Torino, rapimento sventato: la banda patteggia una pena di 18 mesi

Piemonte
Foto di Archivio (ANSA)

Lo scorso 14 agosto quattro malviventi tentarono di caricare una donna su un furgone in pieno centro per avere informazioni su un soggetto che a giugno truffò uno di loro a Milano: la Procura accetta la richiesta dei loro avvocati

I quattro componenti della banda (tre tedeschi e un austriaco) che lo scorso 14 agosto rapì una donna nel centro di Torino caricandola su un furgone hanno chiesto e ottenuto di patteggiare 18 mesi di reclusione. Lo sviluppo processuale è contenuto all’interno dell’ordinanza in cui il Gip disposto la scarcerazione degli indagati dopo la derubricazione del reato da sequestro di persona a sequestro ‘semplice’. La Procura ha accolto la richiesta degli avvocati Luca Marta, Ruggero Marta, Gabriele Assenzi e Pietro Massaro.

Le origini della vicenda

Secondo le indagini scattate in seguito al sequestro di persona sventato il 14 agosto, all’origine del fatto ci sarebbe stata una truffa legata a uno dei quattro componenti della banda e che affonda le sue radici in Germania. Due degli arrestati facevano parte di un’agenzia di investigazioni specializzata in recupero crediti. Il terzo è un imprenditore edile, ed è lui che si dichiarò vittima di un raggiro. L’uomo avrebbe infatti subito una truffa a Milano lo scorso giugno, durante un’operazione di cambio valute: aveva consegnato 50mila euro a un interlocutore conosciuto su internet, ottenendo però delle banconote false. Invece di denunciare l’accaduto alle forze dell’ordine, è tornato in Germania e ha fatto svolgere le indagini privatamente. La banda sarebbe così arrivata a Torino passando per Aosta (dove è stata rubata una targa poi applicata sul furgone usato per compiere il rapimento). Dopodiché, avrebbero escogitato un piano per sequestrare la donna che, secondo loro, avrebbe potuto avere informazioni interessanti per risalire a un certo ‘Peter’, ossia l’autore della truffa a Milano. Il loro obiettivo finale era quello di denunciare tutto alla Questura.

Il rapimento

Il fatto è accaduto lo scorso mercoledì 14 agosto, intorno alle 10, all’angolo tra piazza Cin e piazza San Carlo. La vittima del tentato sequestro era una cittadina serbo-australiana di 35 anni, che è stata legata dai malviventi con delle fascette da elettricista e caricata sul furgone rubato. Il compagno della donna è fuggito mentre la banda entrava in azione. I rapitori, stando al racconto di un testimone, indossavano pettorine con la scritta ‘Police’ e berretti targati ‘Interpol’, oltre che una cospicua dotazione di pistole giocattolo, spray al peperoncino e radio ricetrasmittenti. La donna, durante l’operazione dei delinquenti, continuava a urlare. Una delle volanti della polizia in transito verso piazza San Carlo ha intercettato il furgone e ha cominciato a inseguirlo. In via Giusti, a pochi passi dalla Questura, il gruppo ha cercato d’infilarsi in un parcheggio privato, ma il titolare gli ha negato l’accesso a causa delle eccessive dimensioni del mezzo di trasporto. A quel punto, davanti ai poliziotti, i rapitori si sono arresi.

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