Come, attraverso l’uso della tecnologia, è possibile creare grandi vini? Abbiamo visitato l’azienda Ariola di Marcello Ceci, che utilizza tradizioni antiche e tecnologie all’avanguardia per creare vini di grande qualità
Le nuove tecnologie stanno migliorando il mondo del vino? Per approfondire questa tematica abbiamo incontrato un pluripremiato produttore, Marcello Ceci, che nel Parmense con la sua Ariola Vigne e Vini utilizza diversi accorgimenti tecnologici per mantenere il vino - tra le sue etichette anche uno dei migliori vini rossi frizzanti al mondo - sempre più puro e conservarlo in una condizione di integrità per molto tempo. A farci da Cicerone nel nostro viaggio nel mondo del vino e della tecnologia l’enologo Luca Maroni, scrittore, docente e autore di numerosi volumi tra cui l’”Annuario dei Migliori Vini Italiani”.
Lo stabilimento Ariola e le tecnologie utilizzate
L’azienda è immersa nelle colline del Parmense, a Langhirano. Padrone di casa, lo dicevamo, Marcello Ceci, da tre generazioni nel mondo del vino, che ha messo a punto una struttura produttiva che permette grazie ad antiche tecniche ma anche all’automazione di produrre fino a 13mila bottiglie al giorno che vengono vendute nelle enoteche di tutto il mondo. Sono diverse le tecnologie sperimentate e utilizzate da Ceci. A partire da una macchina che sciacqua e lava le bottiglie, prima che vengano riempite di vino, grazie all’acqua ionizzata e soprattutto all’azoto, che viene prodotto direttamente in loco. Per far sì che le bottiglie siano lavate e disinfettate naturalmente senza che il prezioso nettare venga mai a contatto con l’ossigeno, che è il nemico numero uno del vino, viene utilizzato infatti solo l’azoto che elimina le possibilità di contaminazione.
Inoltre, sempre per preservare soprattutto la qualità dei vini frizzanti, è stata inserita nel ciclo produttivo una soffiatrice che prima di inserire il tappo è in grado di eliminare anche quel cuscinetto d’aria che si forma tra il livello del vino e la bottiglia. Infine è certamente interessante anche la modifica - fatta apposta per i vini Ariola - della macchina riscaldatrice finale che elimina la condensa frutto dell’imbottigliamento utilizzando cicli più lunghi della media (7 minuti) per portare la bottiglia alla temperatura di 30 gradi evitando l’alterazione del sapore. “Per ottenere il vino in maniera genuina come voglio io e per far rimanere il frutto il più integro possibile la tecnologia ci ha aiutato tantissimo - ci spiega orgoglioso Marcello Ceci - abbiamo investito sui macchinari ma anche sullo sviluppo degli operatori che lavorano in azienda: ogni passo è studiato per ottenere questo risultato. Senza le nuove tecnologie non si riuscirebbe a produrre le qualità che produce Ariola e per le quali i vini Ariola sono famosi”.
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I vini di Marcello Ceci
Ceci è da tre generazioni nel mondo del vino. “Sono partito - ci racconta - da un paese della Bassa dove il vino veniva prodotto e imbottigliato”, ma il suo sogno, ci confida, era da sempre quello di mettere su un’azienda e seguire tutto il ciclo produttivo fin dalla nascita del frutto, dalla terra. L’azienda Ariola come la conosciamo noi oggi è nata nel 2003 e si estende per 70 ettari, 12 attorno alla sede principale di Langhirano e 58 poco distanti, a Felino. Circa 15 le etichette che vengono prodotte, tra queste la più famosa è certamente il Lambrusco Marcello - sì, prende il nome proprio dal proprietario Marcello Ceci - che ha vinto il premio di miglior vino rosso frizzante al mondo: solo per citare alcuni riconoscimenti, la medaglia d’oro all’International Wine Challenge di Londra, la Gran Medaglia d’Oro al Vinitaly e la votazione di 99 centesimi sull’Annuario dei Migliori Vini Italiani. Dai vigneti Ariola arrivano oltre che Lambrusco anche Malvasia, bollicine, rossi fermi e classici ai quali si aggiungono distillati, birre artigianali ed elisir. Non è tutto: dalle cantine Ariola escono anche altri interessanti prodotti come creme corpo, scrub, gel doccia e profumatori per ambienti, tutti a base di uva e dei profumi che si respirano nei vigneti.
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Il nostro viaggio all’interno delle cantine Ariola ci ha permesso ancora una volta di toccare con mano come grazie all’utilizzo di tecnologie innovative è possibile migliorare sempre di più la qualità del vino, come ci conferma l’enologo Luca Maroni: “L’utilizzo delle nuove tecnologie nel mondo del vino è sempre più determinante nella misura in cui è uno strumento che consente alla natura e al consumatore di entrare in un contatto purissimo. Una volta - aggiunge - era talmente difficile preservare le doti native del frutto in termini di aromi, profumi e sapori che durante la trasformazione si perdeva tutto. Ecco che allora la tecnologia applicata al vino ha portato da un lato alla sparizione dei difetti e dall’altro a mantenere integre, fragranti e pure quelle risonanze, quei riverberi sensoriali che la natura è stata capace di esprimere nel frutto uva. Il miglioramento del vino degli ultimi due decenni - conclude Luca Maroni - è qualcosa di assimilabile a quello che ha avuto la telefonia mobile, ricordiamo i primi cellulari che sembravano dei citofoni: ecco che un vino di vent’anni fa risulterebbe ai sensi molto diverso da quello prodotto oggi, grazie anche a una tecnica che sta riguardando non solo gli aspetti produttivi ma anche quelli di gestione, utilizzo e smaltimento della materia prima”.