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Sindacalista morto investito durante presidio, autista arrestato. Draghi: Far luce subito

Piemonte

Secondo una prima ricostruzione il conducente del camion, portato in carcere con l'accusa di omicidio stradale e resistenza, avrebbe forzato il blocco della manifestazione che stava per cominciare. Dopo l'incidente è fuggito ed è stato bloccato in autostrada dai carabinieri

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Un sindacalista 37enne è morto questa mattina investito da un camion durante una manifestazione di lavoratori della logistica davanti ai cancelli della Lidl. E' successo a Biandrate (Novara), in via Guido il Grande. La vittima è un rappresentante dei SiCobas di origini marocchine, Adil Belakhdim. Sul posto è intervenuto anche il 118, ma per il 37enne non c'è stato nulla da fare.

Secondo una prima ricostruzione, l'autista del camion, un 25enne italiano, avrebbe forzato il blocco dei manifestanti e dopo l'incidente sarebbe fuggito ma è stato bloccato in autostrada dai carabinieri. Il giovane è stato arrestato e portato in carcere con le accuse di omicidio stradale e resistenza.

Intanto Cgil, Cisl e Uil hanno proclamato due giorni di sciopero 'in presenza', domani e dopodomani, dei lavoratori di tutte le aziende del polo logistico di Biandrate.

Draghi: "Morte Belakhdim addolora, fare subito luce"

Sulla vicenda è intervenuto il premier Mario Draghi. "Sono molto addolorato per la morte di Adil Belakhdim. È necessario che si faccia subito luce sull'accaduto", ha detto al suo arrivo a Barcellona, dove oggi sarà in visita istituzionale.

Il ministro Orlando: "Fatto gravissimo"

"E' gravissimo quello che è accaduto di fronte ai cancelli di un magazzino di Biandrate, vicino Novara. La tragica morte del sindacalista Adil Belakhdim è avvenuta in circostanze che andranno immediatamente chiarite. Nel settore della logistica stiamo assistendo ad una escalation intollerabile di episodi di conflittualità sociale che richiedono risposte urgenti. Alla famiglia del sindacalista la nostra vicinanza". Così il ministro del Lavoro, Andrea Orlando. Pochi giorni fa a Tavazzano di Villavesco (Lodi) un operaio è rimasto ferito durante violenti scontri avvenuti nel corso di un presidio. 

"La morte di Adil Belakhdim lascia sgomenti, massima vicinanza ai familiari e alle persone ferite. Ora è prioritario chiarire quanto è accaduto fino all'ultimo dettaglio", ha ribadito il ministro degli Affari Esteri Luigi Di Maio.

L'incidente

Secondo una prima ricostruzione, l'autista del camion avrebbe forzato il blocco della manifestazione, che stava per cominciare, e durante una manovra avrebbe investito il sindacalista, trascinato per una decina di metri. In seguito il conducente è fuggito ed è stato bloccato in autostrada dai carabinieri.

"Il camion ha forzato il presidio all'esterno del magazzino investendo i lavoratori, tra cui Adil", scrivono su Facebook i SiCobas. "Quel camion lo ha trascinato per una ventina di metri, il conducente non può non essersene accorto", aggiungono i lavoratori che hanno assistito all'incidente. Il camion ha urtato anche altri due manifestanti che si trovano ora in ospedale. Secondo quanto si apprende, le loro condizioni non sarebbero gravi. Uno dei lavoratori, che si trovava vicino alla vittima quando è stata investita dal camion, si è sentito male e, sotto choc, è stato soccorso dal personale del 118. 

La vittima

Belakhdim, residente a Vizzolo Predabissi (Milano), da alcuni anni svolgeva attività sindacale ed era coordinatore interregionale dei SiCobas. La manifestazione di oggi era stata indetta dallo stesso sindacato in occasione dello sciopero nazionale della logistica. Il 37enne lascia due figli di 15 e 17 anni. 

I sindacati: "Ennesimo tragico episodio"

"Non è possibile morire mentre si esercita il diritto costituzionale ad esprimere la propria opinione e non si devono mai mettere lavoratori contro lavoratori. Il diritto di manifestare è sacrosanto e ogni atto di violenza va condannato. Siamo vicini ai familiari del sindacalista investito e ucciso". Così Filcams-Cgil e Filt-Cgil, Fisascat-Cisl e Fit-Cisl e Uiltucs e Uiltrasporti. "In attesa che la giustizia faccia chiarezza su quanto accaduto, serve un intervento forte, anche a livello istituzionale, per affermare legalità e diritti in un mondo che troppo spesso li ignora", aggiungono. "Crediamo - sottolineano le organizzazioni sindacali - che vada in questa direzione la proposta del ministro Orlando, di un tavolo specifico che parta dall'esperienza del tavolo della legalità. Va riportata l'attenzione sul mondo della logistica e sulle storture che si stanno riproponendo per affermare compiutamente i principi di legalità e per cercare di condividere interventi utili ad evitare momenti drammatici e gestire criticità. Riteniamo necessario che il coinvolgimento istituzionale sia allargato a tutti i ministeri coinvolti (Mims e Mise), alle organizzazioni datoriali e sindacali firmatarie il Ccnl della logistica". "Nel magazzino di Biandrate - concludono - la quasi totalità dei lavoratori sono dipendenti diretti della Lidl e avevamo denunciato criticità sull'organizzazione del lavoro e il corretto riconoscimento dei livelli di inquadramento. Per denunciare l'accaduto e in solidarietà alla famiglia le categorie del terziario hanno dichiarato sciopero per i giorni 18, 19, 20 giugno di tutti i dipendenti del sito". 

Landini: "Troppi episodi di violenza e intimidazioni"

"La morte di un sindacalista, investito durante un presidio sindacale, è un fatto gravissimo, inaccettabile, sul quale è necessario fare presto piena luce", dice il leader della Cgil, Maurizio Landini, che avverte: "Nella logistica si stanno verificando troppi episodi d'intimidazione e di violenza, che mettono seriamente in discussione le libertà sindacali. E questo avviene in un settore, dove anche per effetto del ricorso ad appalti e sub appalti, e dell'applicazione di contratti pirata, i diritti e le tutele fondamentali dei lavoratori sono continuamente calpestati, in un clima spesso da Far West".

Il precedente a Piacenza

Il caso ricorda un episodio accaduto nel 2016 a Piacenza, dove oggi diverse decine di lavoratori della logistica appartenenti al sindacato SiCobas hanno protestato davanti a uno store della Lidl. Nel settembre 2016 Abd Elsalam Ahmed Eldanf, facchino 53enne di origine egiziana, fu travolto da un tir all'esterno di una ditta piacentina di logistica mente era in corso una vertenza tra il sindacato Usb e i vertici dell'azienda, la Gls. Un episodio al centro di polemiche perché per la procura si era trattato di una fatalità, un incidente, mentre il sindacato di base lo denunciò come "omicidio padronale". Il 53enne fu investito e ucciso sul colpo da un tir che stava uscendo dopo le normali operazioni di carico, davanti ad altri operai e alla polizia sul posto a causa della tensione di quei giorni per la vertenza in atto. Per la Procura il camionista che stava svoltando non si accorse dell'operaio che, per protesta, stava andando incontro al mezzo per fermarlo. Il camionista, poi finito a processo per omicidio colposo, è stato assolto nel luglio 2020 al termine del processo di primo grado.

"Quello che è successo questa mattina a Biandrate noi lo abbiamo già vissuto nel 2016 con la morte nello stesso tragico modo di Abd El Salam davanti ai cancelli della Gls - ha detto il leader sindacale piacentino Carlo Pallavicini - Già allora urlammo con tutta la nostra forza che i problemi di ordine sociale non si possono risolvere come problemi di ordine pubblico. Deve esserci una legittimità delle proteste e dello sciopero in Italia e deve prevedere il diritto ad esprimere la propria opinione in sicurezza. I mezzi pesanti e i camion devono essere spenti quando c'è uno sciopero davanti a un magazzino. Perché altrimenti si contano le morti di persone che vogliono solo protestare in un settore, quello della logistica, ad altissimo tasso di sfruttamento".

Il presidio di lavoratori della logistica davanti ai cancelli della Lidl - ©Ansa