
Esplorare il ruolo dell’intelligenza artificiale generativa nell’ambito della produzione letteraria. L’iniziativa - frutto di una collaborazione tra Scuola Belleville e Lenovo - prevede un laboratorio di scrittura in presenza a Milano riservato a dieci autori che lavoreranno proprio con l’IA
Fare incontrare alla scrittura e al processo creativo l’intelligenza artificiale. E scoprire come quest’ultima possa essere un valido aiuto anche in un ambito così “umano”.
Lenovo e Scuola Belleville hanno presentato un’iniziativa dedicata agli scrittori e a tutti gli appassionati di storie. Si chiama ”Dimostra di essere umano - Scrivere storie al tempo dell’AI” ed è un laboratorio di scrittura in presenza a Milano riservato a dieci autori “talentuosi” che, sotto la guida di Francesco d’Isa, lavoreranno a un proprio testo con l’ausilio dell’intelligenza artificiale generativa. I partecipanti potranno, così, sperimentare i diversi modi in cui l’IA può essere integrata nel processo creativo per potenziarne l’efficacia.
Come ci si iscrive e il ruolo dell’IA nella scrittura
Per partecipare alla selezione c’è tempo fino al 31 luglio: basterà inviare a Scuola Belleville un racconto inedito di massimo 3.600 battute spazi inclusi sul tema del rapporto tra intelligenza artificiale e creatività umana (qui tutti i dettagli e il regolamento). Il comitato selezionatore sceglierà i dieci racconti più riusciti. Il percorso, a più tappe, prevede, dopo una lezione aperta, una open call, un workshop e infine un podcast, “per riflettere - spiegano - sui modi in cui i modelli linguistici generativi possono essere messi al servizio della creatività di chi scrive”. “Abbiamo costruito questo percorso insieme a Lenovo - spiega a Sky TG24 Francesca Cristoffanini, direttrice della Scuola di scrittura Belleville - proprio perché ci sembra urgente e indispensabile dare modo ai nostri studenti di familiarizzare con una tecnologia che è già entrata nella nostra vita in maniera prepotente e sta cambiando il modo in cui lavoriamo, pensiamo, scriviamo e creiamo. Le ragioni per cui ci interessiamo del tema - aggiunge .- sono quelle molto pragmatiche legate alle destinazioni professionali della scrittura e poi ci sono ragioni di ordine filosofico: l’intelligenza artificiale è una tecnologia diversa da tante altre, in quanto sembra mettere proprio in discussione la radice della nostra umanità, che è quel ciò che ci rende umani, la capacità cioè di creare, raccontare, fare associazioni, inventare”. Aggiunge l’autore e docente di Belleville Francesco D’Isa: “La scrittura narrativa è l’ambito dove l’intelligenza artificiale ha più problemi e per questo vogliamo esplorare le sue potenzialità e i suoi lmiiti. Un gioco che si fa con chi scrive, per vedere come le nuove tecnologie possono potenziare l’editing, la ricerca, la traduzione ma anche capire quali sono i limiti e quali sono le potenzialità di uno strumento diventato di uso comune”.
Il ruolo di Lenovo
Al centro del percorso creativo Lenovo pone il suo AI PC Yoga Slim 7i Aura Edition (ne avevamo parlato qui), laptop progettato proprio per i creativi, ci spiegano, che consente di sfruttare le potenzialità dell’intelligenza artificiale elaborata direttamente sul dispositivo. In particolare, l’iniziativa si inserisce nel percorso di Lenovo volto ad esplorare il legame tra creatività e intelligenza artificiale. Durante i workshop ogni studente avrà a disposizione un pc Yoga Slim 7i Aura Edition equipaggiato con Intel Core Ultra 7 per lavorare a un racconto a partire dalla traccia, la stessa per tutti, assegnata dal docente. Al termine gli studenti avranno due settimane di tempo per selezionare il racconto mettendo in pratica le strategie apprese nel corso del workshop. “Come Lenovo - ci racconta Pietro Parodi, PR e Communication Leader dell’azienda - riteniamo fondamentale non solo fornire a creativi, professionisti e studenti la migliore tecnologia per lavorare, studiare, creare, ma anche e soprattutto sensibilizzare sull’uso corretto di queste tecnologie. Perché più che usare l’intelligenza artificiale come un oracolo, quindi per sostituire l’esercizio del pensiero, questa può essere invece un partner, uno strumento con cui dialogare per ottenere elementi nuovi proprio attraverso il dialogo con lo strumento”.