I genitori del giovane ricercatore ucciso lo scorso anno sulla decisione del governo; "Dopo 18 mesi di silenzi e depistaggi non vi è stata alcuna svolta"
Il caso Giulio Regeni si riapre con l'invio di nuovi atti dalla procura del Cairo a quella di Roma. Il ministro degli Esteri Angelino Alfano annuncia il ritorno dell'ambasciatore italiano in Egitto. Ma la famiglia del giovane ricercatore italiano ucciso all'inizio del 2016 esprime la sua "indignazione per le modalità, la tempistica ed il contenuto della decisione del Governo italiano di rimandare l'ambasciatore al Cairo".
"Diciotto mesi di silenzi"
La famiglia Regeni rileva come "ad oggi, dopo 18 mesi di lunghi silenzi e anche sanguinari depistaggi, non vi è stata nessuna vera svolta nel processo sul sequestro, le torture e l'uccisione di Giulio. Solo quando avremo la verita' l'ambasciatore potrà tornare al Cairo senza calpestare la nostra dignità. La decisione di rimandare ora nell'obnubilamento di Ferragosto, l'ambasciatore in Egitto ha il sapore di una resa confezionata ad arte".