Pretendono soldi per non bruciare albero di Natale di Bari, 3 arresti

Cronaca
Piazza del Ferrarese, a Bari, in una foto d'archivio
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Due uomini e un minorenne accusati di tentata estorsione in concorso aggravata dal metodo mafioso: avrebbero chiesto denaro alla ditta incaricata dell'allestimento dell’abete nella centrale piazza del Ferrarese, minacciando di dargli fuoco. Dopo la confessione, le scuse

Non è un anno fortunato per gli alberi di Natale nelle città italiane. Dopo il povero “Spelacchio” morto a Roma e “Sparicchio” vandalizzato a Napoli, adesso si scopre che anche l’abete di Bari ha rischiato grosso. La Squadra mobile della città pugliese, infatti, ha arrestato tre persone con l’accusa di tentata estorsione in concorso aggravata dal metodo mafioso: avrebbero tentato di estorcere denaro alla ditta incaricata dell'allestimento dell'albero di Natale nella centrale piazza del Ferrarese, chiedendo dai 2mila ai 500 euro per non bruciarlo.

Gli arresti

In carcere sono finiti un 30enne e un 42enne. Una terza persona, un minorenne di Bari Vecchia, su disposizione del Tribunale per i minorenni di Bari è detenuto nell'istituto Fornelli. I fatti contestati dalla Dda di Bari risalgono al 5 dicembre scorso, il giorno prima dell'accensione dell'albero in piazza Ferrarese. Stando alla denuncia della vittima i tre, in momenti e in giorni diversi, gli si sarebbero avvicinati chiedendogli del denaro per proseguire la sua attività imprenditoriale “serenamente” ed “evitare guai”. Gli avrebbero chiesto prima 2mila euro, poi 600 euro, infine 500 euro.

Gli incontri

Agli atti dell'inchiesta, coordinata dal pm Renato Nitti, ci sono anche le immagini dell'impianto di videosorveglianza della piazza che documentano gli incontri. L'imprenditore ha registrato l'ultimo incontro avuto con l'uomo che ha tentato l'estorsione. “Cinquecento euro... il problema che venerdì l'albero te lo metto in fiamme... veloce!”, sarebbe stata una delle minacce all'imprenditore. E ancora: “Tutti quelli che mettono le cose qua, danno sempre di più”. Oppure: “Qua tutto quello che mettono, pagano, il pensiero me lo devi fare”.

Le scuse

Nell’interrogatorio di garanzia davanti al gup del Tribunale di Bari sarebbero arrivate le scuse del 30enne. “Chiedo scusa al sindaco e a tutti i baresi per quello che ho fatto. L'albero di Natale è un simbolo della città e ho sbagliato”. Al giudice avrebbe ammesso le sue colpe, dicendo di averlo fatto per difficoltà economiche. Si sarebbe quindi scusato più volte per la richiesta di denaro all'imprenditore e avrebbe detto di essersi subito pentito e di averlo anche incontrato nei giorni successivi alla richiesta estorsiva senza aver avanzato altre pretese. Alla fine dell'interrogatorio, il suo avvocato ha chiesto la sostituzione della misura cautelare dal carcere agli arresti domiciliari e il gip si è riservato di decidere. Il 42enne, invece, non è stato interrogato per motivi di salute.

“Gli anticorpi della legalità hanno reagito”

Sulla vicenda è intervenuto anche Antonio Decaro, sindaco di Bari. “C'è chi ha cercato di spegnere le luci di Natale di questa città. Ma ancora una volta gli anticorpi della legalità che in questi anni si sono diffusi tra i cittadini hanno reagito e, grazie allo straordinario lavoro compiuto ancora una volta dalle forze dell'ordine, Bari e i baresi hanno avuto il Natale luminoso che meritavano”, ha detto. E ha concluso: “Vorrei stringere simbolicamente le mani delle persone che con coraggio hanno denunciato, permettendo a chi di dovere di assicurare la legalità in questa città e garantire lo svolgimento della festa dello scorso 6 dicembre”.

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