioni del NYT, secondo cui gli Usa avrebbero fornito all’Italia le prove delle responsabilità egiziane nella morte del giovane ricercatore ucciso. Il portavoce del ministero degli Esteri del Cairo, Ahmed Abou Zeid, in un'intervista ad una tv privata, ha dichiarato che "l'ultimo periodo ha dimostrato chiaramente che l'Egitto fornisce ogni forma di aiuto. C'è stata trasparenza totale nelle inchieste e ci sono contatti tra la procura generale egiziana e quella italiana".
“Roma non confonda casi penali e politica”
Parlando ancora del caso del ricercatore ucciso e di quello dell'italiano arrestato a Hurghada con l'accusa di aver provocato la morte di un cittadino egiziano, il portavoce del ministro ha sottolineato che "i casi di natura penale devono continuare a essere trattati nel loro quadro penale. Ciò che ha complicato le relazioni tra Italia ed Egitto è stato che durante questo periodo la vicenda (di Regeni, ndr) è stata trasformata da un caso penale a un affare politico. E abbiamo chiesto molte volte all'Italia di non fare questa confusione".
“Ora tornino i turisti italiani”
Dopo l'annuncio del ritorno dell'ambasciatore italiano al Cairo, che ha provocato lo sdegno della famiglia Regeni, il portavoce del Cairo ha dichiarato di auspicare "il ritorno del turismo italiano" in Egitto. "Le relazioni italo-egiziane sono speciali e storiche sotto diversi aspetti, economico, culturale, e anche nel campo della politica", ha aggiunto.
Nyt: Usa diedero a Italia prove responsabilità Egitto
Il New York Times, in un reportage sul caso della morte del ricercatore italiano, ha rivelato che le autorità italiane sarebbero state informate di quanto appreso da Washington. Secondo l’articolo del quotidiano statunitense, l'amministrazione Obama era in possesso di "prove esplosive" sulle responsabilità di alcuni alti esponenti egiziani nella tortura e nell’uccisione di Regeni. Questi elementi furono trasmessi al governo italiano, ma Palazzo Chigi smentisce.
Palazzo Chigi: da Usa mai prove esplosive
Fonti di Palazzo Chigi hanno replicato che "nei contatti tra amministrazione Usa e governo italiano avvenuti nei mesi successivi all'omicidio di Regeni, non furono mai trasmessi elementi di fatto, come ricorda tra l'altro lo stesso giornalista del New York Times, né tantomeno 'prove esplosive'".