Un uomo di 65 anni colpito a Castelplanio (Ancona) e curato nell’Ospedale di Fabriano. I focolai sono sotto osservazione anche da parte dell’Organizzazione mondiale della sanità
L’allarme per Chikungunya, il virus trasmesso dalla puntura della zanzara tigre, si allarga. Un caso è stato diagnosticato nelle Marche: a Castelplanio, in provincia di Ancona. Ad essere colpito è stato un uomo di 65 anni che aveva soggiornato per tre settimane, fino ai primi di settembre, in una città del Lazio dove si sono registrati finora 64 casi. Poco dopo il rientro a Castelplanio, l’uomo è stato ricoverato nell’Ospedale di Fabriano con febbre molto alta e forti dolori muscolari e articolari. Il paziente, guarito, è stato già dimesso. L’Oms, intanto, fa sapere che la situazione in Italia è sotto osservazione.
Disinfestazioni a Castelplanio e Fabriano
Dopo il caso in provincia di Ancona, la Regione Marche ha subito attivato le procedure del Dipartimento di prevenzione dell'Av 2 Asur e i Comuni di Castelplanio e Fabriano provvederanno alle disinfestazioni. Anche il centro di riferimento entomologico dell'Istituto zooprofilattico Umbria Marche è stato attivato per effettuare la “cattura” di zanzare adulte, verificare i focolai larvali e monitorare la situazione. La Regione Marche ha ricordato che la malattia, benigna nella prognosi, si trasmette tramite la puntura di zanzare che si sono infettate pungendo un uomo malato, ma non si trasmette direttamente da uomo a uomo. Durante le disinfestazioni, inoltre, raccomanda di restare in casa, con finestre e porte ben chiuse, e di non far uscire animali domestici in giardino per almeno otto ore dopo il trattamento. I prodotti dell'orto o delle piante da frutto, se non possano essere protetti da teli impermeabili, non devono essere consumati.
L’Oms non esclude nuovi casi
I focolai di Chikungunya in corso in Italia, intanto, sono sotto osservazione anche da parte dell'Oms. L’Organizzazione mondiale della sanità non esclude ulteriori casi nei prossimi giorni. Lo si legge in un documento pubblicato sul suo sito. “C'è il rischio di ulteriori trasmissioni”, scrivono gli esperti dell'Oms, per tre motivi: perché la zanzara Aedes Albopictus (la cosiddetta zanzara tigre) “è ormai stanziale nel bacino del Mediterraneo”; perché “il vettore ha dimostrato in passato la capacità di sostenere focolai di Chikungunya”; perché “l'area dove si sono verificati i casi è densamente popolata e molto turistica, soprattutto nei mesi estivi”. Il documento dell’Oms, poi, consiglia a chi viaggia in Italia di proteggersi dalle zanzare usando un abbigliamento corretto e i repellenti. “La malattia si verifica di solito in Africa, Asia e Americhe, oltre che nel subcontinente indiano – aggiunge l'Oms –. Nel 2007 la trasmissione è stata documentata per la prima volta in Europa, in Emilia Romagna, con 217 casi accertati. Al momento c'è un altro focolaio autoctono nel dipartimento di Var”, in Francia.
Nel Lazio 64 casi, raccolte straordinarie di sangue
L’allarme per Chikungunya si è esteso in pochi giorni. Sta colpendo soprattutto il Lazio, ma nuovi casi si sono registrati anche in Emilia Romagna, in Lombardia e ora nelle Marche. "Sono 64 i casi di Chikungunya accertati dal Seresmi (Servizio Regionale di Sorveglianza Malattie Infettive) ad oggi 6 settembre 2017. Di questi, 54 sono i casi che hanno residenza ad Anzio o che hanno soggiornato nei 15 giorni precedenti ad Anzio, 7 casi sono a Roma e 3 casi sono a Latina". Lo comunica in una nota la Regione Lazio. In tutti i comuni del Lazio sono state già avviate le disinfestazioni straordinarie. Intanto negli ospedali si corre ai ripari, con raccolte straordinarie di sangue, per evitare quella che il Centro nazionale sangue ha definito una “maxiemergenza” in seguito al blocco delle donazioni disposto nei Municipi della Capitale compresi nella Asl Roma 2 e ad Anzio.