Apple abbassa di 100 dollari il prezzo degli iPhone XR in Cina

Tecnologia
Foto di archivio (ANSA)

Cupertino cerca di dare slancio alle vendite di smartphone sul mercato cinese, principale causa del recente crollo in Borsa, chiedendo ai rivenditori di rivedere il prezzo di iPhone XR 

La frenata delle vendite di iPhone sul mercato cinese e il conseguente ribasso delle stime dei ricavi sono state le principali cause del recente crollo di Apple in Borsa, che ha fatto bruciare a Cupertino qualcosa come 446 miliardi da ottobre a inizio gennaio. Per tentare di recuperare terreno, la società di Tim Cook ha deciso di ridurre di circa 100 dollari la cifra a cui consegna l’iPhone XR ai suoi canali di vendita in Cina, tra i quali figurano il sito di e-commerce JD.com e Suning. La notizia è stata riportata da Yahoo Finance, dove si legge che Apple avrebbe anche inviato una nota chiedendo di abbassare i prezzi praticati ai consumatori finali, in modo da incrementare le vendite in vista del capodanno cinese che cade a febbraio.

Cifre inferiori al listino Apple di 100 dollari

Al momento, la società californiana non sta offrendo sconti in modo diretto sui suoi smartphone ai cittadini cinesi, ma da qualche giorno i rivenditori affiliati hanno iniziato ad abbassare i loro prezzi. L'iPhone XR viene ora venduto a prezzi che oscillano tra i 5.380 e i 6.199 yuan cinesi, pari a circa 790-915 dollari, cifre inferiori al listino di 6.499 yuan (960 dollari) praticato da Apple sul suo sito ufficiale e negli Apple Store.

Apple taglia la produzione di iPhone del 10%

A causa delle difficoltà riscontrate sul mercato globale, dove la richiesta per i più recenti smartphone top di gamma, iPhone XR, XS e XS Max, è stata più debole del previsto, Apple ha chiesto ai suoi ai propri fornitori di tagliare del 10% la produzione di questi modelli per i primi tre mesi del 2019. Come riferisce il Nikkei Asian Review, la produzione dovrebbe passare da 47-48 milioni di pezzi a circa 40-43 milioni, segnando una contrazione del 20% rispetto a quanto venduto nello stesso periodo del 2018. Il taglio produttivo è stato richiesto a dicembre ed è il secondo nel giro di due mesi.

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