Torino, violinista picchiato da branco per una sigaretta negata

Piemonte

È accaduto alle 3.30 di domenica, nella centralissima via Po. Lo studente 25enne del conservatorio Giuseppe Verdi è stato assalito da una quindicina di ragazzi tra i 20 e i 25 anni, dopo che alla richiesta di una sigaretta aveva risposto di non fumare

R.R., 25enne venezuelano e violinista studente del conservatorio Giuseppe Verdi, è stato massacrato di botte da un branco di ragazzi e ragazze alle 3.30 di domenica a Torino, nella centralissima via Po. Aveva da poco finito di esibirsi in un locale e stava tornando a casa. Mentre camminava, ha incontrato una quindicina di ragazzi, tra i 20 e i 25 anni. Gli hanno chiesto una sigaretta, ma lui, non fumando, ha detto che non ne aveva. Da qui, le botte. Il musicista è poi riuscito ad allontanarsi e a raggiungere la casa di un amico che abita nelle vicinanze. Si è poi fatto accompagnare in ospedale: è stato dimesso poco dopo e ha presentato denuncia alla polizia. Sui fatti indagano gli agenti del commissariato Centro. La notizia è stata riportata da TgCom24 e La Stampa.

L’aggressione

Dopo aver detto di non avere sigarette, Raul ha continuato a camminare, ma un giovane lo ha seguito. "Ha continuato a chiedermi una sigaretta. Ha ripetuto la domanda tre volte. Gli ho risposto che non potevo aiutarlo. Lui si è messo a urlare e mi ha colpito con un calcio alla schiena”, ha raccontato il violinista a La Stampa. Dopo il calcio, Raul è caduto a terra. Ha cercato di proteggersi, ma l'aggressore continuava a colpirlo sul petto e sul volto. Poco dopo, anche il resto del branco si è avvicinato per aggredire il musicista: "Mi hanno dato colpi su tutto il corpo: sulle gambe, sulle braccia, all'inguine. Sembravano divertiti. Sono ancora tutto indolenzito". Uno degli aggressori gli ha anche tirato in testa un manganello telescopico, procurandogli una ferita alla tempia.
Il violinista ha tentato di rialzarsi, ma uno dei ragazzi lo ha afferrato e sbattuto a terra, per poi dargli altri colpi: "Ad un certo punto, non so neanche io come, sono riuscito a divincolarmi e a fuggire. Ho telefonato a un ragazzo che conosco, che vive proprio in via Po. Gli ho chiesto di ospitarmi, di nascondermi. Temevo di rincontrare i miei aggressori. Non volevo essere picchiato di nuovo", ha spiegato. Quando un componente del branco ha visto che il musicista prendeva il telefono per chiamare l'amico gli ha detto: "Bastardo, stai chiamando gli sbirri. Ora ti ammazziamo". Ma fortunatamente, il 25enne è riuscito a raggiungere in tempo la casa dell'amico e, una volta sicuro che il branco si fosse allontanato, si è fatto poi accompagnare all'ospedale.

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