Mesi di violenze contro la fidanzata, arrestato 35enne a Roma

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L'uomo è stato sottoposto a misura cautelare dopo la denuncia della compagna che ha raccontato alla polizia i maltrattamenti subiti. Gli agenti lo hanno rintracciato mentre cercava di darsi alla fuga

Temeva di essere uccisa dal proprio compagno e ha trovato la forza di denunciarlo e farlo arrestare dalla polizia. È successo a Roma, dove una giovane donna ha raccontato agli agenti le violenze alle quali era sottoposta da mesi da parte del fidanzato, un 35enne originario dei Castelli Romani.

La denuncia

La donna ha scoperto l'indole violenta del proprio compagno dopo pochi giorni di convivenza nella loro casa romana, quando, al termine di una banale lite, l'uomo l'ha colpita violentemente facendole sbattere una gamba contro un mobile. Da questo episodio sarebbe, in seguito, partita una escalation di violenze culminate, alla fine dello scorso mese di ottobre, nell'ennesimo pesante pestaggio della giovane da parte del compagno. Questa volta, però, la donna ha avuto la forza di chiamare la polizia che, dopo averle prestato soccorso, ha iniziato a raccogliere i primi e determinati elementi per ricostruire tre mesi di maltrattamenti. Al loro arrivo, gli agenti hanno trovato l'appartamento della coppia completamente in disordine e, in bagno, è stata recuperata una ciocca di capelli che l'uomo aveva strappato alla compagna.

Fuggito e poi arrestato

L'aggressore, che nel frattempo era fuggito, è stato rintracciato in un secondo momento su un treno che lo stava portando verso i Castelli Romani. Il commissariato Viminale, diretto da Giovanna Petrocca, ha inviato così un'informativa urgente alla Procura di Roma, nella quale comparivano: la denuncia della giovane vittima; una serie di testimonianze, acquisite tra le conoscenze della coppia e una cronistoria, redatta in collaborazione con il commissariato di Albano Laziale. Dal resoconto sarebbe emerso un passato di violenze simili che il 35enne aveva già compiuto contro una ex fidanzata e i propri familiari. Da ciò è scaturita un'ordinanza di custodia cautelare in carcere eseguita dagli stessi investigatori.

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