In pochi secondi un Erickson S64 dei Vigili del fuoco, attrezzato per trasportare carichi eccezionali, ha agganciato i rottami della cabina, protetti in un speciale telo per evitare che se ne possano perdere anche solo piccoli pezzi
A centosessantanove giorni dall'incidente della funivia del Mottarone (FOTO - LE VITTIME), oggi è stata effettuata la rimozione della cabina sulla quale domenica 23 maggio 14 persone sono morte e un solo passeggero, il piccolo Eitan di 5 anni, è sopravvissuto.
La rimozione
Sulle pendici della montagna incastonata tra i laghi Maggiore e Orta, nel nord del Piemonte, è arrivato un Erickson S64 dei Vigili del fuoco attrezzato per trasportare carichi eccezionali. Al velivolo sono stati agganciati i rottami della cabina, protetti in un speciale telo, per evitare che se ne possano perdere anche solo piccoli pezzi. Un carico da una tonnellata e mezza, compresa l'imbragatura da 200 chili realizzata nelle settimane scorse dai Vigili del fuoco per proteggere i resti metallici dalle intemperie. Prima è stata prelevata la parte superiore, carrello e testa fusa, poi è stata agganciata e recuperata da un altro elicottero anche la parte inferiore, più leggera e meno importante ai fini delle indagini. Il procuratore di Verbania.
Procuratore Bossi: "Momento simbolicamente molto doloroso"
"Nessuno di noi può dimenticare quella giornata - afferma all'ANSA il procuratore Bossi, che ha assistito alle operazioni di recupero -. Tornare sul posto e vedere portare via ciò che resta della cabina è stato un momento simbolicamente molto doloroso e difficile, perché ha riportato tutti noi indietro a quel 23 maggio. Tutto si è svolto in modo molto semplice - ha aggiunto - anche se era una operazione molto molto complicata. Oggi stesso i periti con i consulenti di tutte le parti, compresi i nostri, si recheranno nel luogo di custodia della cabina per iniziare ad analizzare carrello e testa fusa".
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I lavori di preparazione
Nei giorni scorsi è nevicato un paio di volte sul Mottarone, ma il lavoro dei Vigili del fuoco e dei carabinieri di Verbania non si è fermato. In un mese di meticolose operazioni, partendo dal disboscamento dell'area per rendere più sicura la rimozione, è stato preparato il trasporto della cabina, che è stata depositata al campo sportivo di Gignese e da qui, caricata su un camion che la deve portare nel capannone della Provincia al Tecnoparco di Verbania-Fondotoce. Proprio questo trasferimento si sta rivelando più complicato del previsto, il mezzo pesante sta incontrando alcune difficoltà lungo il percorso per la presenza di una galleria. Vigili del fuoco e forze dell'ordine stanno valutando se bloccare in entrambe le direzioni il traffico per consentire al tir di percorrere la galleria al centro della carreggiata, dove la volta è più alta, per evitare il rischio di incastrare i rottami della cabina al tetto. una volta giunta a destinazione la cabina sarà a disposizione dei periti della Procura e delle difese e si aprirà una nuova fase dell'indagine, coordinata dalla Procura di Verbania.
La fune verrà analizzata nei laboratori di Trento
La fune che reggeva la cabina verrà analizzata presso il Laboratorio tecnologico impianti a fune (Latif) della Provincia di Trento. Lo ha stabilito il Gip di Verbania, che ha incaricato i periti del laboratorio, con sede a Ravina, dell'analisi degli spezzoni di fune e della testa fusa. "Ad oggi siamo l'unico laboratorio in Italia che può effettuare questo tipo di perizie", ha confermato il dirigente Silvio Dalmaso. Parte del Servizio impianti a fune e piste da sci della Provincia autonoma di Trento, Latif è un punto di riferimento nazionale ed europeo per quanto riguarda gli impianti a fune, e l'unico laboratorio in Italia specializzato in tutte le tipologie di prova applicate sugli elementi funiviari. Il personale tecnico impiegato è inserito in gruppi di lavoro per la stesura di norme in materia di sicurezza sul trasporto a fune e sulle procedure di prova e controllo, sia nazionali, sia europee.
Le indagini
Finora è stato accertato che l'utilizzo dei cosiddetti 'forchettoni' ha impedito al freno di emergenza di entrare in funzione, non è ancora stata stabilita la causa della rottura del cavo. Dieci giorni fa il Tribunale del riesame ha accolto il ricorso della procura di Verbania e disposto i domiciliari anche per Enrico Perocchio e Luigi Nerini, arrestati pochi giorni dopo l'incidente della funivia e poi rimessi in libertà dal gip. Un provvedimento per il quale gli avvocati difensori ricorreranno in Cassazione. Il terzo tra i principali indagati, il caposervizio Gabriele Tadini, è sempre rimasto ai domiciliari. Nell'inchiesta gli indagati sono 14: dodici persone e due enti.
Il caso Eitan
L'unico sopravvissuto all'incidente, il piccolo Eitan, è al centro di una disputa familiare sul suo affidamento tra la famiglia materna e paterna. Giovedì 11 novembre il Tribunale distrettuale di Tel Aviv discuterà il ricorso presentato dal nonno materno, in merito alla sentenza del giudice per le questioni familiari che ha dato ragione alla zia paterna Aya Biran-Nirko, affidataria del bambino. Eitan era stato portato illegalmente in Israele dal nonno paterno che l'aveva prelevato in Italia, in provincia di Pavia.