Omicidio Lumarzo: decapitò lo zio, condannato a 30 anni

Cronaca
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Esclusa l'aggravante della crudelta dal gup; il pm aveva chiesto l'ergastolo. Alla base del delitto, avvenuto un anno fa, una lite sul diritto di passaggio in un terreno, nei pressi di Chiavari

Aveva decapitato lo zio, al culmine di una lite nei boschi: l'uomo, un ex infermiere di 55 anni è stato condannato a trent'anni di carcere per il delitto, commesso un anno fa a Lumarzo, in provincia di Genova. Claudio Borgarelli aveva già confessato di aver ucciso lo zio 68enne, Albano Crocco: "Abbiamo discusso lungo il sentiero lui mi ha insultato e sputato addosso e io non ho capito più nulla", disse davanti al Gip.

Il delitto

Il corpo di Crocco era stato ritrovato il 13 ottobre 2016, dopo che da due giorni ne erano state perse le tracce. Appassionato di passeggiate per raccogliere i funghi, Crocco era solito avventurarsi nei boschi nei pressi di Chiavari. Il corpo dell'uomo fu rinvenuto senza testa: secondo i risultati dell'autopsia, l’uomo è stato colpito con un colpo di fucile e successivamente, quando era ancora vivo, decapitato con una lama molto affilata. Fin da subito inserito dagli investigatori fra i maggiori sospettati per l'omicidio, Borgarelli fu intercettato mentre pronunciava la frase: "È anche giusto che faccia così, tanto l'ho ammazzato". Fu arrestato il 27 ottobre 2016 con le accuse di omicidio aggravato e premeditato, occultamento e sottrazione di cadavere. A scatenare la lite che sarebbe poi sfociata nel delitto era stato un diritto di passaggio attraverso un terreno: Borgarelli avrebbe dunque atteso lo zio in una zona isolata e al culmine di una discussione gli avrebbe sparato trascinando il corpo nel bosco e gettandolo in un dirupo dopo averlo decapitato. La testa, che inizialmente non fu trovata, era stata gettata in un cassonetto della spazzatura.

La condanna

La sentenza, 30 anni di reclusione, è stata emessa dal gup Maria Teresa Rubini con rito abbreviato; il pm Giovanni Arena aveva chiesto per Borgarelli la condanna all'ergastolo. A carico dell'uomo è stata esclusa l'aggravante della crudeltà, tuttavia Borgarelli è risultato capace di intendere e di volere nel momento in cui venne consumato il delitto e nelle fasi successive. Ammonta a 1,7 milioni di euro la richiesta che i famigliari di Crocco hanno avanzato a titolo di risarcimento: l'ex infermiere ha già ceduto il suo intero patrimonio per avviare il pagamento di quest'onere e si è scusato con i parenti della vittima per l'omicidio.

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