Acer Predator Helios 18 AI, il laptop che vuole sostituire il desktop
NOWIntroduzione
L’Acer Predator Helios 18 AI è uno di quei prodotti che non passano inosservati: un portatile gaming da 18 pollici, GPU RTX 5090 Laptop, fino a 192 GB di RAM e schermo Mini LED 4K. Numeri che lo avvicinano più a un PC fisso di fascia alta che a un notebook tradizionale, pensato per chi vuole avere sulla scrivania un’unica macchina capace di fare tutto: giocare al massimo dei dettagli, montare video in 4K, lavorare con l’intelligenza artificiale e gestire senza fatica i carichi più pesanti. È un “desktop replacement” dichiarato, che punta a sostituire il classico tower e monitor, mettendo
però nel pacchetto anche la possibilità - teorica più che pratica - di spostarlo tra casa e ufficio. Ma tanta potenza ha un prezzo, in tutti i sensi: economico, in termini di listino, e fisico, perché parliamo di un portatile grande, pesante e affamato di energia. Vediamo allora com’è andata, tra prestazioni, rumorosità, autonomia e un prezzo che lo colloca decisamente nella fascia extra-lusso del gaming portatile
Quello che devi sapere
Come si presenta
Da chiuso sembra “solo” un grosso portatile nero, ma appena si accende la retroilluminazione di Predator Helios 18 AI di Acer si capisce subito che siamo nel mondo Predator: barre RGB sul frontale, logo luminoso sul coperchio, tastiera con illuminazione per-tasto e diversi effetti. Non è appariscente come certi gaming “spaziali”, ma la personalità c’è. Le dimensioni sono importanti: circa 401 x 308 x 29,5 mm per 3,5 kg di peso. È quindi un portatile di nome ma non di fatto: più un desktop replacement pensato per stare quasi sempre su una scrivania che per viaggiare in zaino. La costruzione è solida, con cerniere robuste e un telaio che dà l’idea di poter reggere anni di utilizzo intenso. La dotazione di porte è ricca: fino a 3 USB-A, 2 USB-C/Thunderbolt 5, HDMI, RJ-45, jack audio, lettore SD e Wi-Fi 7. In pratica, non serve un hub esterno: tra periferiche, monitor e rete cablata, c’è spazio per tutto.
Display: il vero spettacolo è qui
Il cuore scenico del Predator Helios 18 AI è senza dubbio il suo schermo: un pannello Mini LED da 18 pollici che, appena lo accendi, riempie la scrivania come fosse un piccolo TV da salotto. È disponibile in due varianti: una con risoluzione 2560×1600 a 250 Hz, pensata per chi gioca soprattutto in competitivo, e una versione 4K+ 3840×2400 “dual mode”, che permette di passare al volo da 4K 120 Hz a 1080p 240 Hz in base a quello che stai facendo. In pratica, due monitor in uno: se stai giocando a un tripla A cinematografico ti godi il 4K con tanta definizione e fluidità, se invece entri in partita online e vuoi il massimo dei frame, abbassi la risoluzione e sfrutti i 240 Hz. La tecnologia Mini LED aiuta a tirare fuori una luminosità molto alta, un ottimo contrasto e colori vividi, con in più il vantaggio del formato 16:10, che offre più spazio verticale: utile tanto nei giochi quanto quando si lavora su timeline video, fogli di calcolo o software di editing. Il risultato è uno schermo che non è solo “grande”, ma anche versatile: sa essere speYacolare davanti a un gioco pesante in 4K, ma si presta altrettanto bene alla produttività, allo streaming e a tutto quello che richiede tanto spazio sul desktop. Per chi cerca un portatile che faccia davvero da sostituto del fisso, il display è uno dei motivi principali per cui prendere in considerazione l’Helios 18 AI rispetto ai classici 16 o 17 pollici.
Prestazioni e raffreddamento
Sotto la scocca, l’Acer Predator Helios 18 AI è tutto fuorché timido. Parliamo di configurazioni che possono arrivare fino a un Intel Core Ultra 9 275HX abbinato a una GeForce RTX 5080 o 5090 Laptop, con la possibilità di spingersi fino a 192 GB di RAM e diversi terabyte di SSD velocissimi. Tradotto: qualsiasi cosa gli si chieda, dal gaming in 4K ai sorware di montaggio video, rendering 3D, lavoro con modelli AI locali, viene gestita con una disinvoltura che ricorda più un PC fisso di fascia alta che un portatile. Nell’uso reale questo si sente subito: i giochi tripla A girano fluidi anche con dettagli spinti e ray tracing attivo, le applicazioni pesanti si aprono senza attese e il multitasking estremo - con più programmi, tab e processi in background - non sembra metterlo davvero in difficoltà. È il classico portatile che “non fa una piega” neppure quando lo si porta al limite, e che offre la sensazione di avere ancora margine. Tutta questa potenza, però, va tenuta al fresco. Il sistema di raffreddamento è molto generoso, con ampie griglie e ventole dedicate, e infatti quando si attivano i profili più spinti le ventole si fanno sentire: non è un portatile silenzioso in modalità gaming, soprattutto se si sceglie il preset più aggressivo per spremere l’hardware. In modalità più bilanciate, invece, il comportamento è più civile: le temperature restano soYo controllo, la rumorosità scende e l’Helios 18 AI diventa più adatto anche a un uso misto tra lavoro e intrattenimento, magari affiancato a un paio di cuffie. È un compromesso inevitabile su una macchina di questo tipo: per avere prestazioni da desktop in uno chassis - per quanto grande - comunque portatile, serve accettare un sistema di raffreddamento presente e ben udibile quando si spinge davvero sull’acceleratore.
Tastiera, audio e porte
La tastiera è di tipo full size con tastierino numerico, corsa decisa e retroilluminazione RGB per tasto gestibile tramite PredatorSense. È pensata per chi gioca ma anche per chi scrive molto: i tasti sono precisi, anche se la presenza del numpad porta a qualche compromesso sulla lunghezza della barra spaziatrice. Il touchpad è ampio e preciso, certificato Microsor Precision, ma su un portatile del genere è facile che venga subito affiancato da un mouse gaming esterno. Sul fronte audio, il Predator Helios 18 AI offre fino a sei speaker con tecnologie di cancellazione del rumore AI per microfoni e audio in chiamata. Il volume è alto, sufficiente per giocare e guardare contenuti senza cuffie, anche se chi punta a un’esperienza “cinema” probabilmente opterà per headset o casse dedicate. La connettività, come detto, è completa: oltre a USB-A e USB-C (Thunderbolt 5), troviamo HDMI 2.1, Ethernet 5 Gb, Wi-Fi 7 e lettore SD, una rarità gradita per chi lavora anche con foto e video.
Funzioni AI e software
Sul fronte software, il Predator Helios 18 AI punta molto sulla combinazione fra Windows 11 e gli strumenti legati all’intelligenza artificiale. A bordo c’è l’ormai immancabile tasto dedicato a Copilot, che permette di richiamare l’assistente di Microsoft in qualsiasi momento: dalla gestione dei documenti alla ricerca di file, fino alle richieste più complesse per mail, testo e organizzazione del lavoro. È una presenza discreta ma sempre pronta, che dà il meglio di sé proprio su una macchina pensata per i carichi pesanti. In parallelo c’è tutta la parte “Predator”: tramite il sorware PredatorSense si controllano profili di prestazioni, velocità delle ventole, illuminazione RGB e scorciatoie di sistema, con un’interfaccia abbastanza chiara anche per chi non è abituato a smanettare con curve e wattaggi. Le funzioni AI lavorano dietro le quinte anche in altri ambiti, come la cancellazione del rumore in cuffia o sui microfoni durante le call, il miglioramento dell’audio e la gestione intelligente dei consumi in base al carico. Il risultato è un ecosistema che non si limita a “mostrare” la sigla AI sulla scocca, ma prova effettivamente a sfruttare NPU, GPU e software per rendere più fluida sia la parte gaming, sia quella produttiva, dal montaggio video all’editing fotografico fino agli strumenti creativi che stanno integrando via via funzioni basate sull’intelligenza artificiale.
Autonomia
Su un portatile di queste dimensioni e con questo hardware, l’autonomia non può essere il punto di forza, e infatti il Predator Helios 18 AI si comporta esattamente come ci si aspetta da un desktop replacement. La batteria da 99 Wh è la massima consentita per un notebook, ma deve alimentare uno schermo da 18 pollici ad alta luminosità e una piattaforma pensata per dare il massimo, non per risparmiare. Nell’uso quotidiano leggero - quindi navigazione web, streaming video, un po’ di lavoro in ufficio con luminosità non al massimo - si riesce a stare attorno alle tre ore scarse lontano dalla presa, che possono aumentare di qualcosa attivando le modalità di risparmio e abbassando la luminosità. Quando entra in gioco il gaming, però, la storia cambia: se si prova a giocare a batteria, l’autonomia crolla rapidamente e difficilmente si superano i 90 minuti, anche perché per non compromettere troppo le prestazioni il sistema tende comunque a spingere su CPU e GPU. In pratica, è un portatile che dà il meglio di sé quasi sempre collegato all’alimentatore, soluzione che tra l’altro permette anche di sfruttare i profili di prestazioni più aggressivi e il refresh rate elevato del display. Da mettere in conto anche l’alimentatore stesso: è potente, ma ingombrante e pesante, in linea con il resto della macchina. Portarsi dietro laptop più un "mattoncello" di alimentatore non è proprio l’ideale per chi pensa a un uso in mobilità. Visto nell’ottica giusta, però, il quadro è coerente: il Predator Helios 18 AI è pensato per sostituire un PC fisso, con in più la possibilità di spostarlo all’occorrenza tra diverse postazioni, non per diventare il compagno di viaggio da usare in treno o in aereo per ore.
Verdetto, prezzo e disponibilità
L’Acer Predator Helios 18 AI è il classico portatile che non fa compromessi e non prova nemmeno a sembrare “per tutti”. È enorme, pesante e dichiaratamente esagerato nelle specifiche, ma è esattamente quello che promette: un desktop replacement vero e proprio, che può prendere il posto di un pc fisso di fascia alta senza farlo rimpiangere, anzi. Lo schermo è uno dei più spettacolari in circolazione su un notebook, le prestazioni sono tali da gestire senza sforzo qualsiasi gioco o applicazione professionale, e la possibilità di espandere RAM e storage lo rende una macchina anche piuttosto “futura-proof” per chi ama tenere lo stesso computer a lungo. Tutto questo, però, ha un costo. Il listino internazionale parte intorno ai 3.000 euro e cresce rapidamente man mano che si sale con GPU, schermo e configurazioni di memoria, fino a sfiorare e superare i 3.500-4.000 euro per le versioni più spinte. Parliamo quindi di una spesa importante, che lo posiziona nella fascia extra-premium del gaming portatile e lo mette in concorrenza non solo con altri notebook, ma anche con PC fissi assemblati di livello enthusiast più monitor di alto profilo. In questo quadro, il Predator Helios 18 AI ha molto senso per una nicchia precisa: chi vuole una sola macchina che faccia davvero tutto, dal gaming in 4K all’editing video pesante, dal lavoro con l’intelligenza artificiale ai progetti creativi, e che accetta di sacrificare portabilità e autonomia in cambio di potenza pura e di uno schermo fuori scala. Se invece l’obiettivo è “solo” un buon laptop da gioco, magari da portare in giro con una certa frequenza, o un sistema bilanciato per qualità/prezzo, il rischio è di pagare molto per caratteristiche che non verranno davvero sfruttate fino in fondo.
Pro e contro
PRO:
- Schermo Mini LED da 18" spettacolare, fino a 4K 120 Hz / 1080p 240 Hz
- Prestazioni top con Core Ultra 9 e RTX 5080/5090
- Grande possibilità di upgrade: fino a 192 GB di RAM e 3 SSD
- Dotazione porte completa, con Thunderbolt 5, Wi-Fi 7 e lettore SD
CONTRO:
- Peso e dimensioni importanti: poco adatto alla mobilità
- Autonomia limitata: gaming quasi sempre a corrente
- Prezzo molto alto, non per tutti