Giglio, microcariche esplosive per farsi largo nel relitto
CronacaGli uomini della Marina Militare aprono varchi all’interno della Costa Crociere per accedere alle parti sommerse e cercare i dispersi. Acqua fredda, visibilità scarsa: il racconto dei palombari. VIDEO
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LA CONFERENZA STAMPA: Costa Crociere: "Un errore umano"
LA TELEFONATA - "Schettino, salga a bordo": l'audio della telefonata
Si lotta contro il tempo sul relitto della Costa Concordia alla ricerca dei dispersi. Nella mattinata di martedì 17 gennaio, l'unità di crisi della Protezione Civile della provincia di Grosseto ha confermato che all'appello mancano 29 persone: oltre ai sei italiani, i dispersi sono 14 tedeschi, quattro francesi, un ungherese, due cittadini statunitensi, un indiano e un peruviano.
Occorre entrare nella nave, ed esplorare le zone sommerse. E' questo l'unico modo per capire se e quante persone sono ancora là sotto. Un'operazione complessa, gestita dai palombari della Marina Militare, che attraverso microcariche posizionate sulla nave, hanno aperto varchi nello scafo.
"L'acqua fredda e la scarsa visibilità - sono queste le principali difficoltà incontrare dagli uomini della Marina, che ai microfoni di SkyTG24 spiegano i dettagli del loro lavoro - La nave è sbandata, si lavora dal basso verso l’alto. È difficile posizionare l'esplosivo". Si tratta di microcariche calcolate, spiegano i palombari. Non c'è infatti pericolo che la nave subisca spostamenti. La quantità di esplosivo impiegata è quella necessaria alla sola apertura di passaggi che consentono ai vigili del fuoco di entrare nella Costa Concordia.
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Si lotta contro il tempo sul relitto della Costa Concordia alla ricerca dei dispersi. Nella mattinata di martedì 17 gennaio, l'unità di crisi della Protezione Civile della provincia di Grosseto ha confermato che all'appello mancano 29 persone: oltre ai sei italiani, i dispersi sono 14 tedeschi, quattro francesi, un ungherese, due cittadini statunitensi, un indiano e un peruviano.
Occorre entrare nella nave, ed esplorare le zone sommerse. E' questo l'unico modo per capire se e quante persone sono ancora là sotto. Un'operazione complessa, gestita dai palombari della Marina Militare, che attraverso microcariche posizionate sulla nave, hanno aperto varchi nello scafo.
"L'acqua fredda e la scarsa visibilità - sono queste le principali difficoltà incontrare dagli uomini della Marina, che ai microfoni di SkyTG24 spiegano i dettagli del loro lavoro - La nave è sbandata, si lavora dal basso verso l’alto. È difficile posizionare l'esplosivo". Si tratta di microcariche calcolate, spiegano i palombari. Non c'è infatti pericolo che la nave subisca spostamenti. La quantità di esplosivo impiegata è quella necessaria alla sola apertura di passaggi che consentono ai vigili del fuoco di entrare nella Costa Concordia.