Acquario di Vancouver, al bando la vendita di bottiglie di plastica

Ambiente
Una vasca dell'Acquario di Vancouver (Getty Images)
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Per sensibilizzare i suoi visitatori verso uno dei maggiori problemi ambientali, la direzione del parco acquatico invita a portarsele da casa. Una strategia seguita anche da altre istituzioni. Ma, a volte, con esiti paradossali

“Porta la tua bottiglia”: è questo il nome dell'iniziativa appena lanciata dall'Acquario di Vancouver, in Canada, per sensibilizzare i suoi visitatori verso uno dei maggiori problemi ambientali per gli oceani del pianeta, l'inquinamento generato dalla plastica. Il Vancouver Aquarium marine science centre diventa quindi il primo zoo o acquario canadese a vietare la vendita di bottigliette d'acqua monouso. Non è, però, la prima volta che vengono promosse iniziative analoghe da parte di istituzioni o amministrazioni pubbliche in giro per il mondo.

 

Il problema della plastica

Secondo un rapporto dell'Unep (il programma ambientale delle Nazioni Unite), nel solo Mar Mediterraneo vengono abbandonate 731 tonnellate di plastica ogni giorno. Più in generale, ogni anno finiscono nei mari 9 milioni e mezzo di tonnellate di plastica: buona parte di essa (circa il 30%) sotto forma di particelle invisibili agli occhi, ma estremamente dannose per la fauna. Il Pollution research program dell'Aquarium di Vancouver aveva scoperto che le microplastiche vengono ingerite anche dallo zooplancton, organismi alla base della catena alimentare marina che finiscono, a loro volta, “nella pancia” di animali più grandi come salmoni e balene. Diversi animali come tartarughe, balene e uccelli marini ingeriscono addirittura interi oggetti in plastica scambiandoli per cibo. Un comportamento che spesso porta alla loro morte come testimoniano numerose fotografie scattate in tutto il mondo.

 

L'iniziativa dell'acquario

Secondo quanto comunicato dal Vancouver Aquarium marine science centre, nel 2016 sono state vendute al suo interno 37mila bottigliette monouso. Da ora in poi questa massa di plastica si unirà agli altri oggetti già messi al bando dall'acquario, come le cannucce, i coperchi per i bicchieri da caffè americano e le posate usa-e-getta. “Gli umani stanno producendo tremende quantità di plastica in un'epoca in cui il problema non mai stato più pressante. Al momento, c'è abbastanza plastica nell'oceano per coprire ogni metro di costa”, ha detto il presidente dell'acquario, John Nightingale, “c'è una grande dipendenza dalle bottiglie di plastica monouso e l'Aquarium, in qualità di organizzazione rivolta alla conservazione dell'oceano, è pienamente impegnata a fare la sua parte”. Per attirare l'attenzione dei visitatori, inoltre, è stata preparata un'installazione artistica che mostra un'onda composta da bottigliette di plastica, in quantità pari al numero di quelle che il bar dell'acquario avrebbe venduto nei soli mesi di settembre e novembre del 2016.

 

Gli altri provvedimenti analoghi

Quella di vietare la vendita di bottigliette di plastica è una mossa ecologica che vanta numerosi precedenti. L'esempio di maggior dimensione è quello della città San Francisco (Stati Uniti), che nel 2014 ne ha bandito la vendita sul suolo pubblico. Il primo esempio di tale divieto, secondo il "Guardian", risale invece al 2009, quando tale scelta fu presa dalla cittadina di Bundanoon, in Australia. Tornando al Canada, sarebbero già più di 80 i centri abitati ad aver salutato la vendita delle bottiglie di plastica; a meditare tale mossa c'è anche la metropoli di Montreal, che ha già previsto l'addio ai sacchetti di plastica entro il 2018. Fra i casi più interessanti, infine, c'è il divieto messo in campo nel 2013 nell'Università del Vermont, negli Stati Uniti, il cui esito è stato però paradossale: bandire l'acqua imbottigliata, è stato dimostrato da uno studio scientifico effettuato ad hoc, ha aumentato la quantità di bottiglie gettate nella spazzatura, riferite al consumo di altre bevande meno salutari. Insomma, la lotta agli effetti inquinanti della plastica è ancora lunga, e le strategie sono tutte da esplorare.





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