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Israele, scontri e tensione dopo divieto accesso a Spianata: sei morti

Mondo
AHMAD GHARABLI/AFP/Getty Images

In mattina tre palestinesi muoiono durante gli scontri nella parte Est della città, dopo il divieto di ingresso alla spianata delle Moschee ai musulmani più giovani. In serata un palestinese uccide tre israeliani in una colonia in Cisgiordania. LE FOTO

Ancora scontri e morti a Gerusalemme. Al termine delle preghiere del venerdì, la polizia israeliana ha disperso con la forza un gruppo di fedeli islamici nella centrale via Sallah-a-din, nella parte Est della città. Tre palestinesi sono rimasti uccisi negli scontri avvenuti a Gerusalemme est. In serata un attentatore palestinese si è infiltrato in una colonina in Cisgiordania, nei pressi di Ramallah, uccidendo con un coltello tre israeliani. Le vittime sono due uomini di 60 e 40 anni e una donna di 40 anni.

Quasi quattrocento feriti

Negli scontri della mattinata sono rimasti feriti almeno 390 palestinesi. I manifestanti protestavano intorno alla Città Vecchia di Gerusalemme contro l'installazione di metal detector agli accessi della Spianata delle Moschee. 
La maggior parte dei feriti è stata curata a causa delle conseguenze dell'intossicazione da gas lacrimogeni. Sono invece 38 i feriti per proiettili di gomma e ustioni. Altre 66 persone sono state ricoverate in ospedale per ferite causate da colpi d'arma da fuoco. Secondo la polizia israeliana, cinque agenti sono rimasti feriti.

Sicurezza rafforzata alla Spianata delle Moschee

Gli scontri sono arrivato dopo il divieto di accesso alla Spianata per i musulmani con meno di cinquant’anni, decretato dalla polizia israeliana proprio per evitare un simile scenario. Come ha scritto il quotidiano israeliano“Haaretz”, la sicurezza del sito era stata rafforzata affiancando migliaia di agenti delle forze speciali alla polizia, proprio in vista della preghiera del venerdì a Gerusalemme, dopo i disordini di una settimana fa che avevano causato cinque morti (due agenti e tre attentatori) e decine di feriti a causa dei proiettili di gomma sparati dai poliziotti proprio alla Spianata delle Moschee, dove anche nella giornata di giovedì 20 luglio si sono registrati incidenti.

I metal detector della discordia

Dopo l'attentato, il Gabinetto di Sicurezza israeliano aveva adottato misure stringenti di sicurezza. A fare particolarmente discutere l'installazione di metal detector all'ingresso della Spianata, detta anche Monte del Tempio o Nobile Santuario, luogo di culto sia per le persone di fede islamica sia per gli ebrei. Questa misura è stata fortemente contestata dalla comunità palestinese con il Gran Muftì di Gerusalemme che ha invocato una preghiera di massa per venerdì 21 luglio fuori dalla Spianata - così come avvenuto - e l'organizzazione Al Fatah che ha indetto una "giornata della collera", come riporta il New York Times. Proteste anche da parte di diversi Paesi musulmani dell'area, tra cui la Giordania.

Il bando ai musulmani con meno di 50 anni

Proprio per prevenire i disordini, era stato vietato l'ingresso alla Città Vecchia ai musulmani maschi sotto i 50 anni di età, in un'escalation di misure sempre più stringenti che potrebbe provocare ulteriore malcontento nella comunità islamica. Per le donne, invece, nessuna limitazione. La polizia di Gerusalemme ha inoltre eretto nuovi posti di blocco per i palestinesi provenienti dalla Cisgiordania, bloccando grossi gruppi di arabi israeliani diretti alla Spianata delle Moschee, che dopo l'attacco della settimana scorsa era rimasta chiusa per due giorni.  

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