Raccolta della plastica in aumento in Italia: nel 2016 +6,9%

Ambiente
Raccolta della plastica a Milano (Fotogramma)
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Durante il convegno organizzato da Legambiente e Corepla, diffuse le cifre relative al recupero di questa tipologia di rifiuti: raggiunta la soglia delle 960mila tonnellate. Positivi i risultati della Campania, male la Liguria

La raccolta differenziata piace agli Italiani: è quanto dimostrerebbero le cifre diffuse dal Consorzio Corepla e da Legambiente in occasione del convegno "L’economia circolare conviene. L’industria del riciclo della plastica come vantaggio competitivo in Italia e in Europa". Sono infatti 960.000 le tonnellate raccolte nel 2016 (+6,9% rispetto al 2015) e 550 mila le tonnellate di imballaggi in plastica riciclate da Corepla. 

 

La classifica: Campania batte Lombardia - Corepla stima che in Italia si raccolgano mediamente 15,8 kg di imballaggi in plastica per abitante ogni anno. La regione che guida la filiera della raccolta è il Veneto, dove sono stati raccolti circa 25 kg di plastica pro capite. Al secondo posto si piazza la Sardegna con 20,8 kg per abitante all'anno. A seguire, Marche (19,7 kg) e Valle d’Aosta (19,5 kg). Bene anche Emilia-Romagna e Piemonte, con 18 kg pro capite all'anno. Fanno loro seguito nella classifica generale la Campania con 17,7 kg di plastica raccolta per abitante all'anno: una sorpresa positiva, visto che il dato campano batte pure quello lombardo, fermo a 17,6 kg.

 

Ultima la Sicilia - Prestazioni medie per Toscana (17,4 kg), Friuli-Venezia Giulia (17,1 kg) e il Trentino-Alto Adige (16,7 kg). Nella parte bassa della classifica troviamo l'Umbria con 15,6 kg di plastica raccolta per abitante all'anno, l'Abruzzo (15,1 kg), il Lazio (13,1 kg). Negativo il dato della Liguria, tra Lazio e Puglia (11,2 kg), con soli 12,7 kg pro capite. Chiudono la classifica la Calabria (9,7 kg), la Basilicata (7,9 kg), il Molise (6,8 kg) e la Sicilia, ultima in classifica con appena 4,8 kg.

 

Un'occasione per l'industria italiana - Riciclare la plastica, stimolare il dibattito, promuovere la raccolta. E soprattutto incentivare lo sviluppo tecnologico: sono solo alcuni dei cardini che è necessario non perdere di vista nell'ottica di una vera "economia circolare" italiana, in grado di riciclare tutto ciò che si produce e consuma. Questi fattori rappresentano - secondo i partecipanti al convegno - un vettore di competitività per l'intera filiera della plastica e per l'industria italiana. Il riciclo della plastica offre un importante contributo nell'ottica di risparmio energetico, tutela del territorio e creazione di materie prime seconde. "L’economia circolare conviene all’Italia - sottolinea Antonello Ciotti, presidente Corepla - perché il nostro Paese è leader a livello mondiale nelle tecnologie di riciclo. Inoltre i benefici ambientali derivati dal riciclo e dalla gestione ottimale del fine vita degli imballaggi in plastica, comportano meno emissioni e minor consumo di risorse e suolo (discariche evitate) oltre alla diminuzione del marine litter", ossia dei rifiuti solidi che provocano l'inquinamento dei mari. (Un mare da salvare: LO SPECIALE)

 

Cosa fare contro il marine litter - Secondo la ricerca intitolata "Marine litter study to support the establishment of an initial quantitative headline", condotta da Arcadis per conto della Commissione Europea nel 2013, l’economia circolare e lo sviluppo della filiera di riciclo sono fondamentali anche per combattere il fenomeno del marine litter, la dispersione dei rifiuti plastici nelle acque dell'oceano. Secondo il rapporto Unep ogni giorno finiscono in mare 731 tonnellate di rifiuti plastici. Secondo Goletta verde, l'iniziativa di Legambiente che monitora l'inquinamento delle acque marine, nei mari italiani buona parte dei rifiuti galleggianti è costituito da plastiche abbandonate in mare. Il fenomeno è causato anche dalla cattiva gestione dei rifiuti urbani da parte dei Comuni, a cui si aggiungono spesos i comportamenti dei cittadini e delle attività produttive. Il solo settore della pesca è responsabile dell'abbandono del 46% dei rifiuti rilevati.

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