WhatsApp, in arrivo un nuovo sistema di pagamento digitale

Tecnologia
Immagine di archivio (Getty Images)

Come annunciato da Zuckerberg durante l’evento di presentazione dei risultati finanziari di Facebook, WhatsApp Pay sarà “implementato in diversi Paesi nei prossimi sei mesi” 

Su WhatsApp potrebbe presto approdare un’importante novità, testata nel 2018 su un milione di utenti indiani.
Si chiama WhatsApp Pay, ed è una nuova modalità di pagamento, che permette di inviare soldi tramite l’app di messaggistica.
A darne notizia è stato direttamente Mark Zuckerberg, durante l’evento di presentazione dei risultati finanziari di Facebook, durante il quale ha parlato anche di alcuni dei temi più “caldi” del momento nel settore, quali le questioni legate alla privacy e le interferenze elettorali.

Arriverà nei prossimi mesi in diversi Paesi

WhatsApp Payments, come annunciato dal fondatore del colosso di Menlo Park, è un sistema di pagamento digitale “facile e veloce come l’invio di una foto”: consentirà agli utenti sia di inviare facilmente soldi ai contatti che di portare a termine dei pagamenti nei siti di e-commerce che supporteranno la nuova modalità di pagamento.
Sarà “implementato in diversi Paesi nei prossimi sei mesi”, ha aggiunto Zuckerberg, non sbilanciandosi oltre.
Nel corso della presentazione, il fondatore del colosso d Menlo Park ha parlato anche di numeri: in tutto il mondo sono all’incirca 2,9 miliardi le persone che ogni mese accedono a Facebook, Instagram, WhatsApp e Messenger. Gli utenti giornalieri, che consultano almeno una di queste app ogni 24 ore, sono 2,3 miliadi.
Inoltre, “ci sono oltre 140 milioni di piccole imprese che usano i nostri servizi per crescere”, ha aggiunto Zuckerberg.

Elezioni: il commento di Zuckerberg

Come anticipato precedentemente, durante la presentazione, Zuckerberg ha affrontato anche il tema delle elezioni. “Siamo molto concentrati sull'integrità elettorale", ha spiegato Zuckerberg, dichiarandosi "orgoglioso dei progressi fatti per prevenire le interferenze straniere". “Nel 2016, anno della vittoria di Donald Trump, eravamo rimasti indietro, ma dopo aver lavorato per proteggere le elezioni in paesi di tutto il mondo, dall'Ue all'India, dal Messico al voto di metà mandato in Usa, pensiamo che i nostri sistemi siano ora più avanzati di qualsiasi altra azienda, e spesso avvisiamo le forze dell'ordine e l'intelligence in merito alle minacce che identifichiamo". 

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