Milano: la Procura chiede l’ergastolo per la strage di via Brioschi

Cronaca
Un'immagine del palazzo esploso in via Brioschi, a Milano, il 12 giugno 2016 (foto d'archivio, Fotogramma)
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La richiesta nei confronti di Giuseppe Pellicanò, il pubblicitario che fece esplodere la casa provocando tre morti e il ferimento delle figlie. Il Pm: “Non merita attenuanti”

Condannare Giuseppe Pellicanò, accusato di strage e devastazione, all’ergastolo. Questa la richiesta pronunciata dal pm Elio Ramondini nei confronti del pubblicitario, reo confesso che, il 12 giugno scorso, provocò l’esplosione della palazzina di via Brioschi, a Milano, nella quale viveva con la famiglia, provocando la morte della compagna Micaela Masella, e di Chiara Magnamassa e Riccardo Maglianesi, due giovani fidanzati marichigiani vicini di casa, oltre che il ferimento delle due figlie piccole, rimaste gravemente ustionate.

La requisitoria del Pm

Il processo si svolge col rito abbreviato davanti al Gup Chiara Valori. Il Pm ha sottolineato come Pellicanò abbia “continuato a dire tante bugie per rimanere impunito”. Prima dell’esplosione, provocata con una fuga di gas, “si è protetto” con un materasso, ma “non ha protetto la figlia minore che era di fianco a lui”. Nonostate la scelta del rito abbreviato, il Pm ha chiesto il carcere a vita per l’uomo, spiegando che “non merita alcuna attenuante in quanto non è infermo di mente”, come invece sostiene la difesa, che punta al riconoscimento della semi incapacità per “depressione”.

La tragedia del 12 giugno 2016

Il 12 giugno 2016 la tranquilla strada milanese, non lontano dalla zona dei Navigli, venne scossa dal boato dell’esplosione. Parte della palazzina collassò, provocando tre vittime e il ferimento delle figlie. Le indagini successive chiarirono la responsabilità di Pellicanò. Tra lui e la compagna, in quel periodo, secondo gli inquirenti tirava aria di separazione, con la donna già decisa ad andare a convivere con il suo nuovo partner. Lei, Micaela Masella, lavorava in una scuola di danza diretta dal padre Aldo Masella, volto noto nel mondo degli spettacoli milanese e non solo. I vicini di casa, invece, due ragazzi marchigiani, si erano trasferiti a Milano dove avevano trovato lavoro. Lo scoppiò provocò un certo numero di sfollati, e il grave ferimento delle bimbe piccole, che vennero ricoverate con gravi ustioni all’ospedale di Niguarda.

Le dichiarazioni dei familiari

"Non proviamo rancore per nessuno. Ci fa una grande pena perché per 25 anni abbiamo conosciuto una persona diversa da quella che poi è risultata essere. Ci ha portato via una figlia ma ce ne ha regalate due meravigliose" sono le parole della madre di Micaela Masella. Le bambine oggi stanno meglio e sono state affidate ai nonni. "Stiamo facendo il possibile perché possano dimenticare. Stiamo cercando di portarle fuori da questo ricordo”, ha detto il nonno fuori dall’aula di tribunale. I coniugi Masella hanno chiesto 700mila euro di risarcimento, mentre il papà di Riccardo Maglianesi, una delle vittime marchigiane, ha chiesto mezzo milione.

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