Alexa in hotel: come funziona e come sta andando il servizio a un anno dall’introduzione

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Daniele Semeraro

Daniele Semeraro

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Quali sono le novità e i numeri di Alexa Smart Properties Hospitality, il servizio che permette di semplificare molti dei processi che avvengono all’interno delle strutture alberghiere, semplicemente con una conversazione con Alexa? Il punto a un anno dalla prima installazione

- “Alexa, come mi connetto al Wi-Fi?”
- “Alexa, fino a che ora posso andare in palestra?” 
- “Alexa, metti della musica jazz e imposta la sveglia tra due ore”

 

Alexa Smart Properties Hospitality, il servizio che trasforma l’assistente vocale di Amazon in un vero e proprio concierge virtuale, spegne la sua prima candelina firmando un’importante collaborazione e facendo segnare ottimi livelli di gradimento.

Come funziona e cosa si può chiedere ad Alexa in hotel

Abbiamo citato soltanto alcune domande che si possono fare quando troviamo un assistente vocale Alexa nella camera di albergo. Ma si può anche chiedere quali sono gli orari della colazione, chiedere di impostare la temperatura della stanza, di alzare le tapparelle o spegnere le luci, addirittura di prenotare un transfer per l’aeroporto o consigli per un ristorante tipico in zona. Il servizio che porta Alexa nelle camere di hotel spopola in Italia, considerato che il nostro Paese rappresenta, ci spiegano da Amazon, quello in più rapida crescita dopo gli Stati Uniti, con migliaia di camere di hotel già equipaggiate. Entro fine anno Amazon prevede di raggiungere oltre un milione di interazioni. E anche il gradimento degli ospiti è molto positivo: da un recente sondaggio commissionato proprio da Amazon Alexa emerge che il 75 per cento dei turisti che soggiornano in hotel con questo servizio lo utilizzano regolarmente e che l’impatto sull’esperienza degli ospiti è positivo. Ma sono positivi anche l’impatto sulla produttività del personale (che tramite Alexa può segnalare che una camera è pronta o che c’è da fare una determinata manutenzione) e i ricavi delle strutture, grazie a un aumento dei servizi in camera.

"In hotel la stessa esperienza che abbiamo a casa"

“Siamo orgogliosi di come sta rispondendo la clientela - racconta a Sky TG24 Pietro Catello, Head of Alexa Smart Properties Hospitality Italia - perché sappiamo che chi ha Alexa in camera lo utilizza regolarmente come un compagno di viaggio e ottiene, in hotel, la stessa esperienza semplice e intuitiva che già ha in casa”. A Catello, che anticipa che un servizio simile è allo studio anche per hotel più piccoli, a conduzione familiare, o per gli affitti brevi, chiediamo se alcuni ospiti possono essere intimiditi dalla presenza di un assistente virtuale collegato a internet presente in ogni stanza: Catello ci assicura che l’esperienza è totalmente anonima e “blindata” dal punto di vista della privacy: l'utente non viene profilato (Alexa sa solo la tipologia di viaggio: business, in famiglia, etc) e al momento del checkout elimina qualsiasi informazione; inoltre si può chiedere all’hotel di spegnere del tutto l’assistente per una determinata camera.

La collaborazione con BWH Hotels e Aetherna

Amazon con l’occasione ha annunciato la collaborazione con BWH Hotels Italia&Malta, gruppo alberghiero con oltre 170 hotel affiliati in Italia e Malta e oltre 4.000 nel mondo (parliamo, per intenderci, della catena che ha i Best Western), e con Aetherna, partner tecnologico per la digitalizzazione delle strutture ricettive, che tra l’altro ha reso l’Italia il primo paese in Europa ad aver installato le funzionalità legate alla casa intelligente in un hotel. Tutto si basa su una particolare “skill” di Alexa, quelle integrazioni cioè che permettono di utilizzare servizi di terze parti con l’assistente: questa può essere personalizzata in modo semplice ma anche in modo molto approfondito, per cercare di dare informazioni sempre più utili a chi soggiorna. BWH Hotels, ad esempio, la utilizza anche per proporre servizi ad hoc o gratuiti agli iscritti al loro programma fedeltà. Alexa rende anche più semplice la comunicazione con la reception: ci spiega Eleonora Lorenzini, direttrice dell’Osservatorio Travel Innovation del Politecnico di Milano, che utilizzare una comunicazione non “in diretta” per fare richieste (come ad esempio se è possibile avere un accappatoio in più) o anche per lamentare un eventuale malfunzionamento o un’eventuale mancanza, mette molto di più a proprio agio il cliente, soprattutto se si tratta di un cliente giovane o straniero (Alexa in Italia è infatti in grado di conversare anche in inglese o in tedesco).

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