Google+, dal 2 aprile verranno cancellati tutti i dati degli utenti

Tecnologia
Foto di archivio (ANSA)

Comincia il processo che porterà alla chiusura definitiva del social network di Mountain View. Dal 4 febbraio non sarà più possibile iscriversi alla piattaforma, poi inizierà l’eliminazione dei contenuti 

A seguito di un’importante fuga di dati, lo scorso ottobre Google aveva annunciato la chiusura del suo social media, Google+, lasciando però i suoi utenti all’oscuro delle tempistiche. Negli ultimi giorni, il colosso della ricerca online ha comunicato che a partire dal 4 febbraio non sarà più possibile effettuare l’iscrizione al portale e creare eventi o pagine, mentre dal prossimo 2 aprile Mountain View comincerà a cancellare tutti i contenuti che gli utenti hanno inserito sulla piattaforma o tramite essa, comprese le informazioni personali.

Eliminazione graduale

Dal 2 aprile, quindi, Google inizierà a togliere tutti i contenuti caricati dagli utenti sul social, compresi foto e video condivisi sui profili e sulle pagine, che saranno comunque recuperabili entro quella data seguendo le istruzioni riportate nella pagina di supporto messa a disposizione dal motore di ricerca. Tutto ciò che invece è stato caricato su Google Foto non sarà rimosso. Inoltre, saranno eliminati anche tutti i commenti lasciati dagli utenti su siti esterni attraverso il loro profilo Google+.Il processo di rimozione completa sarà graduale e quindi alcuni contenuti potrebbero essere ancora visibili per un breve periodo anche dopo il 2 aprile. Si chiude così il tentativo di Google di emulare e superare i big dei social media, su tutti Facebook - e quindi Instagram - e Twitter.

Dalla fuga di dati alla chiusura

Era inizio ottobre quando il Wall Street Journal pubblicò l’inchiesta che rivelò l’esposizione dei dati di oltre 500mila fruitori di Google+, avvenuta in marzo e mai rivelata dalla società. Dopo la notizia, Mountain View decise immediatamente di chiudere il proprio social network, ma ciò non bastò a evitargli una cascata di critiche. La falla ha permesso infatti agli sviluppatori di siti esterni e di app di accedere alle informazioni personali degli utenti, come nome, indirizzo mail e occupazione. Google ha giustificato il suo silenzio spiegando che si è trattato di un incidente dall’entità limitata.

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