L'udienza si svolge a porte chiuse e ha come oggetto la presentazione dei risultati della perizia redatta dal collegio di tecnici, che hanno risposto a un articolato quesito sulle cause della rottura della fune traente che ha determinato tragedia del 23 maggio 2021, nella quale persero la vita 14 persone. In aula è stato ascoltato un audio di pochi secondi in cui è stato registrato il momento della rottura del cavo
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È in corso nella Sala Ravasio al Tecnoparco di Verbania Fondotoce, sede della Provincia del Verbano Cusio Ossola, la nuova udienza per il crollo della funivia del Mottarone, avvenuto il 23 maggio 2021, nel quale persero la vita 14 persone. In aula il pm, i legali degli indagati, attualmente dodici persone fisiche e due società, i consulenti tecnici di tutte le parti in causa, Enrico Perocchio, direttore tecnico della funivia, con il suo avvocato Andrea Da Prato, e Gabriele Tadini, caposervizio, con il suo legale Marcello Perillo. In aula è stato ascoltato un audio di pochi secondi in cui è stato registrato il momento della rottura del cavo.
L'udienza davanti al gip
L'udienza, che ha la forma del dibattimento processuale, si svolge a porte chiuse e ha come oggetto la presentazione dei risultati della perizia redatta dal collegio di tecnici, che hanno risposto un articolato quesito sulle cause della rottura della fune traente che ha determinato tragedia. E la risposta, motivata con centinaia di pagine di analisi, dati tecnici e verifiche documentali, è contenuta nelle conclusioni della perizia: "una corretta attuazione dei controlli stessi avrebbe consentito di rilevare i segnali del degrado, ovvero la presenza di anche un solo filo rotto o segni di corrosione, e quindi di sostituire la testa fusa, così come previsto dalle norme". Al termine dell'udienza, per cui sono già convocate tre sedute, oggi, domani e lunedì (anche se non e' escluso che i lavori possano prolungarsi oltre) il Gip deciderà quali elementi della perizia verranno acquisiti al fascicolo processuale. Chiuso l'incidente probatorio la Procura dovrà comunicare la chiusura delle indagini, e formulare le richieste di rinvio a giudizio.
L'audio della rottura del cavo
Un audio di pochi secondi in cui è stato registrato il momento della rottura del cavo. È uno degli elementi della perizia informatica illustrata in aula. Stamane hanno cominciato a esporre il loro lavoro i periti del collegio informatico. L'incidente probatorio continuerà domani e lunedì. Se non si dovesse concludere, il gip ha fissato altre udienze. L'audio, secondo quanto riferito, dura una decina di secondi ed è stato fatto ascoltare più volte, anche sovrapposto al video dell'incidente. In sostanza si sentono due colpi secchi e un terzo prolungato, che dovrebbe essere quello del cavo che scarrucola. Prima della pausa pranzo dovrebbero chiudere con la loro esposizione i periti informatici.
Tadini: "Ho detto subito la verità"
"Quando sono stato fermato ho raccontato subito la verità, ancora prima che mi facessero le domande. Oggi sono un po' scosso e, a distanza di tempo, non ho ancora superato la cosa". Sono le parole di Gabriele Tadini, il caposervizio della funivia del Mottarone indagato per l'incidente. Presente alla prima udienza dell'incidente probatorio, Tadini ha detto che vedere il video e sentire l'audio dell'incidente "è stata una cosa non bella". "Ci penso sempre, tutti i giorni - ha aggiunto - Penso alle famiglie, è difficile da superare. L'unica cosa che faccio è pregare, una cosa importante che mi risolleva".
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Chi sono gli indagati
Sono in totale 14 i soggetti che a vario titolo sono coinvolti come indagati nell'indagine della Procura di Verbania. Oltre ai tre indagati entrati fin dall'inizio nell'inchiesta, il gestore della funivia, Luigi Nerini, il direttore d'esercizio Enrico Perocchio, e il capo servizio Gabriele Tadini, figurano iscritti nel registro degli indagati, tre rappresentanti della Leitner, la società altoatesina che si occupava della manutenzione dell'impianto di Stresa: Anton Seeber, presidente del Consiglio di amministrazione, Martin Leitner, consigliere delegato e Peter Rabansen, dirigente responsabile dell'assistenza clienti e delegato per l'ambiente e la sicurezza relativa agli impianti a fune. Tra gli indagati c'è anche Rino Fanetti, un altro dipendente Leitner che nel 2016 ha realizzato materialmente la famosa "testa fusa" della fune traente superiore della cabina 3, quella precipitata al suolo il 23 maggio. Sempre legati all'ambito della manutenzione dell'impianto sono Fabrizio Pezzolo, rappresentante legale della torinese Rvs Srl, che si occupava della manutenzione delle centraline idrauliche, e il suo dipendente Davide Marchetto, responsabile tecnico degli impianti a fune. E ancora, Alessandro Rossi della società torinese Sateco srl, che ha effettuato in prima persona le prove magneto-induttive a novembre 2019, e Davide Moschitti, che per conto della stessa azienda ha operato il controllo nel novembre 2020. C'è poi Federico Samonini, legale rappresentante della società Scf Monterosa srl di Macugnaga, che ha realizzato interventi di manutenzione e controllo visivo delle teste fuse e le ha sostituite a scadenza, a eccezione della testa fusa della cabina numero 3, la cui sostituzione era prevista per novembre 2021. Oltre alle persone fisiche ci sono poi le due società: Ferrovie del Mottarone, proprietaria dell'impianto e la già citata Leitner, responsabile delle manutenzioni.
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