Torino, busta sospetta alla Lavazza: la procura apre un'inchiesta per tentata estorsione

Piemonte
Foto di archivio (Agenzia Fotogramma)

Nella busta, recapitata il 5 aprile, oltre a della polvere verde, c'era anche un messaggio contenente l’intimidazione a versare del denaro per evitare l’avvelenamento dei prodotti 

La procura di Torino ha aperto un fascicolo sul caso della busta con polvere sospetta recapitata lo scorso 5 aprile nella sede cittadina della Lavazza. L'ipotesi di reato è la tentata estorsione. Buste analoghe sono state ricevute da altre aziende, Illy, Caffè Vergnano, Ferrero e Balocco, in altre località. Il messaggio che le accompagna, in un inglese definito 'buono' ma non da madrelingua, contiene l'intimazione a versare del denaro per evitare l'avvelenamento dei prodotti. Degli accertamenti si occupa la Digos. Al momento, secondo quanto si apprende, i magistrati torinesi non collegano l'episodio ai pacchi esplosivi indirizzati alla sindaca Chiara Appendino e a un consigliere di circoscrizione della Lega, Alessandro Sciretti

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