Uber, abbandonato il progetto dei camion autonomi

Tecnologia
Foto di archivio (Getty Images)
getty_images_uber_720

L'azienda californiana ha deciso di concentrare i propri sforzi sulle automobili senza conducente, dopo essere tornata sulle strade di Pittsburgh di recente

Stop ai camion a guida autonoma, Uber si concentra solo sulle automobili. L'azienda di San Francisco ha annunciato di voler chiudere (almeno per il momento) la propria unità di sviluppo di autocarri, un programma nato in seguito all'acquisizione multimilionaria di Otto quasi due anni fa. A spiegare il motivo di tale decisione è Eric Meyhofer, capo dell’Uber Advanced Technologies Group.
"Recentemente abbiamo deciso di compiere un passo importante e di tornare sulle strade pubbliche di Pittsburgh con le nostre automobili senza pilota - le sue parole in un comunicato -. Proprio per questo motivo riteniamo che sia importante avere le energie e l'esperienza di tutti incanalata solo in questo progetto".

Uber Freight non sarà abbandonato

Nonostante la decisione di accantonare il progetto sullo sviluppo di mezzi pesanti a guida autonoma, il colosso statunitense non intende abbandonare anche gli studi su Uber Freight. Si tratta di un'applicazione lanciata a maggio del 2017, progettata con lo scopo di collegare i conducenti di camion e le aziende con necessità di trasportare merci. Tramite l'utilizzo di Uber Freight, i camionisti possono ricevere informazioni sulla destinazione, la distanza richiesta e il pagamento anticipato per il servizio. L'applicazione è disponibile in tutti gli Stati Uniti e, negli ultimi tre mesi, ha triplicato il proprio giro d’affari.
Il progetto sui camion, fa sapere Uber, non sarà accantonato in via definitiva. La società californiana, infatti, continuerà a studiare gli approcci alla guida sicura in autostrada per i mezzi pesanti, mantenendo vivi i rapporti con le case produttrici. L'azienda potrà tornare ad occuparsene in futuro, ma solo dopo aver sviluppato le fondamenta per un sistema di auto-guida perfettamente funzionante.

Un progetto partito con il piede sbagliato

Sin dal momento del suo concepimento, il progetto per la realizzazione di un camion a guida sicura non ha incontrato grande fortuna. Uber ha acquistato Otto, la startup di self-driving fondata dall'ex ingegnere di Google, Anthony Levandowski, e da Lior Ron, capo del prodotto su Google Maps, nell'agosto 2016 per 680 milioni di dollari.
Nove mesi dopo l'acquisizione, però, Uber è stata coinvolta in un contenzioso legale per la presunta violazione di brevetto e il furto di segreti commerciali da Waymo, l'ex progetto di auto-guida di Google. La controversia è quindi finita in tribunale nel febbraio 2018, con le due parti che hanno raggiunto un accordo qualche mese più tardi. Uber ha accettato di non utilizzare le informazioni confidenziali di Waymo e di sottoscrivere un accordo finanziario che include lo 0,34% del proprio capitale, per la sua serie G-1, con una valutazione di circa 72 miliardi di dollari. In altre parole, Waymo ha guadagnato circa 244,8 milioni in azioni Uber.

Tecnologia: I più letti