Google, rimosse 600 app dal Play Store: violavano le norme sulla pubblicità

Tecnologia
Immagine di archivio (Getty Images)

I banner presenti al loro interno infastidivano gli utenti anche quando utilizzavano altre funzioni dello smartphone, arrivando in alcuni casi a renderne impossibile la fruizione 

Google ha eliminato dal Play Store circa 600 applicazioni a causa della presenza di inserzioni pubblicitarie fastidiose che, in alcuni casi, potevano persino interferire con l’uso delle funzioni dello smartphone o comprometterlo del tutto. Gli sviluppatori malintenzionati avevano introdotto all’interno di queste app alcuni banner pubblicitari che infastidivano gli utenti anche mentre erano intenti a utilizzare dei software differenti. Per individuare le applicazioni moleste, la società californiana ha sviluppato un nuovo approccio basato sul machine learning, ossia sull’apprendimento automatico.

La lotta alle pubblicità fastidiose

“Le frodi legate alla pubblicità sui dispositivi mobile sono una sfida che assume diverse forme con una grande varietà di metodi, e che ha il potenziale per danneggiare utenti, inserzionisti ed editori”, spiega Google. “Nell’ambito di questa lotta prendiamo provvedimenti contro chi crea app apparentemente innocue, ma che in realtà violano le nostre norme sugli annunci”, aggiunge l’azienda di Mountain View. Le circa 600 app eliminate da Google sono state installate 4,5 miliardi di volte.

Quanto è sicuro il Play Store?

Nel corso degli ultimi anni, Google ha adottato varie contromisure per rendere il Play Store uno spazio virtuale sempre più sicuro per tutti gli utenti, arrivando talvolta a eliminare ingenti quantità di applicazioni dannose. Solo lo scorso gennaio il colosso di Mountain View ha rimosso 17 app infettate da malware dalla piattaforma, che complessivamente erano state installate 550.000 volte. Nonostante questi interventi, il negozio online non è ancora un luogo del tutto sicuro: secondo l’azienda di sicurezza Check Point Software non è raro imbattersi ancora in malware e applicazioni in grado di compromettere i dati personali degli utenti. Recentemente, la società ha collaborato con Google per contrastare il software malevolo “Haken”, presente in 8 diverse app apparentemente innocue, tra cui giochi per i bambini e utility per la fotocamera. Questo malware svolgeva una duplice funzione: da un lato attivava servizi in abbonamento premium all’insaputa dell’utente e dall’altro consentiva agli hacker entrare in possesso di vari dati personali.

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