Facebook, Zuckerberg sapeva delle discutibili pratiche sulla privacy

Tecnologia
Foto di archivio (ANSA)

L'indiscrezione è stata riportata dal Wall Street Journal, entrato in possesso di alcune mail. Il titolo perde il 2,06% in Borsa 

Una nuova bufera è in procinto di abbattersi su Facebook e sul suo fondatore, Mark Zuckerberg. Come riferisce il Wall Street Journal, il Ceo della compagnia di Menlo Park era infatti a conoscenza delle dubbie pratiche sulla privacy adottate dal social. Ad attestarlo ci sarebbero alcune mail scoperte dal quotidiano, dalle quali apparirebbe chiara la volontà di Facebook di raggiungere al più presto un patteggiamento con la Federal Trade Commission (Ftc) sulla privacy. Il timore era infatti che se le email fossero state pubblicate avrebbero causato gravi danni all’immagine dell’azienda. In seguito a queste indiscrezioni, il titolo ha perso il 2,06% a Wall Street. 

Attività regolate da decreto con Ftc

Dal 2012, Facebook regola le proprie attività in base a un decreto sulla privacy raggiunto consensualmente con la Ftc. Tuttavia, le email di cui il Wsj è entrato in possesso sembrerebbero suggerire che Zuckerberg e altri manager non abbiano ritenuto prioritario il rispetto delle disposizioni stabilite con l’agenzia governativa. Da oltre un anno, la Ftc sta indagando sul social network in merito allo scandalo Cambridge Analytica per accertare se la compagnia abbia o meno violato il decreto con il quale si era impegnata a rispettare la riservatezza dei suoi utenti.

Il social: “Nessuno ha mai violato obblighi del decreto”

Facebook ha fatto saper di aver offerto la piena collaborazione alla Ftc nelle sue indagine e di aver fornito decine di migliaia di documenti, email e file. “Continuiamo a lavorare con loro e ci auguriamo di arrivare a un'appropriata soluzione”, ha dichiarato un portavoce della compagnia, cha ha poi aggiunto come “Facebook e i suoi manager, incluso Mark, si battano per rispettare sempre tutte le leggi e in nessun momento Mark o un altro dipendente di Facebook ha violato deliberatamente gli obblighi della società nell'ambito del decreto consensuale”, ha concluso.

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